November 25, 2013, 9:46 am
Dean Baker is annoyed with Greg Mankiw — not for the first time — for suggesting that the time for a Fed exit strategy may be drawing near. Dean focuses mainly on Greg’s use of what he considers a misleading wage number, but the problem runs deeper.
So, about that number. We have multiple measures of wage developments, and while they tend to move together in big changes, they can tell somewhat different short-run stories. Here are three of them:
One of these numbers, wages of production and nonsupervisory workers, shows a modest uptick, the others not. All three remain well below their pre-crisis rates of increase. Is this the kind of evidence on which you want to base a major policy change? Not in my world.
Let me add two further points.
First, with all the talk of negative natural rates of interest, secular stagnation, and so on, there is a strong case for setting inflation targets at least somewhat higher than they were in the past. All sorts of people have, in fact, called for higher inflation. Meanwhile, however, wage growth — by any measure — is far below its pre-crisis level, which in retrospect was too low. So it makes no sense at all to tighten until we see wage inflation rise, not just from its current level, but several points higher.
Second,hysteresis: Arguments that the full-employment rate of unemployment has risen tend to rely on the claim that sustained high unemployment, even if it starts out cyclical, eventually becomes structural. But if that’s true, there are very high costs to premature policy tightening, which can raise unemployment in the long as well as the short run. Since we don’t really know where full employment is — and since there’s a case for a higher inflation target anyway — this adds up to a strong argument for waiting to see overwhelmingly clear evidence of an overheated economy before beginning any kind of policy exit.
So Janet Yellen should keep her pedal to the metal for a long time.
Vicini ad una fuoriuscita che non porta da nessuna parte
Dean Baker è irritato con Greg Mankiw – non è la prima volta – per aver indicato che il tempo di una strategia di fuoriuscita [1] da parte della Fed potrebbe essere vicino. Dean si concentra principalmente sull’utilizzo da parte di Greg di quello che considera un fuorviante dato sui salari, ma il problema è più profondo.
Dunque, a proposito delle statistiche. Abbiamo molteplici misurazioni degli sviluppi salariali, e mentre tendono a muoversi in sintonia nei grandi cambiamenti, talvolta possono raccontare storie diverse nel breve periodo. Eccone tre:
Uno di questi numeri, i salari degli operai alla produzione che non hanno funzioni di sorveglianza, mostrano un lieve incremento, gli altri no. Tutti e tre restano ben al di sotto dei loro tassi di incremento precedenti alla crisi. E’ questo il genere di prova sul quale si può basare un importante mutamento della situazione generale? Nella mia logica, no.
Consentitemi di aggiungere due aspetti ulteriori.
Il primo, con tutto il parlare di tassi di interesse naturali negativi, di stagnazione secolare e così via, c’è un forte motivo per collocare gli obbiettivi di inflazione almeno un po’ più in alto di quanto erano nel passato. Individui di ogni genere di orientamento, di fatto, si sono pronunciati per una inflazione più alta. Nel frattempo, tuttavia, la crescita dei salari – in tutte le sue misurazioni – è assai al di sotto del suo livello pre-crisi, che retrospettivamente era troppo basso. Dunque non ha affatto senso una politica restrittiva sinché non osserviamo un crescita della inflazione dei salari, non solo rispetto al suo livello attuale, ma vari punti sopra.
Il secondo, l’isteresi [2]: gli argomenti secondo i quali il tasso di disoccupazione in condizioni di piena occupazione sia cresciuto in generale si basa sulla pretesa che una prolungata alta disoccupazione, anche se comincia per effetto del ciclo economico, alla fine diventa strutturale. Ma se questo è vero, ci sono costi molto alti per una politica restrittiva prematura, che può elevare la disoccupazione sia nel lungo che nel breve periodo. Dal momento che in realtà non conosciamo dove si collochi la piena occupazione – e dal momento che ci sono in ogni caso motivazioni per un obbiettivo di inflazione più elevato – questo aggiunge un forte argomento per attendere di vedere prove completamente chiare di una economia surriscaldata, prima di dare inizio ad un qualsiasi genere di politica di fuoriuscita.
Dunque, Janet Yellen dovrebbe spingere sull’acceleratore per un bel po’.
[1] Da una politica di espansione monetaria.
[2] L’isteresi è la caratteristica di un sistema di reagire in ritardo alle sollecitazioni applicate e in dipendenza dello stato precedente. Il termine, derivante dal greco ὑστέρησις (hystéresis, “ritardo”), fu introdotto nel senso moderno da James Alfred Ewing nel 1890, ed è usato in generale nella teoria dei sistemi dinamici, quindi non solo in fisica, ma anche in biologia ed economia. (Wikipedia)
By mm
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