Blog di Krugman

Private equity e pensiero monetario (5 dicembre 2013)

 

December 5, 2013, 1:31 pm

Private Equity and Monetary Thinking

There has been a kind of fun exchange between the think tank Third Way — which says it offers “fresh thinking”, although it looks pretty stale to me — and Elizabeth Warren. Third Way published a remarkably clumsy attack on economic populism, singling out the senator and Bill DeBlasio for special ire; Warren then raised the question of who, exactly, supports Third Way. The answer, big surprise, is Wall Street.

But Felix Salmon argues that there’s a broader point here: the “2-and-20 crowd” — private equity and hedge funds — is putting a lot of money into sponsoring economic research. Some of it seems fairly detached from self-interest — the money George Soros and Bill Janeway have put into the Institute for New Economic Thinking doesn’t seem designed to make them even richer. But that’s not true across the board.

And I have to say that Salmon gives me the chills when he notes that a lot of this funding seems to be heading into the study of monetary policy. What happens when a bunch of 2-and-20 guys plus economists who benefit from their largesse weigh in on monetary policy? You get something like the infamous Bernanke-is-debasing-the-currency letter of 2010. Strange to say, people who are either big rentiers themselves, market their services to rentiers, or both, are big on finding reasons why yields should go up even in a weak economy. One shudders to imagine the kind of “research” they’re likely to sponsor.

 

Private equity [1] e pensiero monetario

 

C’è stato una specie di divertente scambio di battute tra il gruppo di esperti denominato Terza Via – che afferma di offrire un “pensiero fresco”, sebbene a me sembri piuttosto stantio – ed Elizabeth Warren. Terza Via ha pubblicato un attacco piuttosto rozzo sul populismo economico, prendendo di mira la senatrice e Bill DeBlasio con particolare livore; la Warren allora ha avanzato la questione di chi, esattamente, sostenga Terza Via. La risposta, ma guarda un po’, è Wall Street.

Ma Felix Salmon sostiene che c’è qua un aspetto più generale: la “gente del 2-e-20 [2]– private equity ed edge funds – sta mettendo un sacco di soldi nello sponsorizzare la ricerca economica. Alcuni di essi sembrano abbastanza distaccati dai propri interessi – i soldi che George Soros e Bill Janeway hanno messo nell’ Institute for New Economic Thinking non sembrano rivolti a renderli ancora più ricchi. Ma non è così in tutti i casi.

E devo dire che Salmon mi mette i brividi quando nota che un bel po’ di questi finanziamenti sembra essere diretto allo studio della politica monetaria. Cosa accade quando un sacco di individui del “2 e 20 e in aggiunta gli economisti che beneficiano della loro generosità intervengono sulla politica monetaria? Si può avere qualcosa come la famigerata lettera su Bernanke-che-sta-svalutando il dollaro. Strano a dirsi, le persone che sono grandi redditieri per loro conto o che vendono i loro servizi ai redditieri, sono grandi nel trovare argomenti per i quali i rendimenti dovrebbero salire persino in una economia debole. Si trema al pensiero di quale “ricerca” è probabile che essi sponsorizzino.



[1] Le “private equities” sono quelle società  che operano rilevamenti di imprese in difficoltà, allo scopo di migliorarne la gestione o più frequentemente di condurle alla chiusura.

[2] Il termine si riferisce alla tecnica di pagamento dei managers del settore del private equity, consistente  in un parcella del 2 per cento e in una partecipazione del 20 per cento ai risultati della operazione.

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