Articoli sul NYT

Gli incompetenti di Boehner (New York Times 6 ottobre 2013)

 

The Boehner Bunglers

By PAUL KRUGMAN
Published: October 6, 2013

The federal government is shut down, we’re about to hit the debt ceiling (with disastrous economic consequences), and no resolution is in sight. How did this happen?

The main answer, which only the most pathologically “balanced” reporting can deny, is the radicalization of the Republican Party. As Thomas Mann and Norman Ornstein put it last year in their book, “It’s Even Worse Than It Looks,” the G.O.P. has become “an insurgent outlier — ideologically extreme; contemptuous of the inherited social and economic policy regime; scornful of compromise; unpersuaded by conventional understanding of facts, evidence and science; and dismissive of the legitimacy of its political opposition.”

But there’s one more important piece of the story. Conservative leaders are indeed ideologically extreme, but they’re also deeply incompetent. So much so, in fact, that the Dunning-Kruger effect — the truly incompetent can’t even recognize their own incompetence — reigns supreme.

To see what I’m talking about, consider the report in Sunday’s Times about the origins of the current crisis. Early this year, it turns out, some of the usual suspects — the Koch brothers, the political arm of the Heritage Foundation and others — plotted strategy in the wake of Republican electoral defeat. Did they talk about rethinking ideas that voters had soundly rejected? No, they talked extortion, insisting that the threat of a shutdown would induce President Obama to abandon health reform.

This was crazy talk. After all, health reform is Mr. Obama’s signature domestic achievement. You’d have to be completely clueless to believe that he could be bullied into giving up his entire legacy by a defeated, unpopular G.O.P. — as opposed to responding, as he has, by making resistance to blackmail an issue of principle. But the possibility that their strategy might backfire doesn’t seem to have occurred to the would-be extortionists.

 

Even more remarkable, in its way, was the response of House Republican leaders, who didn’t tell the activists they were being foolish. All they did was urge that the extortion attempt be made over the debt ceiling rather than a government shutdown. And as recently as last week Eric Cantor, the majority leader, was in effect assuring his colleagues that the president will, in fact, give in to blackmail. As far as anyone can tell, Republican leaders are just beginning to suspect that Mr. Obama really means what he has been saying all along.

 

Many people seem perplexed by the transformation of the G.O.P. into the political equivalent of the Keystone Kops — the Boehner Bunglers? Republican elders, many of whom have been in denial about their party’s radicalization, seem especially startled. But all of this was predictable.

It has been obvious for years that the modern Republican Party is no longer capable of thinking seriously about policy. Whether the issue is climate change or inflation, party members believe what they want to believe, and any contrary evidence is dismissed as a hoax, the product of vast liberal conspiracies.

For a while the party was able to compartmentalize, to remain savvy and realistic about politics even as it rejected objectivity everywhere else. But this wasn’t sustainable. Sooner or later, the party’s attitude toward policy — we listen only to people who tell us what we want to hear, and attack the bearers of uncomfortable news — was bound to infect political strategy, too.

Remember what happened in the 2012 election — not the fact that Mitt Romney lost, but the fact that all the political experts around him apparently had no inkling that he was likely to lose. Polls overwhelmingly pointed to an Obama victory, but Republican analysts denounced the polls as “skewed” and attacked the media outlets reporting those polls for their alleged liberal bias. These days Karl Rove is pleading with House Republicans to be reasonable and accept the results of the 2012 election. But on election night he tried to bully Fox News into retracting its correct call of Ohio — and hence, in effect, the election — for Mr. Obama.

 

Unfortunately for all of us, even the shock of electoral defeat wasn’t enough to burst the G.O.P. bubble; it’s still a party dominated by wishful thinking, and all but impervious to inconvenient facts. And now that party’s leaders have bungled themselves into a corner.

