Blog di Krugman

Ai vecchi non va benissimo (19 novembre 2013)

 

November 19, 2013, 8:48 am

The Geezers Are Not Alright

The Washington Post editorial board wants to cut Medicare and Social Security. That has been its consistent position as long as I can remember. And what it advocates, always, are cuts in benefits, not costs — that is, while it may give lip service to efforts to control health-care costs (which seem to be going surprisingly well, in one of the untold success stories of Obamacare), what it has pushed repeatedly are things like a rise in the Medicare age. These are the kind of moves that are considered serious inside the Beltway. And as you might imagine, the Post has gone wild over recent suggestions that Social Security should be expanded, not cut.

But perceived seriousness is not the same as actual seriousness, which depends on the facts. We now know that raising the Medicare age is a truly terrible idea, which would create a lot of hardship while making next to no dent in the budget deficit. And the central premise of the latest editorial — that the elderly are doing fine — just isn’t true.

The Post writes:

The bill’s authors warn of a looming “retirement crisis” because of low savings rates and disappearing private-sector pensions. In fact, the poverty rate among the elderly is 9.1 percent, lower than the national rate of 15 percent — and much lower than the 21.8 percent rate among children.

This suggests that Social Security is doing a good job of fighting poverty as is and that those gains could be preserved in any attempt to trim the program.

Guys, you have to keep up here. It’s well-known that the official poverty measure is quite flawed, for a variety of reasons — and it’s especially flawed when it comes to the elderly, who — even with Medicare — tend to have a lot of medical expenses and in other ways aren’t as well off as the official numbers suggest. The Census Supplemental Poverty Measure puts senior poverty at 14.8 percent, only slightly lower than the rate for younger adults.

And some of today’s seniors are still benefiting from traditional defined-benefit retirement plans. In the future, income other than from Social Security will depend almost entirely on defined-contribution plans — basically 401(k)s. And 401(k)s are basically an experiment that failed, except for the already affluent.

Maybe you don’t believe that the failure of defined-contribution plans is a reason to expand the one major defined-benefit plan we have, aka Social Security. But don’t make that argument by claiming that all is well with America’s seniors. The geezers are not alright.

 

Ai vecchi non va benissimo

 

Il Consiglio di redazione del Washington Post vuole tagliare Medicare e la Previdenza Sociale [1]. Questa è stata la sua continua posizione da quanto io ricordi. E quello che da sempre sostiene sono i tagli ai sussidi, non ai costi – vale a dire, se può dare una adesione di facciata agli sforzi di controllare i costi della assistenza sanitaria (che sembra stiano andando particolarmente bene, secondo una delle storie di successo delle quali non si parla della riforma di Obama), ciò per cui ha ripetutamente fatto pressioni sono cose come l’elevamento dell’età di ingresso in Medicare. Queste sono il genere di cose che sono considerate serie nella Capitale. E come vi potete immaginare, il Post è andato su tutte le furie a proposito delle recenti indicazioni secondo le quali la Previdenza sociale dovrebbe essere estesa, non tagliata.

Ma la serietà immaginaria non è la stessa cosa della serietà effettiva, la quale dipende dai fatti. Noi adesso sappiamo che elevare l’età di ingresso a Medicare sarebbe davvero stata un’idea terribile, che avrebbe creato un mucchio di difficoltà nel mentre non avrebbe nemmeno scalfito il deficit di bilancio. E la premessa centrale dell’ultimo editoriale – che gli anziani se la stanno passando bene – è proprio falsa.

Scrive il Post:

“Gli autori della proposta di legge mettono in guardia su una incombente “crisi pensionistica” a causa dei bassi tassi di risparmio e delle pensioni del settore privato che stanno scomparendo. Di fatto, il tasso di povertà tra gli anziani è il 9,1 per cento, più basso di quello dell’intera nazione che è del 15 per cento – e molto più basso del tasso del 21,8 per cento tra i bambini.

Questo indica che la Previdenza Sociale sta facendo un buon lavoro nel combattere la povertà per quello che è e che quei guadagni dovrebbero essere preservati  in un qualche tentativo di dare un taglio al programma.”

Signori, in questo caso dovreste aggiornarvi. E’ assai noto che la misura ufficiale della povertà è abbastanza difettosa, per una varietà di ragioni – ed è specialmente difettosa quando si passa agli anziani, che – persino con Medicare – tendono ad avere una quantità di spese mediche, ed in vari altri sensi non sono così benestanti come indicano i dati ufficiali. La Stima supplementare della povertà del Censimento colloca la povertà degli anziani al 14,8 per cento, solo di poco più bassa della percentuale degli adulti più giovani.

Ed alcuni degli anziani odierni stanno ancora beneficiando dei tradizionali programmi pensionistici a “trattamento definito” [2]. Nel futuro, il reddito oltre che dalla Previdenza Sociale dipenderà quasi interamente da programmi a “contribuzione definita” – noti nella contabilità statale come “401 (k)s”. Ed i 401 (k)s sono un esperimento che è fallito, ad eccezione di coloro che sono già benestanti.

Si può non credere che il fallimento dei programmi a contribuzione-definita sia una ragione per estendere  l’unico importante programma a trattamento-definito che abbiamo, vale a dire la Previdenza Sociale. Ma non si avanzi quell’argomento per sostenere che tutto sta andando bene agli americani anziani. Ai vecchi non va benissimo.



[1] Per “Social Security”, la sua storia e la ragione  per cui traduciamo con ‘previdenza’, si vedano le note sulla traduzione.

[2] Un “programma pensionistico a trattamento definito” è quello nel quale il trattamento pensionistico viene stabilito sulla base di una formula nota in anticipo, e non sulla base del rendimento dei suoi accantonamenti. Quello più frequente, si basa su una formula derivante dall’ultimo periodo degli stipendi percepiti.  Diversamente dai “defined-benefit retirement plans”, i “defined-contribution retirement plans” sono invece i programmi nei quali sono definiti e noti in anticipo i ‘contributi’ , ma non i trattamenti finali; questi ultimi programmi saranno generalizzati in un futuro prossimo.

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