Jan 30, 5:38 pm
Not my line, alas — Jonathan Chait uses it as the excerpt for his report on the WSJ’s editorial defending Tom Perkins, now famed for comparing criticism of the one percent to Kristallnacht. And boy, am I jealous.
Chait also makes a very good point: what the WSJ piece really does is to confirm that Perkins-style paranoia is actually the norm over there. For throughout the piece the Journal equates criticism with persecution. If you say that the one percent is taking an excessive share of the pie, or that the Kochs exert undue influence on American politics, you’re engaged in vile persecution — OK, maybe not as bad as Hitler, but in the same ballpark.
May I say that if being criticized is a form of unjust persecution, every day of my life is a pogrom?
And what about freedom of speech? Hey, that’s only for corporations, I guess.
Slightly more seriously: the attitude of that WSJ editorial brought to mind Lincoln’s description of the attitude of Southern politicians in his Cooper Union speech. Obligatory declaration: I am not saying that a high income share for the top one percent is anything like slavery. The similarity lies not in what is being defended, but in the demands of those feeling insecure — namely, that any form of criticism be banned. Lincoln:
These natural, and apparently adequate means all failing, what will convince them? This, and this only: cease to call slavery wrong, and join them in calling it right. And this must be done thoroughly – done in acts as well as in words. Silence will not be tolerated – we must place ourselves avowedly with them … The whole atmosphere must be disinfected from all taint of opposition to slavery, before they will cease to believe that all their troubles proceed from us.
Yep. Until we all declare that the one percent is the source of all good, until all mention of inequality as a potentially troubling thing is expunged from public discussion, the rich are being persecuted by totalitarian liberals.
Godwin aiutaci [1]
Ahimè, la frase non è mia – la usa Jonathan Chait come estratto del suo resoconto sull’editoriale del Wall Street Journal a difesa di Tom Perkins, ormai famoso per avere paragonato le critiche all’1 per cento alla “Notte dei Cristalli” [2]. E, ammettiamolo, sono proprio geloso. [3]
Chait avanza anche un argomento molto buono: quello che il pezzo del WSJ fa, è confermare che la paranoia del genere di quella di Perkins è in effetti la norma da quelle parti. Perché dappertutto l’articolo del Journal equipara le critiche alla persecuzione. Se dite che l’1 per cento si sta prendendo una parte eccessiva della torta, o che i fratelli Koch [4] esercitano una influenza impropria sulla politica americana, siete impegnati in una persecuzione indegna – va bene, forse non indegna come quella di Hitler, ma sulla stessa lunghezza d’onda.
Posso dire che se essere criticati è una forma di persecuzione ingiusta, ogni giorno della mia vita è un pogrom?
E che dire della libertà di parola? Beh, suppongo che quella sia solo per le grandi imprese.
Un po’ più seriamente: l’atteggiamento di quell’editoriale del WSJ riporta alla mente la descrizione da parte di Lincoln della mentalità degli uomini politici del Sud nel suo discorso al Cooper Union[5] . Precisazione obbligata: non sto dicendo che un’alta quota di reddito a vantaggio dell’1 per cento sia come la schiavitù. La somiglianza non sta in quello che sul momento viene difeso, ma nelle pretese di coloro che si sentono insicuri – precisamente, che ogni forma di critica sia messa al bando. Disse Lincoln:
“Una volta che questi metodi naturali ed apparentemente adeguati fallissero, che cosa li convincerà? Questo e soltanto questo: smettere di dire che la schiavitù è sbagliata, ed unirsi a loro nel definirla giusta. E questo deve essere fatto in modo scrupoloso – negli atti come nelle parole. Il silenzio non sarà tollerato – dobbiamo schierarci apertamente dalla loro parte …. Tutto l’ambiente deve essere disinfettato da ogni contaminazione della opposizione alla schiavitù, prima che essi smettano di credere che siamo noi a provocare tutti i loro problemi.”
Sì. Sino a che tutti non dichiariamo che l’1 per cento è la fonte di ogni bene, fino a che non esplicitiamo che la faccenda della potenziale problematicità dell’ineguaglianza è stata espunta dal dibattito pubblico, continuerà la persecuzione dei ricchi da parte dei liberal totalitari.
[1] Il riferimento è al filosofo britannico William Godwin. Godwin (1756-1836) fu un pensatore repubblicano e radicale, considerato uno dei primi teorici anarchici moderni per il suo radicale programma di rovesciamento delle istituzioni politiche, sociali religiose dell’epoca. Ciononostante egli riteneva che solo una tranquilla discussione fosse l’unica cosa necessaria e utile per apportare il cambiamento, e dall’inizio alla fine della sua carriera sconsigliò ogni uso della violenza. L’ironico appello a Godwin nell’articolo di Chait verosimilmente si riferisce al fatto che, pur nella radicalità del suo pensiero, predicava quella forma di tolleranza. (da Wikipedia)
[2] Vedi l’articolo sul New York Times del 26 gennaio (La paranoia dei plutocrati”).
[3] La forma “am I” come in questo caso – ovvero una forma interrogativa senza il punto interrogativo – dovrebbe dare una certa enfasi a quello che si vuol dire (più o meno come “Non sarò geloso?”, oppure “Sono proprio geloso!”).
[4] Una famiglia, in particolare i due fratelli, che forniscono grandi aiuti finanziari alla destra americana.
[5] Lincoln pronunciò il 27 febbraio del 1860 un famoso discorso al Cooper Union (la sede del Sindacato dei ‘bottai’, dei costruttori di barili). Il tema fu quello della schiavitù e Lincoln esposte la sua originaria posizione seconda la quale non avrebbe consentito una espansione della schiavitù nei territori occidentali. Più in generale, rivolto agli uomini politici del Sud, li definì nel modo seguente: “ Il vostro proposito, per dirla semplicemente, è che voi distruggerete il Governo se non vi viene permesso di realizzare e di far rispettare la Costituzione a vostro piacimento, su tutti i punti sui quali tra noi e voi stiamo dibattendo. In ogni circostanza, o voi dominerete o manderete tutto in rovina.”
By mm
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