Blog di Krugman

Redditieri, diritti sociali e politica monetaria (30 ottobre 2013)

 

October 30, 2013, 11:21 am

Rentiers, Entitlement, and Monetary Policy

Bill Gross is at it again, coming up with yet another reason for the Fed to tighten despite a still-depressed economy and inflation falling well below target. He is, of course, not alone — it has actually been amazing how wide a variety of reasons people in or close to the financial industry have come up for tight money in an economy that seems to need to opposite. Many of the people making these arguments started with dire warnings about runaway inflation; but when inflation failed to materialize, they didn’t change their policy views, they came up with new rationales for doing exactly the same thing.

This kind of behavior — ever-shifting rationales for an unchanging policy (see: Bush tax cuts, invasion of Iraq, etc.) — is a “tell”. It says that something else is really motivating the policy advocacy. So what is going on here? When I read Gross and others, what I think is lurking underneath is a belief that capitalists are entitled to good returns on their capital, even if it’s just parked in safe assets. It’s about defending the privileges of the rentiers, who are assumed to be central to everything; the specific stories are just attempts to rationalize the unchanging goal.

 

The thing to realize here, then, is that nothing about our current situation says that rentiers are entitled to their rent. And it’s a perversion of alleged free-market thinking to suggest otherwise.

Bear in mind where we are, economically: we are still in a liquidity trap, and we are very much in a paradox of thrift world, where hoarding — not spending — is a positive social evil.

What is the role of interest in this world? Interest, classically (and I do mean classically, as in Mr. Keynes and the), is the reward for waiting: there’s supposedly a social function to interest because it rewards people for saving rather than spending. But right now we’re awash in excess savings with nowhere to go, and the marginal social value of a dollar of savings is negative. So real interest rates should be negative too, if they’re supposed to reflect social payoffs.

This really isn’t at all exotic — but obviously it’s a point wealth-owners don’t want to hear. Hence the constant agitation for monetary tightening.

And this agitation does real harm. Think about the Fed’s taper talk: ultimately, I think it’s clear that it was an attempt to throw a bone to the tight-money crowd, in a way the Fed hoped wouldn’t do real harm. But it did do harm: long-term rates popped up, and are a significant factor in slowing our economy.

So add the rentiers’ sense of entitlement to the reasons we have made such a botch of macroeconomic policy.

 

Redditieri, diritti sociali e politica monetaria

 

Bill Gross ci torna sopra, venendo fuori con un’altra ragione per la quale la Fed dovrebbe decidere una stretta nonostante una economia ancora depressa ed una inflazione che scende ben al di sotto dell’obbiettivo.  Non è il solo, naturalmente – per la verità è stato sorprendente con quale ampia varietà di ragioni le persone dall’interno o vicine al sistema finanziario si sono pronunciate per una restrizione monetaria, in un’economia che pare aver bisogno dell’opposto. Molte delle persone che avanzano tali argomenti hanno cominciato con terribili ammonimenti su una inflazione fuori controllo; ma quando l’inflazione non si è materializzata, non hanno mutato i loro punti di vista politici, sono venuti fuori con nuove tesi, pur di fare esattamente la stessa cosa.

Questo genere di condotta – argomenti che cambiano in continuazione per una politica immutabile (si vedano: gli sgravi fiscali di Bush, l’invasione dell’Iraq etc.) – è come un “cumulo di strati [1]”. Essa afferma che qualcosa d’altro sta davvero alla base del sostegno ad una politica. Dunque, come si procede in questo caso? Quando leggo Gross e gli altri, quello che io penso sia nascosto sotto l’apparenza è il convincimento che i capitalisti abbiano diritto ad un buon rendimento del loro capitale, anche se esso è semplicemente parcheggiato in assets sicuri. Questo riguarda la difesa dei privilegi dei redditieri, che si è supposto sia centrale per ogni cosa; le storie specifiche sono soltanto tentativi di razionalizzare l’obbiettivo immutabile.

La cosa da comprendere in questo caso, poi, è che niente della situazione attuale ci dice che i redditieri abbiano diritto alla loro rendita. Ed è una perversione della teoria del supposto libero mercato indicare diversamente.

Si tenga a mente dove ci troviamo, dal punto di vista economico: siamo ancora in una trappola di liquidità, e siamo anche molto nel mondo del paradosso del risparmio, dove l’accumulare, anziché lo spendere, è un male sociale positivo.

Quale è il ruolo dell’interesse in un mondo del genere? L’interesse, classicamente (ed intendo per davvero classicamente, come in Keynes e in altri) è il premio alla attesa: si immagina che ci sia una funzione sociale dell’interesse perché esso premia la gente per risparmiare anziché per spendere. Ma in questo momento noi siamo inondati da risparmi in eccesso che non sanno dove andare, ed il valore sociale marginale di un dollaro di risparmi è negativo. Dunque, anche i tassi di interesse reali dovrebbero essere negativi, se si suppone che essi riflettano i ricavi sociali.

Questo non è poi così insolito – ma naturalmente questo è un punto che i possessori di ricchezza non vogliono sentirsi dire. Da qua la loro costante agitazione per una restrizione monetaria.

E questa agitazione è realmente dannosa. Si pensi alle voci di restrizione da parte della Fed: in conclusione, penso sia chiaro che si sia trattato di un tentativo di gettare un osso alla turba della restrizione monetaria, in un modo che la Fed sperava non facesse un danno reale. Ma il danno l’ha fatto: i tassi di interesse a lungo termine sono saliti e costituiscono un fattore significativo di rallentamento della nostra economia.

Aggiungiamo dunque la percezione dei propri diritti da parte dei redditieri tra le ragioni per le quali abbiamo realizzato un tale pasticcio di politica macroeconomica.



[1] Trovo (WordReference, English definition) che “tell” come sostantivo può significare un accumulo di rifiuti in un sito da molto tempo utilizzato a tal fine, specialmente di materiale di costruzione di edifici. E si aggiunge stranamente che è una espressione in particolare utilizzata per cose del genere nel Medio Oriente. Del resto, l’espressione deve essere piuttosto singolare, perchè viene scritta tra virgolette. E sembra adatto …

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"