December 28, 2013, 2:35 pm
It’s always important, and always hard, to distinguish positive economics — how things work — from normative economics — how things should be. Indeed, on many of the macro issues I’ve written about it has been obvious that large numbers of economists can’t bring themselves to make that distinction; they dislike activist government on political grounds, and this leads them to make really bad arguments about why fiscal stimulus can’t work and monetary stimulus will be disastrous. I don’t, by the way, think that this effect is symmetric: although people like Robert Lucas were quick to accuse people like Christy Romer of fabricating macro arguments to support a big-government agenda, this didn’t actually happen.
But I come now to talk not about macro but about money — specifically, about Bitcoin and all that.
So far almost all of the Bitcoin discussion has been positive economics — can this actually work? And I have to say that I’m still deeply unconvinced. To be successful, money must be both a medium of exchange and a reasonably stable store of value. And it remains completely unclear why BitCoin should be a stable store of value. Brad DeLong puts it clearly:
Underpinning the value of gold is that if all else fails you can use it to make pretty things. Underpinning the value of the dollar is a combination of (a) the fact that you can use them to pay your taxes to the U.S. government, and (b) that the Federal Reserve is a potential dollar sink and has promised to buy them back and extinguish them if their real value starts to sink at (much) more than 2%/year (yes, I know).
Placing a ceiling on the value of gold is mining technology, and the prospect that if its price gets out of whack for long on the upside a great deal more of it will be created. Placing a ceiling on the value of the dollar is the Federal Reserve’s role as actual dollar source, and its commitment not to allow deflation to happen.
Placing a ceiling on the value of bitcoins is computer technology and the form of the hash function… until the limit of 21 million bitcoins is reached. Placing a floor on the value of bitcoins is… what, exactly?
I have had and am continuing to have a dialogue with smart technologists who are very high on BitCoin — but when I try to get them to explain to me why BitCoin is a reliable store of value, they always seem to come back with explanations about how it’s a terrific medium of exchange. Even if I buy this (which I don’t, entirely), it doesn’t solve my problem. And I haven’t been able to get my correspondents to recognize that these are different questions.
But as I said, this is a positive discussion. What about the normative economics? Well, you should read Charlie Stross:
BitCoin looks like it was designed as a weapon intended to damage central banking and money issuing banks, with a Libertarian political agenda in mind—to damage states ability to collect tax and monitor their citizens financial transactions.
Go read the whole thing.
Stross doesn’t like that agenda, and neither do I; but I am trying not to let that tilt my positive analysis of BitCoin one way or the other. One suspects, however, that many BitCoin enthusiasts are, in fact, enthusiastic because, as Stross says, “it pushes the same buttons as their gold fetish.”
Il Bitcoin è male
E’ sempre importante – ed è sempre difficile – distinguere l’economia concreta – come le cose funzionano – dall’economia normativa – come dovrebbero essere. Per la verità, per molti dei temi di macroeconomia sui quali ho scritto, è stato evidente che un gran numero di macroeconomisti non si rassegnano a fare questa distinzione; detestano l’attivismo dei governi su basi politiche, e questo li porta a sostenere argomenti davvero negativi sulle ragioni per le quali lo stimolo della spesa pubblica non può funzionare e quello monetario sarebbe disastroso. Non penso, per inciso, che si tratti di manifestazioni simmetriche: per quanto individui come Robert Lucas si siano affrettati ad accusare persone come Christy Romer di fabbricare argomenti macroeconomici per sostenere un programma da governo ‘interventista’, la cosa era in effetti non vera.
Ma qua non ho intenzione di parlare di teoria economica ma di denaro – in particolare del Bitcoin e di tutto il resto.
