November 9, 2013, 12:43 pm
First things first: France has problems. Unemployment is high, especially among young people, many small businesses are struggling, the population is aging (although not nearly as much as in many other countries, Germany very much included.)
By just about any measure I can find, however, France looks not too bad by European standards. GDP has recovered roughly to pre-crisis levels; the budget deficit is fairly small and the medium-term debt outlook not at all scary; the long-term budget outlook is actually pretty good compared with its neighbors, thanks to a higher birth rate.
Yet the country is the subject of vituperative, over-the-top commentary. Here’s The Economist, a year ago, declaring France “The time bomb at the heart of Europe”. Here’s CNN declaring that France is in “free fall”.
That CNN piece actually offers a few specifics. It argues that France faces a “yawning competitiveness gap” due to rising labor costs. Hmm. Here’s what I get from European Commission numbers, comparing France with the euro area as a whole:
European Commission
There’s a bit of deterioration there, I guess — but it’s more yawn-inspiring than yawning.
CNN also declares,
France’s decline is best illustrated by the rapid deterioration in its foreign trade. In 1999, France sold around 7% of the world’s exports. Today, the figure is just over 3%, and falling fast.
Hmm.Just about every advanced country, the United States very much included, has a declining share of world exports (Germany is an exception); this New York Fed research paper notes that this decline is more or less in line with the declining share of advanced economies in world GDP as emerging nations rise, and it portrays France as more or less typical.
Again, the point is not that France is problem-free; the question is why this only moderately troubled nation attracts rating downgrades and so much apocalyptic rhetoric.
And the answer just has to be politics. France’s sin isn’t excessive debt, especially poor growth, lousy productivity (it has more or less matched Germany since 2000), poor job growth (ditto), or anything like that. Its sin is that of balancing its budget by raising taxes instead of slashing benefits. There’s no evidence that this is a disastrous policy — and in fact bond markets don’t seem concerned — but who needs evidence?
Ulteriori note sul pestaggio verso la Francia
La cosa principale anzitutto: la Francia ha problemi. La disoccupazione è alta, specialmente tra i giovani, molte piccole imprese si dibattono nelle difficoltà, la popolazione invecchia (sebbene neanche lontanamente tanto quanto in altri paesi, includendo in primo luogo la Germania).
Tuttavia, proprio da tutti i punti di vista mi posso render conto che la Francia non sembra messa così male secondo gli standards europei. Il PIL si è grosso modo ripreso ai livelli precedenti alla crisi; il deficit di bilancio è abbastanza modesto e le previsioni sul debito a medio termine non sono così terribili; le previsioni di bilancio a lungo termine sono in effetti abbastanza buone, se confrontate con quelle dei suoi vicini, grazie ad un tasso di natalità più alto.
Eppure il paese è sottoposto a commenti esageratamente denigratori. Un anno fa era The Economist che definiva la Francia “la bomba ad orologeria al cuore dell’Europa”. Ora ecco la CNN che dichiara che la Francia è in “caduta libera”.
Il pezzo della CNN per la verità offre alcuni esempi. Sostiene che la Francia fa i conti con un “marcato gap di competitività” dovuto a costi del lavoro crescenti. Sono perplesso. Ecco quello che ottengo dai dati della Commissione Europea, che confrontano la Francia con l’area euro nel suo complesso:
Commissione Europea
C’è un po’ di deterioramento, suppongo – ma più che essere marcato sembra piuttosto indurre allo sbadiglio [1].
La CNN dichiara anche:
“Il declino della Francia sembra illustrato nel migliore dei modi dal deterioramento del suo commercio con l’estero. Nel 1999 la Francia vendeva circa il 7% delle esportazioni mondiali. Oggi, il dato è appena sopra il 3% e cala velocemente.”
Sono nuovamente perplesso. All’incirca tutti i paesi avanzati, inclusi a pieno titolo gli Stati Uniti, hanno una quota in calo delle esportazioni mondiali (la Germania è una eccezione); la ricerca in questa connessione della Fed di New York nota che questo declino è più o meno in linea con la diminuzione della percentuale di PIL delle economie avanzate a fronte della crescita delle nazioni emergenti, e descrive la Francia in una situazione piò o meno comune.
Di nuovo, il punto non è che la Francia sia esente da problemi; la domanda è perché questa nazione solo moderatamente in difficoltà si meriti una retrocessione nel rating e così tanta retorica apocalittica.
E la risposta non può che essere politica. Il peccato della Francia non è il debito eccessivo, in particolare non è la crescita modesta, la produttività scadente (ha più o meno eguagliato la Germania a partire dal 2000), la modesta crescita dei posti di lavoro (idem), o qualsiasi cosa simile. Il suo peccato è che sta mettendo in equilibrio il suo bilancio aumentando le tasse anziché riducendo i sussidi. Non c’è alcuna prova che questa sia una politica disastrosa – e di fatto i mercati dei bonds non sembrano preoccupati – ma chi ha bisogno di prove?
[1] “Yawning” può significare sia “aperto, spalancato” e dunque “marcato”, che il gesto dello sbadigliare.
By mm
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