Blog di Krugman

Costi quello che costi? No, costa quello che ci vuole (29 gennaio 2014)

 

Jan 29, 8:49 am

Whatever It Takes? No, It Takes Whatever

I think Josh Marshall gets this right. Obama came across relatively relaxed last night, basically because he knows two things: he isn’t getting anything substantive out of the GOP, but he’s achieved a lot, and his signature achievement is looking increasingly secure. The real theme of the SOTU was “Whatever.”

I think the fading of the deficit both in reality and as an issue is important here. A missive from Fix the Debt landed in my inbox:

We are disappointed that President Obama did not choose to place a greater focus on our nation’s long-term debt problems in tonight’s State of the Union address. The President should be actively working with Congress seeking solutions to our debt problem rather than relegating it to the political sidelines. The State of the Union was a chance for him to lead on this issue instead of leaving these tough choices to be made by the next President.

That’s the whine of people who have found themselves irrelevant. Obama isn’t afraid of the big bad deficit any more, and he knows that there won’t be a Grand Bargain, so there’s nothing he can or should do on the front that absorbed so much of his energy for three years.

Meanwhile, health reform. Substantively, there has been an impressive comeback from the two horrible first months. The workability of the law is now clear — in California, which never had the teething troubles, enrollments are running ahead of expectations, most insurers are pretty sanguine about the age and health mix, and the polling is slowly improving.

Republicans are meeting these developments with a mixture of denial and Benghazification — insistence that the law is collapsing, that people may be signing up but they won’t actually pay for their policies, etc., combined with the belief that if they just tell a few more dubious horror stories about rate shock or losing your favorite doctor, the public will rise up and demand repeal.

 

I’d be interested, by the way, to know the details about the constituent described in the official GOP response, who supposedly faced a $700 a month rise in premiums. What kind of plan did she have? Did that number include subsidies? The ACA is supposed to keep health costs to 8 percent of income, so the only way you could get numbers like that is if the individual (a) had a really bare-bones policy offering hardly any protection and (b) has an income well over $100,000.

We don’t know the particulars here, but many if not most stories of rate shock turn out to involve people who didn’t actually apply for a policy, and therefore never found out what it would really cost.

Anyway, the point is that despite his low poll numbers, time is on Obama’s side, and he knows it.

 

Costi quello che costi? No, costa quello che ci vuole

 

 

Penso che Josh Marshall abbia ragione. La sera scorsa Obama si è mostrato relativamente rilassato, principalmente perché sa due cose: non sta ottenendo niente di sostanziale dal Partito Repubblicano, ma ha realizzato molto, ed il suo risultato distintivo sembra sempre più sicuro. Il tema reale del discorso sullo Stato dell’Unione è stato “ad ogni modo”.

Penso che in questo caso il fatto che il deficit sia sparito, sia nella realtà che come tema, sia importante. Una missiva recapitata tra le mail in arrivo da parte di Fix the Debt [1]:

“Siamo delusi che il Presidente Obama nel discorso di questa sera sullo Stato dell’Unione non abbia scelto di dare grande centralità ai problemi debito a lungo termine della nazione. Il Presidente dovrebbe lavorare attivamente assieme al Congresso sul nostro problema del debito, piuttosto che relegarlo tra le cose secondarie. Il discorso sullo Stato dell’Unione era un’occasione per lui per mettersi alla testa di questo tema, anziché lasciare che queste scelte severe siano realizzate dal prossimo Presidente.”

Questo è il lamento di persone che si sono scoperte irrilevanti. Obama non è in alcun modo impaurito dal deficit grande e cattivo, e sa che non ci sarà la Grande Intesa, dunque non c’è niente che egli possa e debba fare sul fronte che ha assorbito le sue energie per tre anni.

Nel frattempo, la riforma sanitaria. In sostanza, c’è stato un impressionante ritorno in auge dopo i due orribili primi mesi. Il funzionamento possibile della legge ora è chiaro – in California, che non aveva mai avuto le difficoltà iniziali, le iscrizioni stanno volando oltre le aspettative, la maggioranza degli assicuratori sono abbastanza ottimisti sull’età e sulla composizione delle condizioni di salute [2], ed i sondaggi stanno lentamente migliorando.

I repubblicani stanno affrontando questi sviluppi con un misto di negazionismo e con un atteggiamento come quello che tennero nella vicenda di Bengasi [3] – ribadiscono che la legge sta collassando, che può darsi che le persone si stiano iscrivendo ma in realtà non vorranno pagare per le loro politiche, etc., assieme al convincimento che se soltanto avessero raccontato un po’ di più le dubbie storie dell’orrore sulle aliquote impressionanti o sulla perdita del proprio medico preferito [4], l’opinione pubblica si sarebbe sollevata ed avrebbe chiesto l’abrogazione.

Mi avrebbe interessato, per inciso, conoscere i dettagli sull’elettrice alla quale si fa riferimento nella risposta ufficiale del Partito Repubblicano, che si dice abbia dovuto far fronte ad un aumento mensile di 700 dollari nella polizza assicurativa. Che genere di programma aveva costei? Quella cifra includeva i sussidi [5]? La Legge sulla Assistenza Sostenibile si suppone mantenga i costi sanitari all’8 per cento del reddito, dunque l’unico modo nel quale si potrebbero avere cifre come quelle è che quella persona: a) avesse una polizza davvero ridotta all’osso, che non offriva alcuna protezione seria; b) abbia un reddito ben superiore ai 100.000 dollari.

In questo caso non conosciamo i particolari, ma molte se non quasi tutte le storie di aliquote esagerate si scopre riguardano individui che in effetti non avevano attivato alcuna polizza, e di conseguenza non avevano mai saputo quanto essa costasse realmente.

In ogni caso, il punto è che nonostante la sua bassa quotazione nei sondaggi, il tempo è dalla parte di Obama, e lui lo sa.



[1] La denominazione di un movimento di opinione di economisti e politici che pone il problema della riduzione del debito pubblico come centrale. Significa “riparare il debito”.

[2] Vale a dire che se tra gli iscritti ci sono percentuali apprezzabili di persone giovani – e non accade che i giovani preferiscano in massa non iscriversi per non pagare le assicurazioni, cosa che peraltro oggi sarebbe proibita – anche i conti delle assicurazioni risultano soddisfacenti, perché c’è una percentuale apprezzabile di persone che si suppongono in buona salute.

[3] Si riferisce alla vicenda dell’assalto alla sede diplomatica americana di Bengasi di mesi orsono. I repubblicani furono subito molto duri nel loro attacco al Presidente, salvo essere smentiti nella ricostruzione degli avvenimenti.

[4] La sostituzione del medico che si aveva in precedenza può essere necessaria se quest’ultimo ha deciso di non aderire alle nuove regole e di svolgere la professione solo privatamente.

[5] Ovvero, i contributi del Governo ai cittadini con redditi più bassi.

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