Sinora quasi tutto il dibattito sul Bitcoin ha riguardato gli aspetti economici concreti – può funzionare davvero? E devo dire che sono ancora profondamente non persuaso. Per avere successo, una moneta deve essere sia un mezzo di scambio che una riserva ragionevolmente stabile di valore. E continua ad essere del tutto non chiaro perché il Bitcoin dovrebbe essere una riserva stabile di valore. Lo dice Brad DeLong chiaramente:
“Ciò che regge il valore del dollaro è che se tutto il resto viene meno, lo potete usare per fare belle cose. Ciò che regge il valore del dollaro è: a) il fatto che lo potete usare per pagare le tasse al Governo degli Stati Uniti; b) il fatto che la Federal Reserve sia un potenziale stabilizzatore [1] del dollaro ed abbia promesso di acquistarne sino all’estinzione se il suo valore reale comincia ad affondare molto di più che al 2% all’anno (si, lo so).
Quello che stabilisce il tetto al valore dell’oro è la tecnologia mineraria, e la prospettiva che se il suo prezzo sfugge in modo anomalo e per lungo tempo, dal lato positivo si determinerà un grande accordo ulteriore su di esso. Quello che stabilisce il tetto del valore del dollaro è il ruolo della Federal Reserve come effettiva fonte dei dollari, ed il suo impegno a non consentire che abbia luogo una deflazione.
Quello che stabilisce un tetto al valore dei ‘bitcoins’ è la tecnologia del computer e la forma della ‘funzione hash’ [2] … sinché non è raggiunto il limite di 21 milioni di bitcoins. Stabilire un livello minimo al valore dei bitcoins è …. che cosa è, esattamente?
Ho avuto e continuo ad avere un dialogo con intelligenti tecnologi che sono molto esaltati dal Bitcoin – ma quando cerco di ottenere che mi venga spiegato perché il Bitcoin sarebbe una riserva affidabile di valore, mi sembrano sempre tornare a spiegazioni su come esso sia un mezzo di scambio formidabile. Anche se lo prendessi per buono (cosa che non faccio, almeno interamente), esso non risolve il mio problema. E non sono stato capace di far comprendere ai miei corrispondenti che si tratta di questioni diverse.
Ma come ho detto, questa è una discussione dal lato della concretezza. Cosa si può dire dal lato dell’economia normativa? Ebbene, dovreste leggere Charlie Stross:
“Il Bitcoin sembra sia stato escogitato come un’arma rivolta a provocare un danno alle banche centrali e a quelle che emettono denaro, avendo in mente un programma politico ‘libertariano’ [3] – per danneggiare la capacità degli Stati di raccogliere le tasse e di monitorare le transazioni finanziarie dei loro cittadini.”
Dovete leggere l’intero articolo.
Stross non ama quel programma, e neppure io; ma io sto cercando di non consentire che, in un modo o nell’altro, ciò influenzi la mia analisi sul Bitcoin. Si ha il sospetto, tuttavia, che molti entusiasti del Bitcoin, come dice Stross, siano di fatto tali perché “esso preme gli stessi tasti del loro feticcio aureo”.
[1] In questo caso mi pare si potrebbe intendere “sink” come qualcosa che provoca un affondamento, nel senso di una liquidazione – come un ‘lavello’ che consente che qualcosa scompaia, oppure come un fattore di stabilizzazione, appunto come gli strumenti che stabilizzano la fornitura di energia. Per quanto assai più specifica, mi pare che la seconda interpretazione sia più verosimile. Il “sink” successivo, invece, mi pare che non possa essere inteso se non come un ‘affondare’, un ‘diminuire di valore’.
[2] Nel linguaggio matematico e informatico, la funzione hash è una funzione non iniettiva (e quindi non invertibile) che mappa una stringa di lunghezza arbitraria in una stringa di lunghezza predefinita. Esistono numerosi algoritmi che realizzano funzioni hash con particolari proprietà che dipendono dall’applicazione. (Wikipedia)
Non che in questo modo almeno io abbia capito niente di più. Se non che il Bitcoin … non esisterebbe senza computers potenti e senza una matematica molto sofisticata.
[3] “Libertariana” era ad esempio l’ideologia di Ayn Rand (vedi le note sulla traduzione). Un misto di ideologia antistatalista, individualista, e persuasa della saggezza del capitalismo sfrenato.
By mm
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