December 18, 2013, 11:20 am
The glums of October, when the launch of healthcare.gov turned into a debacle, convinced many — in fact, just about all — conservatives that Obamacare was doomed, doomed, doomed. But the IT side is working much better — not as well as it should, but it’s getting there, and enrollment is rising fast.
So what’s a doomsayer to say? You could reconsider in the light of the evidence, but it’s virtually a defining characteristic of modern conservatism that you don’t do that sort of thing. So now prophecies of doom rest on predictions of a “death spiral” in which young, healthy Americans don’t sign up, leading to high premiums, leading to further dropouts, etc..
It’s not going to happen, even though the people who have signed up so far do tilt older. This was expected, by the way — the same thing happened in Massachusetts.
The point is that while the death spiral story sounds good, especially if you’re rooting for failure, you have to do the numbers. And they don’t work, as Sarah Kliff reports. Even if the young sign up at only half the rate of the rest, rates will go only a few percent higher.
Why? As the study Kliff cites explains, the key point is that while Obamacare does impose community rating — no discrimination based on medical history — it doesn’t eliminate age-based rating; it just limits the range of age-based variation in premiums. So while young enrollees are, to some extent, subsidizing their elders, it’s not nearly as big a deal as people imagine.
In short, the age profile of enrollees is interesting, but not a reason for either glee or nail-biting anxiety.
La non-spirale della non-fatalità
La depressione di ottobre, quando l’avvio del sito informatico governativo sulla riforma sanitaria si era trasformato in una debacle, aveva convinto molti conservatori che la riforma della assistenza sanitaria di Obama era proprio spacciata. Ma l’aspetto informatico sta ora funzionando assai meglio – non bene come dovrebbe, ma ci sta arrivando, e le registrazioni crescono velocemente.
Cosa dicono dunque i profeti di sventura? Si dovrebbe, alla luce dei fatti, ripensare alle cose, ma non fare mai niente del genere è in pratica una caratteristica distintiva del conservatorismo moderno. Dunque, adesso le profezie di sventura si basano sulle previsioni di una “spirale fatale” per la quale gli americani giovani ed in buona salute non si iscriveranno, portando così a premi assicurativi più elevati, e di conseguenza ad abbandoni ulteriori, e così via.
Non è destinato a succedere, anche se le persone che si sono iscritte sino a questo punto tendono in effetti ad essere più anziane. Ovviamente, era previsto – la stessa cosa era accaduta nel Massachusetts.
Il punto è che se il racconto sulla spirale fatale sembra giusto, in particolare se si fa il tifo per un fallimento, si devono fare i conti con i dati. Ed essi non lo confermano, come informa Sarah Kliff. Anche se i giovani si iscrivono ad un ritmo che è la metà di quello di tutti gli altri, le tariffe andranno solo di pochi punti in percentuale più in alto.
Perché? Come lo studio citato [1] dalla Kliff spiega, il punto chiave è che se la riforma di Obama impone effettivamente la ‘valutazione comunitaria’ – nessuna discriminazione sulla base della patologie pregresse [2] – essa non elimina una valutazione basata sulla età; semplicemente limita, nei premi assicurativi, la gamma delle variazioni basate sull’età. Se dunque i giovani che si registrano in qualche misura stanno calando rispetto ai più anziani, questa non è una faccenda rilevante come la gente si immagina.
In poche parole, il profilo dell’età dei registrati è interessante, ma non è una ragione né per gioire, né per mangiarsi le unghie per l’ansia.
[1] Si tratta di un interessante studio a cura della Fondazione Kaiser, condotto dagli analisi Larry Levitt, Gary Claxton e Anthony Damico. Lo studio è nel link sul testo inglese. In conclusione esso mostra che se anche i giovani adulti (ovvero tra i 18 ed i 34 anni) si registrassero con una percentuale del 25% più bassa della loro consistenza effettiva, i costi per le assicurazioni crescerebbero solo dell’1,1% rispetto alle entrate assicurative delle polizze; se fossero, nella ipotesi peggiore, del 50% più bassi, i costi crescerebbero del 2,4% rispetto alle entrate delle polizze. Inoltre, lo studio mette in evidenza che il secondo scenario è piuttosto improbabile. E’ vero che esso assomiglia ai dati attuali di Stati come la California, ma alcuni sondaggi indicano una tendenza della popolazione più giovane ad iscriversi successivamente (le registrazioni sono possibili entro il marzo del 2014); cosicché la percentuale di giovani è destinata a crescere col tempo.
[2] Il “community rating” significa che la valutazione del rischio assicurativo, ovvero il calcolo attuariale sulla base del quale si definiscono i costi prevedibili delle assicurazioni e di conseguenza le polizze assicurative, viene condotto sulla base di una stima delle patologie medie di ampie comunità. Il che comporta che non è più possibile alcuna discriminazione sui singoli assicurati che hanno patologie sanitarie precedenti e dunque rischi assicurativi singolarmente più elevati.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"