Everybody not inside the bubble realizes that Mr. Obama can’t and won’t negotiate under the threat that the House will blow up the economy if he doesn’t — any concession at all would legitimize extortion as a routine part of politics. Yet Republican leaders are just beginning to get a clue, and so far clearly have no idea how to back down. Meanwhile, the government is shut, and a debt crisis looms. Incompetence can be a terrible thing.

 

Gli incompetenti di Boehner, di Paul Krugman

New York Times 6 ottobre 2013

 

Il Governo Federale interrompe le sue funzioni, tra poco andremo a sbattere sul tetto del debito (con conseguenze economiche disastrose) e non si vede alcuna soluzione. Come è successo?

La risposta principale, che solo i resoconti più patologicamente “equidistanti” possono negare, è la radicalizzazione del Partito Repubblicano. Come avevano detto l’anno scorso Thomas Mann e Norman Orstein nel loro libro “E’ anche peggio di quello che sembra”, il Partito Repubblicano è diventato “una deviazione rivoltosa, ideologicamente estremistica; sdegnosa verso le istituzioni ereditate della politica sociale ed economica; sprezzante dei compromessi; refrattaria alla normale lettura dei fatti, alle prove ed alla scienza; incurante della legittimità dei propri oppositori politici.”

Ma c’è un aspetto più importante di questa storia. I dirigenti conservatori sono effettivamente estremisti dal punto di vista ideologico, ma sono anche profondamente incompetenti. Lo sono in modo tale che l’effetto Dunning-Kruger [1] – il vero incompetente non può nemmeno riconoscere la propria incompetenza – regna supremo.

Per constatare quello di cui sto parlando, si consideri l’articolo sul Times di domenica sulle origini della crisi attuale. Si scopre che agli inizi di quest’anno i soliti noti – i fratelli Koch, il braccio politico della Fondazione Heritage ed altri – avevano tracciato una strategia a seguito della sconfitta elettorale repubblicana. Si trattava di un qualche ripensamento sulle idee che gli elettori avevano sonoramente bocciato? No, ragionavano di un ricatto, ribadendo che la minaccia di un blocco avrebbe indotto il Presidente Obama ad abbandonare la riforma sanitaria.

Una discussione pazzesca. Dopo tutto, la riforma sanitaria è il risultato distintivo della politica interna di Obama. Si deve essere completamente incapaci di intendere e di volere se si crede che egli possa essere impressionato a rinunciare a tutto il suo lascito politico da un Partito Repubblicano impopolare e sconfitto – piuttosto che rispondere, come accade, facendo della resistenza al ricatto una questione di principio. Ma la possibilità che la loro strategia possa essere controproducente pare che non sia venuta in mente agli aspiranti ricattatori.

Ancora più notevole, a suo modo, è stata la risposta dei dirigenti repubblicani della Camera, che non hanno raccontato agli attivisti di aver immaginato una sciocchezza. Tutto quello che hanno fatto è stato incoraggiare un tentativo di ricatto sul tetto del debito anziché sul blocco delle attività di governo [2]. E ancora la scorsa settimana, Eric Cantor, il leader della maggioranza, stava in effetti assicurando i suoi colleghi che il Presidente, in sostanza, avrebbe ceduto al ricatto. Da quello che si comprende, i dirigenti repubblicani stanno appena cominciando a sospettare che Obama realmente intenda quello che è venuto dicendo dall’inizio.

Molte persone sembrano perplesse per la trasformazione del Partito Repubblicano nell’equivalente politico dei Keystone Kops [3]gli “Imbranati di Boehner [4]”? In particolare i repubblicani più anziani, molti dei quali hanno negato la radicalizzazione del loro partito, sembrano sorpresi. Ma era tutto prevedibile.

E’ da anni che è evidente che il Partito Repubblicano non è più capace di ragionare seriamente di politica. Che il tema sia il cambiamento climatico o l’inflazione, i membri del partito credono a quello che vogliono credere, ed ogni prova contraria è liquidata come una balla, come il prodotto di ampie cospirazioni dei liberals.

