December 31, 2013, 11:42 am
Regular readers know that I talk quite a lot about zombies, but also occasionally talk about cockroaches. Reading Menzie Chinn today, it occurred to me that it might be helpful to review the distinction between these two technical terms.
A zombie idea is an idea that should have died long ago in the face of evidence or logic, but just keeps shambling forward, eating peoples’ brains. I first saw the term in the context of Canadian health care, where it was used with respect to assertions that hordes of Canadians are crossing the border in search of care, or vast numbers of Canadian doctors emigrating. But it applies to many concepts, like the insistence that cutting tax rates on the wealthy leads to soaring economic growth, which remains dogma on the right in the teeth of all the evidence.
A cockroach idea is a bit different: it’s an idea whose wrongness is so obvious, once pointed out, that the people who stated it claim that they did no such thing — so that at first you think you have a weasel problem, but at least the cockroaches are gone. Next thing you know, however, the roaches have invaded all over again.
Menzie deals with a prime example, the assertion that government spending can’t, as a matter of principle, increase demand, because government borrowing must always crowd out an equal amount of private spending. In his case, he pointed out that the Heritage foundation was promoting this fallacy; Heritage complained that he was misrepresenting their extremely sophisticated intertemporal analysis; the foundation then proceeded to publish new “research” making exactly the same mistake.
But it’s not just Heritage. I was alerted to the fact that we were living in a Dark Age of macroeconomics when the same cockroach put in an appearance at the University of Chicago.
Now, some people get all upset by this terminology. Why can’t I be serious and respectful? Well, the answer is that we’re not having a serious conversation. There are real debates in economics — for example, about how much slack remains in the economy, how effective unconventional monetary policy really is, etc.. For those debates a respectful tone is appropriate. But when people resurrect 80-year-old fallacies, then claim that they never said what they said, then come right back with the same thing, we need colorful language to convey the deep unseriousness of their position.
Jean-Baptiste Say, lo scarafaggio [1]
Chi mi legge regolarmente sa che io parlo abbastanza degli zombi, ma occasionalmente parlo anche di scarafaggi. Leggendo oggi Menzie Chinn, mi è venuto in mente che sarebbe stato utile rivisitare la distinzione tra questi due termini tecnici.
Un’idea zombi è un’idea che dovrebbe esser morta da tempo di fronte ai fatti o alla logica, ma continua proprio a trascinarsi in avanti, mangiando i cervelli delle persone. Mi accorsi per la prima volta del termine nel contesto della assistenza sanitaria del Canada, dove veniva utilizzata in relazione ad affermazioni secondo le quali orde di canadesi stavano attraversando i confini in cerca di assistenza, ovvero tantissimi medici canadesi stavano emigrando. Ma si applica a tanti concetti, come quello secondo il quale il taglio delle tasse ai ricchi fa schizzare alle stelle la crescita economica, che resta un dogma della destra in barba all’evidenza.
Un’idea scarafaggio è un po’ diversa: è un’idea la cui erroneità è così evidente che, una volta messa in evidenza, le persone che l’hanno sottoscritta pretendono di non averlo mai fatto – cosicché dapprima pensate di dover ricorrere ad una donnola, ma almeno gli scarafaggi scompariranno. Sennonché, successivamente vi rendete conto che le blatte vi hanno invaso un’altra volta dappertutto.
Menzie fa i conti con un esempio di prima qualità, il giudizio per il quale la spesa pubblica non può accrescere la domanda per una ragione di principio, giacché l’indebitamento del governo deve ‘spiazzare’ una eguale quantità di spesa privata. In questo caso, egli sottolineava che a promuovere questo sbaglio era stata Fondazione Heritage [2]; Heritage si era lamentata per la rappresentazione erronea della sua estremamente sofisticata analisi intertemporale; la Fondazione aveva poi proceduto a pubblicare una nuova “ricerca” replicando esattamente il medesimo errore.
Ma non si tratta solo di Heritage. Io misi in guardia sul fatto che stavamo vivendo in una Età Buia della macroeconomia allorché lo stesso scarafaggio fece la sua apparizione alla Università di Chicago.
Ora, alcuni si arrabbieranno per questa terminologia. Perché non posso essere serio e rispettoso? Ebbene, la risposta è che non stiamo avendo una discussione seria. In economia ci sono dibattiti veri – per esempio, su quanto l’economia resta fiacca, su quanto una politica monetaria non convenzionale sia realmente efficace etc. Per questi dibattiti un tono rispettoso è appropriato. Ma quando la gente risuscita errori vecchi di 80 anni, poi sostiene di non aver mai detto quello che ha detto, poi torna a dire la stessa cosa, abbiamo bisogno di un linguaggio colorito per comunicare la completa mancanza di serietà della loro posizione.
[1] In economia la legge di Say, detta anche legge degli sbocchi, fu enunciata dall’economista francese Jean-Baptiste Say e riguarda il fenomeno delle crisi economiche. Egli sosteneva in tale legge che in regime di libero scambio non sono possibili le crisi prolungate, poiché i prodotti si pagano con i prodotti e non con il denaro, che è solamente merce rappresentativa. L’offerta è sempre in grado di creare la propria domanda: ogni venditore è anche compratore. (Wikipedia)
In sostanza, l’idea di Say era una sorta di precedente logico dell’altra idea con la quale Krugman ironizza nel post, quella secondo la quale una aggiuntiva spesa pubblica toglie spazio (“Crowding out”) ad una equivalente spesa privata. Il che, appunto, sarebbe possibile se ci fosse sempre una corrispondenza obbligata tra offerta e domanda, in quanto la seconda sarebbe sempre determinata dalla prima.
[2] Nota fondazione della destra americana.
By mm
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