Blog di Krugman

Il grande capitale scommette sulla riforma sanitaria di Obama (16 dicembre 2013)

 

December 16, 2013, 10:23 am

The Big Money Bets on Obamacare

As Greg Sargent has been pointing out for some time, the startup troubles of Obamacare have divided both the general public and the political class into two different intellectual universes. On one side, Republicans — both the base and the political leadership — have decided that health reform is already a failure; that conviction is actually helping the leadership rein in some of the crazies, by telling them that now is the time to wait and let the political payoff from Obamacare’s collapse fall into their laps.

 

On the other side, Democrats see a law that got off to a terrible start but is getting rapidly better.

Which is right? There’s data showing a sharp rise in enrollments, but there are continuing problems with the back end, and then there are dueling anecdotes. It would be hard to assess all this objectively even if political passions weren’t running so high.

But one group has a strong incentive to be objective — and also has a much better perspective on what’s really going on than any lay observer. Namely, the insurance industry. So the shoe we’ve all been waiting to see drop — or not — was the surge of advertising urging people buying insurance through the exchanges to buy from me, me, me.

That shoe has just dropped, with $500 million of advertising spending now in the pipeline. Insurers think this is going to work.

Now, some people will see this as bad news. Obamacare is just going to add to insurer profits! And it will indeed make money for the likes of Aetna and Wellpoint. In an ideal world, this wouldn’t be happening: single payer would clearly have been a better system. But it wasn’t going to happen. This was the health reform we could get — and when it works, as the big money now believes it will, it’s going to make a huge, positive difference to millions of lives.

 

Il grande capitale scommette sulla riforma sanitaria di Obama

 

Come Greg Sargent viene opportunamente sottolineando da un po’ di tempo, i guai dell’avvio della riforma sanitaria di Obama hanno diviso sia l’opinione pubblica in generale che la classe politica in due diversi universi intellettuali. Da una parte i repubblicani – sia la base che il gruppo dirigente politico – hanno deciso che la riforma sanitaria sia già un fallimento; per la verità, quella convinzione sta aiutando il gruppo dirigente a tenere a freno alcuni di quelli pazzi, dicendo loro che ora è il momento di attendere che il compenso finale derivante dal collasso della riforma sanitaria di Obama caschi nel loro grembo.

Dall’altra i democratici vedono una legge che è partita nel modo peggiore ma sta rapidamente migliorando.

Chi ha ragione? Ci sono i dati che mostrano una forte crescita nelle iscrizioni, ma ci sono problemi che continuano nella parte successiva [1], e poi c’è una contesa di aneddoti. Sarebbe difficile valutare tutto ciò obiettivamente anche se le passioni non fossero così forti.

Ma un gruppo ha un forte incentivo ad essere obbiettivo – ed ha anche una visione molto migliore su quanto sta realmente accadendo di quella di ogni osservatore inesperto. In particolare, il settore delle assicurazioni. Così, il primo fenomeno [2] che ci aspettavamo di veder capitare – oppure no –  è stata la crescita delle pubblicità che spinge le persone ad acquistare l’assicurazione attraverso le “borse” [3] dall’uno anziché dall’altro.

Il che è successo, con una spesa di 500 milioni di dollari di propaganda che sono adesso stati messi in programma. Gli assicuratori pensano che la cosa sia destinata a funzionare.

Ora, alcune persone la considereranno come una cattiva notizia. La riforma di Obama sta semplicemente aumentando i profitti degli assicuratori! E in effetti soggetti come Aetna e Wellpoint [4] faranno soldi. In un mondo ideale questo non dovrebbe accadere: un sistema con un unico centro di pagamenti sarebbe chiaramente stato migliore. Ma non era possibile. La riforma sanitaria che ci siamo trovati è stata questa – ed una volta che funzionerà, come il grande capitale ora crede che accadrà, è destinata a produrre una grande e positiva differenza per milioni di vite umane.



[1] Forse si riferisce alle procedure successive a quella del semplice “enrollment”. In effetti io traduco “enrollment” come “iscrizione” ma sarebbe più precisamente una “registrazione”, cioè l’avvio della procedura. Una volta “registrati’ si deve procedere con la scelta di un piano assicurativo e di una assicurazione e con le procedure relative ai sussidi pubblici, se sono dovuti.

[2] L’espressione idiomatica è solitamente usata quando ci si riferisce ad una “first shoe” (“prima scarpa”) che sta per caderci addosso, intendendo implicitamente che la seconda scarpa verrà in seguito e sarà anche peggiore.

[3] Vedi le note sulla traduzione ad “exchanges”.

[4]  Naturalmente sono nomi di imprese del settore delle assicurazioni.

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