Blog di Krugman

Scatole vuote di economia politica (10 dicembre 2013)

 

December 10, 2013, 8:46 pm

Empty Boxes of Political Economy

Sorry about blog silence; real life intruded.

Before all that, I wrote a post about Marty Feldstein, a conservative economist who imagines himself to be a Republican — but who in fact has no place in today’s GOP. Feldstein, you see, is a perfectly ordinary Keynesian who believes — as he should — that expansionary fiscal policy is expansionary. And he’s under the delusion that there are people with actual political influence on the right who might be persuaded to support temporary fiscal stimulus.

Ramesh Ponnuru, it seems, falls into the same general category. He calls on Republicans to abandon their “inflation paranoia”, their continuing insistence that the Fed’s efforts to boost the economy will produce a debased dollar and runaway inflation any day now, even though they have — as even Politico notes — been wrong, year after year, for five years straight.

Like Feldstein, Ponnuru is appealing to the economically sensible wing of the GOP. But that wing doesn’t exist.

Think of it as a matrix:

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Clearly, the big ideological divide in America is between people who want to maintain the welfare state and maybe expand it a bit and those who want to shrink it sharply. At the same time, there is a divide between people who buy into more or less sensible economics — as defined by what’s in the textbooks, or if you prefer by what the supposedly representative group of economists regularly surveyed by the Chicago school of business has to say — and those holding views most professional economists consider crankish.

In principle, there could be a significant number of politicians in all four boxes: say, liberals who believe in the superiority of central planning over markets, or conservatives who nonetheless believe that Keynes had a point.

In practice, left-wing cranks have never played a significant role in US politics, while right-wing cranks always have. Still, back in the days of George HW Bush — and even, to some extent, in the days of Bush the lesser — there were politicians in the lower left box.

But no more. The GOP’s top policy wonk — he’s actually innumerate, but don’t tell anyone — gets his ideas on monetary policy from an Ayn Rand character. The GOP went all in for expansionary austerity and looming hyperinflation, and has shown no hint of learning from actual events. The only people actually listening to Feldstein and Ponnuru are, well, liberals. (Bruce Bartlett has figured this out, and I suspect that Josh Barro has too.)

It would take more time and energy than I have right now to try to explain how this happened. But it’s simply a fact about our current debate.

 

Scatole vuote di economia politica

 

Spiacente per il silenzio sul blog, si è intromessa la vita reale.

Prima di tutto ciò, avevo scritto un post su Marty Feldstein, un economista conservatore che si immagina di essere un repubblicano – ma per il quale non c’è di fatto alcuno spazio nel Partito Repubblicano odierno. E’ sotto l’influsso dell’illusione che a destra ci siano persone con una reale influenza politica che potrebbero essere persuase a concordare temporaneamente con misure di sostegno all’economia.

Ramesh Ponnuru, a quanto pare, ricade nella medesima categoria. Invita i repubblicani ad abbandonare la “paranoia dell’inflazione”, la loro continua insistenza secondo la quale gli sforzi della Fed per incoraggiare l’economia produrranno ad un certo punto un dollaro svalutato ed una inflazione fuori controllo, anche se hanno avuto torto – come perfino Politico nota –  per cinque anni di fila, anno dopo anno.

Come Feldstein, Ponnuru si appella all’ala economicamente ragionevole del Partito Repubblicano. Solo che quell’ala non esiste.

Si ragioni come si trattasse di una matrice [1]:

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Chiaramente, il grande fossato ideologico in America è tra le persone che vogliono mantenere lo stato assistenziale e  magari espanderlo un po’ e coloro che vogliono restringerlo bruscamente. Contemporaneamente, c’è una divisione tra le persone che accettano una economia più o meno ragionevole – come è definita da ciò che è scritto nei libri di testo, o se si preferisce da ciò che esprime il gruppo che li rappresenta degli economisti regolarmente sotto l’influsso della scuola di economia aziendale di Chicago – e coloro che si attengono a punti di vista che gran parte degli economisti di professione considerano stravaganti.

All’inizio, poteva esserci un numero significativo di uomini politici che rientrava in tutti e quattro i riquadri: diciamo, liberals che credevano nella superiorità della pianificazione centralizzata sui mercati, o conservatori che comunque ritenevano che Keynes avessi argomenti.

In pratica, gli stravaganti di sinistra non hanno mai giuocato una parte importante nella politica statunitense, mentre gli stravaganti di destra l’hanno sempre avuto. Eppure, ancora nei tempi di George HW Bush [2] e persino, in qualche misura, nei tempi di Bush il ‘minore’ – c’erano uomini politici nel riquadro più in basso a sinistra.

Ma non più. Il gotha dei più autorevoli esperti di politica del Partito Repubblicano – in verità inadatti alla matematica, ma non ditelo a nessuno – derivano le loro idee di politica monetaria dalla figura di Ayn Rand [3]. Il Partito Repubblicano aderì pienamente alle teorie della austerità espansiva e della iperinflazione incombente, e non ha mostrato alcun segno di aver imparato qualcosa dagli eventi. Le uniche persone che effettivamente ascoltano Feldstein e Ponnuru sono proprio i liberals (Bruce Bartlett è arrivato a capirli, e sospetto anche Josh Barro).

Vorrei avere più tempo e voglia  di quanto non ne abbia adesso per provare a spiegare come è accaduto. Ma, nel dibattito in corso, questo è semplicemente un fatto.



[1] I quattro riquadri della matrice derivano dall’incrocio di due coppie di categorie: sulla linea orizzontale, coloro che sono per il mantenimento dello Stato Assistenziale e coloro che sono per un suo brusco ridimensionamento. Su quella verticale, coloro che sono più o meno ragionevoli in materia economica, e coloro che sono stravaganti o ciarlatani. Non ci sono democratici a favore di un brusco restringimento dello Stato assistenziale, come non ci sono più repubblicani a favore del suo mantenimento (che invece erano addirittura prevalenti, all’epoca di Eisenhower ad anche di Nixon). Al tempo stesso non ci sono democratici tra gli stravaganti (anche perché le stravaganze ‘di sinistra’ non contano niente), e non ci sono più repubblicani tra gli ‘economicamente ragionevoli’ (come invece ce ne era ancora quando ci si basava sull’insegnamento economico di Milton Friedman, sicuramente conservatore ma consapevole di un qualche ruolo dello Stato nell’economia).

[2] Si tratta del Bush padre.

[3] Vedi la note sulla traduzione.

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