October 9, 2013, 10:51 am
Neil Irwin says yes. Felix Salmon says no. I say, yes and no.
Here’s what we’re actually looking at so far:
U.S. Treasury Treasury yield curve
The yield curve has been upward-sloping — that is, interest rates on longer-term bonds have been higher than on shorter-term — ever since we hit the zero lower bound, for two reasons. First, markets expect interest rates to go up eventually when the economy recovers. Second, option value: short-term rates can go up but they can’t do down, so you need a premium on anything longer-term.
Right now, however, rates on very short-term debt — one-month T-bills — have gone up even as longer rates are down a bit. This clearly reflects fears of a default, so that short-term claims won’t be paid on time; the markets are still unworried about the longer term.
This has only happened in the last few days, and it is scary — it means that people with money on the line are no longer sure that default will be avoided.
On the other hand, Salmon is right to say that we’re talking about movements that are just a fraction of a percentage point. If you’re thinking that people holding 1-month T-bills have taken a loss, you need to bear in mind that a 100 basis point rise in the interest rate (which would be far bigger than what we’ve seen so far) would reduce the price by only about 8 basis points, that is, 0.08 percent. This is not big stuff, yet.
On the third hand, my view all along has been that markets aren’t taking the threat of default seriously enough, that they just haven’t taken on board just how bad things have gotten. So even the modest interest rate rise so far is an ominous omen.
So, are Treasuries terrifying? As I said, yes and no.
I Buoni del Tesoro fanno paura?
Neil Irwin dice di no. Felix Salmon dice di sì. Io dico: sì e no.
Ecco quello a cui stiamo assistendo sino a questo punto:
Curva di rendimento dei Buoni del Tesoro degli Stati Uniti
La curva dei rendimenti sta avendo una inclinazione verso l’alto – vale a dire, i tassi di interesse a più lungo termine diventano più alti di quelli a più breve termine [1]– da quando abbiamo raggiunto il livello inferiore dello zero, ma per due ragioni. La prima, i mercati si aspettano che alla fine i tassi di interesse risalgano quando l’economia ha una ripresa. La seconda, la cosiddetta option value [2]: i tassi a breve termine possono salire ma non possono scendere, cosicché c’è bisogno di un premio per qualsiasi cosa a più lungo termine.
In questo momento, tuttavia, persino i tassi sul debito a brevissimo termine – i Buoni del Tesoro ad un mese – sono saliti, mentre i tassi a più lungo termine sono un po’ calati. Questo chiaramente riflette i timori del default, ovvero che le richieste a breve termine non verranno pagate nei tempi stabiliti: i mercati ancora non esprimono preoccupazione sui tempi più lunghi.
Tutto questo è accaduto soltanto negli ultimi giorni, ed è spaventoso – significa che le persone che operano con i soldi on-line non sono più sicure che il default sarà evitato.
D’altra parte, Salmon ha ragione nel dire che stiamo parlando di movimenti che sono solo una frazione di un punto percentuale. Se state pensando che le persone che detengono Buoni del Tesoro ad un mese avranno una perdita, dovete tenere a mente che una crescita di 100 punti base nel tasso di interesse (che sarebbe assai più grande di quella che abbiamo visto sinora) ridurrebbe il prezzo di solo 8 punti base, vale a dire dello 0,08 per cento. Non è ancora una gran cosa.
Come terza considerazione, la mia opinione su tutta la faccenda è stata che i mercati non stavano prendendo sul serio a sufficienza la minaccia di un default, che non l’avevano proprio considerata come se gli scenari negativi fossero acquisiti. Dunque, anche un modesto incremento dei tassi di interesse a questo punto è un presagio di cattivo augurio.
Dunque, i Buoni del Tesoro fanno paura? Come ho detto, sì e no.
[1] Si consideri che sull’asse orizzontale sono indicati i termini di maturazione delle obbligazioni. Il primo (1MO) significa “Un mese” e l’ultimo (30Y) significa 30 anni. La linea blu, inoltre, riflette la proiezione che era leggibile nella situazione al 3 settembre di quest’anno, mentre la linea verde scuro riflette la proiezione leggibile al 10 ottobre di quest’anno.
[2] Nella analisi dei costi benefici ed anche nella economia dello stato assistenziale, si definisce ‘option value’ il valore che viene attribuito alla volontà di un soggetto di pagare un prezzo per mantenere o preservare un bene pubblico anche se di esso non si ha intenzione di fare alcun uso. Un esempio classico è quello delle spese per il mantenimento di un parco nazionale, che prescindono in una certa misura l’uso che effettivamente se ne fa.
Un po’ diversamente, nelle finanze il concetto si riferisce al valore che si attribuisce ad uno strumento finanziario, in relazione alla sua futura utilità nell’acquisto di assets. Ma in ogni caso si tratta di un valore che può essere interpretato in relazione al fattore di rischio che sarebbe implicito nel non assegnare alcun valore.
By mm
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