December 3, 2013, 11:23 am
The other day I found myself hanging out with several other semi-public liberal figures (yes, we were drinking white wine), and the conversation turned to hate mail — specifically, what generated the most hysterical outpourings. For the others, it was often issues that are not my department, like reproductive rights. But for me, it’s two things: health care and monetary policy.
The hysteria over Obamacare is being well documented, of course; Sahil Kapur’s piece on “Obamacare McCarthyism” — the instant purging of any Republican who offers any hint of accommodation to the law of the land — is getting a lot of well-deserved attention. One thing Kapur doesn’t emphasize, however, is what I see a lot in my inbox (and in my reading): the furious insistence that nothing resembling a government guarantee of health insurance can possibly work.
That’s a curious belief to hold, given the fact that every other advanced country has such a guarantee, and that we ourselves have a 45-year-old single-payer system for seniors that has worked pretty well all this time. But nothing makes these people as angry as the suggestion that Obamacare might actually prove workable.
And it’s going to get worse. For two months, thanks to the botched rollout, their delusions seemed confirmed by reality. Now that things are getting better, however, you can already see the rage building. It’s not supposed to be this way — therefore it can’t be this way. If, as now seems highly likely, Obamacare has more or less achieved its enrollment goals by 2015, and costs remain reasonable, that won’t be accepted — there will be furious claims that it’s all a lie.
As I said, the other issue where I see this kind of enraged denial is monetary policy. There are a lot of people on the right who know, just know, that the Fed is debasing the dollar and creating runaway inflation. This belief doesn’t seem to have been dented at all by five years of failed predictions of inflation just around the corner.
On both the healthcare and inflation fronts, what you have to conclude is that there are a large number of people who find reality — the reality that governments are actually pretty good at providing health insurance, that fiat money can be a useful tool of economic management rather than the road to socialist disaster — just unacceptable. I think that in both cases it has to do with the underlying desire to see market outcomes as moral imperatives.
And I suppose there have always been such people out there. What’s new is that these days they control one of our two major political parties.
Realtà inaccettabili
L’altro giorno mi sono ritrovato a passare un po’ di tempo con altre figure di liberals semipubbliche (sì, si beveva vino bianco), e la conversazione si è accentrata sul fenomeno del livore nella corrispondenza informatica – in particolare su quello che determina le più isteriche effusioni. Per gli altri si trattava spesso di temi che non sono del mio settore, come i diritti di riproduzione [1]. Nel mio caso, si tratta di due cose: la assistenza sanitaria e la politica monetaria.
Naturalmente, l’isteria sulla riforma sanitaria di Obama è ben documentata; il pezzo di Sahil Kapur sul “Maccartismo sulla riforma sanitaria di Obama” – l’epurazione istantanea di ogni repubblicano che offra anche solo un cenno di disponibilità verso una legge dello Stato – sta diventando oggetto di una attenzione ben meritata. Una cosa che Kapur non sottolinea, tuttavia, è quello che io osservo in gran quantità sulle mie mails in arrivo (e tra i commenti dei lettori): l’insistenza furiosa che niente che assomigli ad una garanzia statale della assicurazione sanitaria potrà mai funzionare.
Un convincimento del genere è una cosa curiosa, considerato il fatto che ogni altro paese avanzato ha garanzie del genere, e che noi stessi abbiamo un sistema a pagamenti centralizzati [2] vecchio di 45 anni che ha funzionato abbastanza bene per tutto questo tempo. Ma niente fa arrabbiare questa gente più del suggerimento che la riforma di Obama potrebbe in effetti mostrarsi capace di funzionare.
Ed è destinata ad andare peggio. Per due mesi, grazie all’avvio pasticciato, le loro illusioni sembravano confermate dalla realtà. Ora che le cose stanno andando meglio, tuttavia, si può già vedere la collera in opera. Non si pensava andasse in questo modo – di conseguenza non può andare in questo modo. Se, come adesso sembra altamente probabile, la riforma di Obama avrà più o meno realizzato i suoi obbiettivi di iscrizioni per il 2015, ed i costi resteranno ragionevoli, ciò non sarà accettato – ci saranno furiose rivendicazioni che si sia trattato di una completa falsificazione.
Come ho detto, l’altro tema sul quale ho sperimentato questo genere di negazionismo inferocito è la politica monetaria. Ci sono molte persone a destra che sanno, sanno con certezza, che la Fed sta svalutando il dollaro e creando una inflazione fuori controllo. Questo convincimento non pare sia stato in nessun modo intaccato dalle previsioni fallite di una inflazione proprio dietro l’angolo.
Sui fronti sia della assistenza sanitaria che dell’inflazione, quello che si deve concludere è che c’è un largo numero di persone che trovano la realtà – la realtà secondo la quale i governi in verità forniscono senza grandi difficoltà la assicurazione sanitaria, che stampare moneta può essere uno strumento utile di gestione economica invece che una strada verso il disastro del socialismo – semplicemente inaccettabile. Penso che in entrambi i casi ciò abbia a che fare con il desiderio implicito di considerare i risultati del mercato come imperativi morali.
E suppongo che in giro ci siano sempre state persone del genere. La novità è che di questi tempi essi hanno il controllo di uno dei nostri due maggiori partiti politici.
[1] Nel linguaggio sociopolitico anglosassone i “diritti riproduttivi” sono un complesso di tematiche, attinenti ai diritti delle coppie e dei singoli, che vanno dal diritto al controllo delle nascite, al diritto ad una assistenza sanitaria di buona qualità nella riproduzione, al diritto all’aborto legale e sicuro, al diritto alla educazione sessuale etc. Esiste una definizione di “diritti riproduttivi” dell’Organizzazione Mondiale della sanità: “ … i diritti delle coppie e dei singoli a decidere liberamente e responsabilmente il numero, il momento e la distanza nel tempo dei loro figli ed i diritti ad ottenere le prestazioni più elevate di salute sessuale e riproduttiva ….”
[2] Si riferisce a Medicare, e lo traduco quasi letteralmente in questo modo – e non con il termine “sanità statale” – perché non si tratta, anche nel caso di Medicare, di una sanità erogata da strutture pubbliche, ma pagata centralmente dallo Stato.
By mm
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