Blog di Krugman

A destra, sarà sempre ottobre (5 dicembre 2013)

 

December 5, 2013, 1:14 pm

On the Right, It Will Always Be October

For almost two months, the debacle of healthcare.gov allowed conservatives to live the life they always wanted. Health reform was a dismal failure; Obama would go down in history as a laughingstock; government can’t do anything; viva Ayn Rand!

Meanwhile, the technicians were working on what was always a technical IT problem, not a problem with the fundamental structure of the law. And while things are far from completely fixed, the crisis is clearly over. Obamacare will have millions of beneficiaries by the time open enrollment ends; it will add many more in the 2015 cycle. Health reform is pretty much irreversible at this point. It’s even possible that memories of the initial botch will have faded enough by next November that Obamacare becomes a political plus in the midterms.

That, at least, is how things look from where I sit. Apparently, however, many people on the right are still stuck on the notion that Obamacare is doomed, indeed that it’s collapsing as we speak. The latest version is the supposed “death spiral” of young people not signing up.

As Ryan Cooper says, don’t count on it. There are lots of good reasons for the young to sign up, including the fact that it’s the law. And pay no attention to polls suggesting that the young are now down on the whole thing — those polls are colored by the IT mess of October-November, which is not where we are now.

Still, that’s their line. And when you see a pundit making pronouncements on the state of affairs, you can get a good sense of his true political affiliations by where he comes out on this question. If a supposedly centrist pundit writes and talks as if Obamacare were in a doom loop, as opposed to the reality of ongoing recovery, you know which camp he’s really in.

 

A destra, sarà sempre ottobre

 

Per quasi due mesi, la débâcle del sito governativo della riforma sanitaria ha permesso ai conservatori di vivere come hanno sempre voluto. La riforma sanitaria era stata uno squallido fallimento;  Obama sarebbe passato alla storia come uno zimbello; i governi non possono far nulla; viva Ayn Rand [1]!

Nel frattempo, i tecnici stavano lavorando a quello che è sempre stato un problema di tecnologia informatica, che non aveva a che fare con la struttura di base della legge. E se le cose sono lungi dall’essere completamente riparate, la crisi è chiaramente superata. La riforma di Obama avrà milioni di beneficiari al momento in cui le iscrizioni chiuderanno; se ne aggiungeranno molti di più con il ciclo del 2015. La riforma sanitaria, questo punto, è praticamente irreversibile. E’ persino possibile che la memoria del pasticcio iniziale sia a tal punto svanita nel prossimo novembre che la riforma dell’assistenza diventi una opportunità alle elezioni di medio termine.

Così è come le cose appaiono dalla mia postazione. A quanto pare, tuttavia, molte persone a destra sono ancora ferme all’idea che le riforma sanitaria sia condannata, anzi che nel mentre ne parliamo sia al tracollo. L’ultimissima versione è il presunto “catastrofico avvitamento” dei giovani che non si iscrivono.

Come dice Ryan Cooper, non contateci.  Ci sono una quantità di buone ragioni perché i giovani si iscrivano, incluso il fatto che si tratta di un obbligo di legge. E non prestate attenzione ai sondaggi secondo i quali in questo momenti i giovani avrebbero le scatole piena di tutta la faccenda – quei sondaggi sono influenzati dal disastro informatico di ottobre-novembre, che non è la situazione di oggi.

Eppure, quello è il loro orientamento. E quando ascoltate un commentatore che si pronuncia sullo stato dell’arte, potete avere una buona percezione delle simpatie politiche dalle quali egli trae spunto sulla faccenda. Se un commentatore che si suppone centrista scrive e parla come se la riforma dell’assistenza di Obama fosse in un circolo senza sbocco, diversamente dalla realtà di un continuo miglioramento, sapete a quale schieramento appartiene.


 

 


[1] Scrittrice e filosofa americana di origini russe, icona dei conservatori.

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