November 25, 2013, 4:42 pm
OK, I just created an Obamacare account for myself (if I broke any laws, please, it was just investigative journalism). I went all the way through the process at healthcare.gov, stopping before the final step of actually applying (I don’t qualify, of course, because Princeton provides insurance), just to see how hard it was. And the answer is that it was no problem at all, with no delays.
I also used the information only feature to get a listing of plans in my area. Again, no problem. And healthcare.gov directs you to Kaiser for an estimate of subsidies and final cost.
Now, I know that this is only part of the story, and we’re still not getting clear answers on how well the 834 transmissions — which send the information to insurers — are working. But the visible parts of the process bear no resemblance to the horror stories of a few weeks ago.
Why did I carry out this little exercise? Well, I scanned the comments on today’s column and noticed a lot of people reporting having successfully enrolled in Obamacare — not at one of the well-functioning state exchanges, but at the supposedly disastrous healthcare.gov. Just anecdotes, I know — but anecdotes suggesting that the system is no longer the black hole of yore.
In short, it’s looking increasingly likely that the story from here on is going to be one of steadily better news — of growing enrollment in the federal as well as state exchanges, of people discovering either that their insurance has gotten better and cheaper or that they can afford insurance for the first time. Bit by bit these stories will percolate into the news media, replacing the sob stories about cancelled policies.
And I find myself wondering what Republicans will do. Or actually, not so much. As Martin Longman noted over the weekend, Obamacare already looks like one of those Republican obsessions — like Benghazi — where the party has convinced itself that there must be a winning issue hidden in there somewhere, and that if only it keeps flogging the thing, long after the public has moved on, it will eventually score big.
I’m not saying that the botched rollout is irrelevant: it has badly hurt Obama, and may do damage that lasts into the midterms. But the facts on the ground are changing, and my very strong guess is that the GOP will undo a lot of its gains by refusing to acknowledge that change.
Presto la riforma di Obama diventerà come Bengasi
Ebbene, ho appena simulato per mio conto una iscrizione alla riforma sanitaria di Obama (se ho violato qualche legge, per favore, è stato solo per un giornalismo di investigazione), Ho fatto tutto il percorso attraverso il meccanismo del sito governativo sulla riforma, fermandomi prima del passaggio finale della effettiva implementazione (senza qualificarmi, naturalmente, perché Princeton [1] fornisce la assicurazione), solo per vedere quanto era difficile. E la risposta è che non c’è stato alcun problema e nessun ritardo.
Ho anche usato l’informazione che si caratterizza per una lista di programmi relativi al mio settore. Ancora, nessun problema. Ed il sito governativo vi indirizza a Kaiser [2] per una stima dei sussidi e del costo finale.
Ora, so che questa è solo una parte della storia, e che ancora non stiamo avendo risposte chiare su quanto stiano ben funzionando gli 834 programmi che spediscono le informazioni agli assicuratori. Ma la parte visibile del meccanismo non presenta alcuna somiglianza con i racconti dell’orrore di poche settimane fa.
Cosa ho dedotto da questo piccolo esercizio? Ebbene, ho scorso i commenti sull’articolo di oggi ed ho notato che i resoconti di una quantità di persone mostrano iscrizioni che hanno avuto successo alla riforma della assistenza – non a qualcuna delle “borse” [3] ben funzionanti nei singoli stati, ma al presunto disastroso sito informatico governativo. Sono solo aneddoti, lo so – ma gli aneddoti suggeriscono che il sistema non è più il buco nero del recente passato.
In breve, sembra sempre più probabile che il racconto d’ora in avanti sia destinato a portare regolarmente migliori notizie – di iscrizioni crescenti nelle ‘borse’ federali come in quelle ai livelli degli Stati, di persone che scoprono sia che la loro assicurazione è diventata migliore o più economica, sia che si possono permettere per la prima volta una assicurazione. Poco a poco queste storie si diffonderanno nelle notizie dei media, rimpiazzando le storie penose sulle polizze cancellate.
E mi ritrovo a chiedermi che cosa faranno i repubblicani. Oddio, non più di tanto. Come ha notato Martin Longman nel fine settimana, la riforma di Obama già assomiglia ad una di quelle ossessioni repubblicane – come nel caso di Bengasi [4] – nelle quali il partito si è convinto che ci deve essere, nascosto da qualche parte, un tema vincente e che solo se continuano a battere su quel chiodo [5], anche dopo che l’opinione pubblica è passata oltre, alla fine realizzeranno una gran punteggio.
Non sto dicendo che il pasticcio del lancio della riforma sia irrilevante: è un brutto colpo per Obama e può provocare un danno che durerà sino alle elezioni di medio termine. Ma i fatti in questione stanno cambiando, e la mia fortissima impressione è che il Partito Repubblicano disfarà un bel po’ dei suoi guadagni, con il rifiuto di riconoscere quel cambiamento.
[1] Ovvero, l’Università dove lui lavora.
[2] “Kaiser” è una Fondazione benefica che si occupa principalmente dei problemi sanitari, intitolata ad Henry Kaiser jr, che credo sia uno dei rampolli della famiglia Kaiser.
[3] Vedi alla voce “Exchanges” nelle note sulla traduzione.
[4] La vicenda della aggressione alla sede diplomatica americana, nella quale venne assassinato il console degli Stati Uniti e che fu oggetto di una violenta campagna repubblicana sulla presunta inerzia governativa.
[5] Letteralmente “a frustare su quell’oggetto”.
By mm
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