Blog di Krugman

Non è difficile spiegare la sofferenza della Spagna (22 settembre 2013)

 

September 22, 2013, 9:33 am

The Pain In Spain Is Not Hard To Explain (Wonkish)

Via Philip Lane, the WSJ reports that the European Commission is reconsidering its methods for estimating potential output for Spain and other countries. And high time too.

I’ve noted on a number of occasions that the standard methods for estimating economic potential are working very badly in this slump; they are, all too often, causing officials to interpret the slump as “structural”, something that can be fixed only through painful reforms (which, when unemployment fails to fall, will be dismissed as just not enough) rather than as a shortfall in demand. Spain is an especially striking case. If you look at the European Commission’s current estimates of the structural rate of unemployment in Spain — they look at the NAWRU, the non-accelerating wage rate of unemployment) — it looks like this:

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So Spain has had a puzzling surge in structural unemployment — and by surge I mean a rise of 150 percent. Why might that be?

Or maybe nothing like that actually happened. I’ve noted before that US data since the Great Moderation actually look a lot like an old-fashioned Phillips curve, which is actually what you would expect if expectations of inflation are, as the central bankers like to say, “well anchored”. On a quick examination, the same is true for Spain. I’ve plotted the inflation rate as measured by the GDP deflator against unemployment since Spain joined the euro, presumably anchoring expectations. It looks like this:

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IMF WEO database

Maybe nothing structural has changed, and it’s just inadequate demand?

Now, to give the devil his due, this scatterplot does suggest that the Spanish economy was overheated in the mid-2000s. But it also suggests that given 2 percent inflation or a bit higher, Spain ought to be able to have an unemployment rate around 15 percent, or 10 percent lower than where it is now. That’s a lot of unnecessary unemployment.

And it also gives an indication of the costs of “internal devaluation,” which require that Spain run very low inflation, several points below Germany, for years on end.

 

Non è difficile spiegare la sofferenza della Spagna (per esperti)

 

Vedo tramite Philip Lane che il Wall Street Journal riporta che la Commissione Europea sta riconsiderando i metodi per stimare il differenziale di produzione tra la Spagna e gli altri paesi. Ed era l’ora.

Ho notato in un certo numero di occasioni che i metodi comuni per stimare il potenziale economico stanno funzionando molto male in questa crisi; anche troppo spesso inducono i dirigenti pubblici ad interpretare la recessione come “strutturale”, qualcosa cui si può porre rimedio solo con penose riforme (che, quando la disoccupazione non scende, vengono liquidate come non sufficienti) piuttosto che come una caduta della domanda. La Spagna è un caso particolarmente impressionante. Se guardate alle stime della Commissione Europea sul tasso di disoccupazione strutturale in Spagna – essi si soffermano sul NAWRU, ovvero il livello di disoccupazione che non comporta una accelerazione del tasso salariale [1] – esso appare nel modo seguente:

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Dunque la Spagna ha una misteriosa risalita della disoccupazione strutturale – e per risalita intendo una crescita del 150 per cento. Come può essere?

O magari non è successo niente del genere. Avevo notato in precedenza che i dati degli Stati Uniti dall’epoca della cosiddetta Grande Moderazione [2] in effetti appaiono come una tradizionale curva di Phillips [3], il che è proprio quello che ci si aspetterebbe se le aspettative di inflazione fossero, come i banchieri centrali amano dire, “ben stabilizzate”. Ad un rapido esame, lo stesso è vero per la Spagna. Ho dato una rappresentazione grafica del tasso di inflazione così come misurato dal deflatore del PIL a fronte della disoccupazione dal momento in cui la Spagna è entrata nell’euro, presumibilmente ad aspettative stabilizzate. Appare nel modo seguente:

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Database di World Economic Outlook, FMI.

 

Può darsi che non sia cambiato niente di strutturale e si tratti solo di domanda inadeguata?

Ora, per dare a Cesare quello che è di Cesare, in effetti questo tracciato suggerisce che alla metà degli anni 2000 l’economia spagnola era surriscaldata. Ma suggerisce anche che data una inflazione del 2 per cento o un po’ più alta, la Spagna dovrebbe essere nelle condizioni di avere un tasso di disoccupazione attorno al 15 per cento, o al 10 per cento più basso di dove si trova oggi. Quella è una gran quantità di disoccupazione non necessaria.

Ed offre anche una indicazione dei costi della “svalutazione interna”, che richiede che la Spagna mantenga una inflazione molto bassa, parecchi punti sotto la Germania, per anni ed anni.



[1] Il NAWRU è letteralmente quello: “Non-accelerating Wage Rate Unemployment”, cioè il livello al quale la disoccupazione ancora non produce un incremento del tasso salariale. Per “wage rate” si intende l’ammontare di una salario base espresso in un unità di tempo (ora o giorno) o, nel caso di lavori a cottimo, in una unità di prodotto.

[2] Si riferisce ad un suo post del 25 agosto scorso. Per Grande Moderazione, si intende il periodo economico di metà anni ’80, che fu caratterizzato da una evidente riduzione della volatilità del ciclo economico.

[3] Vedi note sulla traduzione.

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