Blog di Krugman

Del conoscere quello che non si sa (7 ottobre 2013)

 

October 7, 2013, 10:14 am

On Knowing What You Don’t Know

Brad DeLong catches Niall Ferguson making another whoopsie. And while chasing NF isn’t worth the effort for its own sake, I think there is a broader lesson here: namely, the importance of knowing what you don’t know.

My own unpleasantness with Ferguson began when he tried to weigh in on monetary versus fiscal policy without understanding basic macroeconomics. Later, he tried to critique official inflation numbers without knowing enough about that subject to tell the difference between the experts and the cranks. Now he’s demonstrating, rather embarrassingly, that he doesn’t know how to read CBO reports.

What I find amazing is the failure to learn the meta-lesson here, which is not to wade into such matters without being quite sure you know what you’re doing. In particular, if you think you’ve found a massively important fact that somehow all the economists have missed — like a drastic deterioration in CBO’s estimate of the long-run US budget outlook, somehow missed by everyone else reading the agency’s reports — you really, really want to be sure that you’re not just misreading the numbers.

Knowing what you don’t know is very important.

 

Del conoscere quello che non si sa

 

Brad DeLong sorprende Niall Ferguson in un altro momento di imbarazzo [1]. E mentre non è il caso di andar dietro a Niall Ferguson per l’interesse della cosa in sé, penso ci sia in questo una lezione più generale: precisamente, l’importanza di conoscere quello che non sapete.

La mia esperienza spiacevole con Ferguson cominciò quando egli cercò di intervenire sul tema della politica monetaria in alternativa a quella della finanza pubblica senza comprendere le cose fondamentali della teoria economica. Più tardi, egli provò a criticare i dati ufficiali sull’inflazione senza conoscere a sufficienza quella tematica in modo da spiegare la differenza tra gli esperti e gli improvvisatori. Ora dimostra, in modo abbastanza imbarazzante, di non saper come leggere i rapporti del Congressional Budget Office.

Quello che trovo sorprendente in questo caso è il non essere capaci di apprendere la lezione implicita, che è quella di non restare invischiati in cose del genere senza essere abbastanza certi di conoscere quello che si sta facendo. In particolare, se pensate di aver scoperto un fatto assolutamente importante che in qualche modo è sfuggito a tutti gli economisti – come un drastico deterioramento nella stima del CBO della prospettiva di lungo periodo del bilancio degli Stati Uniti, peraltro non compresa da tutti gli altri che stanno leggendo i resoconti dell’agenzia – dovete con assoluta certezza essere sicuri che non state soltanto fraintendendo i dati.

Conoscere quello che non si sa è una cosa assolutamente importante.


 

 

 


[1] Interessante riportare il piccolo pezzo di Brad DeLong assieme all’infortunio del grande “tuttologo” Niall Ferguson. In neretto il titolo del suo articolo e le sue affermazioni; a seguire il commento di Brad DeLong:

 

“… Niall Ferguson: lo “shutdown” (il blocco di questi giorni ndt) è un fenomeno secondario. Il debito è la minaccia

‘Un anno fa le serie di riferimento di lungo periodo del CBO per il debito federale nelle mani pubbliche mostravano un dato pari al 52% del PIL nel 2038. Questo dato è davvero proprio raddoppiato sino al 100% …’”

“Un anno fa, al CBO veniva richiesto per legge di calcolare il riferimento di lungo periodo assumendo che tutti gli sgravi fiscali decisi all’origine nel 2001 e 2003 si sarebbero esauriti con la fine del 2012 e non sarebbero stati riassunti. Un anno fa il CBO mise in guardia a questo proposito chiunque leggesse il suo rapporto, e dicendo loro di non guardare al riferimento di lungo periodo ma allo scenario alternativo – che quest’anno mostra, al 2038, un rapporto debito/PIL non peggiore di 48 punti percentuali, ma piuttosto migliore di 30 punti percentuali rispetto all’anno passato.

No. Io non so se Niall Ferguson capisca per davvero oppure non capisca i rapporti del CBO. In realtà non so cosa egli pensi di star facendo. Ma quello che egli sta facendo in questo caso – con il pretendere che nell’anno passato ci sia stato uno straordinario deterioramento delle previsioni di bilancio a lungo termine del CBO quando chiunque conosca il bilancio e il CBO sa che c’è stato un miglioramento – è una ennesima disinformazione a danno dei lettori della pagina degli editoriali del Wall Street Journal ed una ulteriore distruzione della sua credibilità presso i suoi colleghi.

Davvero è necessario che la faccia finita.”

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