Per un certo periodo il partito è stato capace di procedere a compartimenti stagno, di rimanere sensato e realistico in politica pur rigettando l’obbiettività su tutti gli altri aspetti. Ma non poteva durare. Prima o poi, la attitudine del partito verso la politica – ascoltiamo solo le persone che vogliamo ascoltare, ed attacchiamo i latori di notizie sgradevoli – era destinata ad infettare anche la strategia politica.

Ricordate cosa accadde nelle elezioni del 2012 – non la sconfitta di Mitt Romney, ma il fatto che tutti gli esperti politici attorno a lui in apparenza non ebbero alcun sentore che fosse probabile che perdesse. I sondaggi indicavano in modo schiacciante una vittoria di Obama, ma gli analisti repubblicani denunciarono i sondaggi come “manipolati” ed attaccarono gli organi di stampa che informavano di questi sondaggi per la loro pretesa tendenziosità filo progressista. In questi giorni Karl Rove sta implorando i repubblicani alla Camera di essere ragionevoli e di accettare i risultati delle elezioni del 2012. Ma la notte delle elezioni cercò di imporre a Fox News una ritrattazione sulla corretta notizia del pronunciamento a favore di Obama dell’Ohio, e di conseguenza, in sostanza, sul risultato finale.

Sfortunatamente per tutti noi, neppure lo shock della sconfitta elettorale fu sufficiente a far scoppiare la bolla del Partito Repubblicano; esso resta un partito dominato dalla confusione tra pensieri e desideri, del tutto impermeabile agli eventi scomodi. Ed ora i dirigenti di quel partito sono andati a cacciarsi in un angolo.

Tutti coloro che non sono dentro quella bolla capiscono che Obama non può e non vorrà negoziare sotto la minaccia di un ramo del Congresso di far saltare l’economia se non lo fa – nessuna concessione potrebbe legittimare il ricatto come pratica ordinaria della politica. Tuttavia i dirigenti repubblicani stanno appena cominciando a comprenderlo, e sinora è evidente che non hanno alcuna idea su come tornare indietro. Nel frattempo, le funzioni di governo sono bloccate ed incombe una crisi del debito. L’incompetenza può essere una cosa terribile.



[1] Due psicologi della Cornell University, che nel 1999 condussero vari test ed una ricerca sulla tendenza delle persone incompetenti ad una forma di ‘illusoria superiorità’, in qualche modo attribuibile ad un difetto cognitivo consistente nella incapacità di riconoscere i propri errori.

[2] Come si è compreso, sono tecnicamente due passaggi diversi. Il blocco delle attività di Governo, che è in atto in questo momento, è conseguenza di una non approvazione del Bilancio nei termini previsti. Il blocco dunque deriva da una mancata composizione dei contrasti tra il voto del Senato (maggioranza democratica) e quello della Camera dei Rappresentanti (maggioranza repubblicana), che sostanzialmente i repubblicani non permettono con la pretesa di inserire un ritiro dei finanziamenti relativi alla riforma della assistenza sanitaria. Il voto sul “tetto del debito” è invece una scadenza successiva. Non votare il tetto del debito – che è una competenza della Camera – non configurerebbe una situazione di stallo (quale la temporanea non approvazione del Bilancio), ma un vero e proprio sovvertimento della politica della spesa pubblica. Non si potrebbe superare il livello assoluto della spesa dell’anno passato, e poiché a questo punto dell’anno finanziario buona parte dei provvedimenti sono già stati finanziati, la conseguenza sarebbe anche quella di non poter pagare le obbligazioni sul debito pubblico, ovvero il temuto default. Il rischio che attualmente si corre è di passare dalla prima situazione alla seconda, ovvero dalla padella alla brace.

[3] Personaggi cinematografici degli inizi del Novecento, una banda di poliziotti la cui inettitudine è perfettamente espressa, meglio di molte parole, da questa immagine:

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[4]Boehner è il Presidente (Speaker) repubblicano della Camera dei Rappresentanti.

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