January 2, 2014, 1:39 pm
The bit about the WSJ’s continuing denialism on rising inequality brings to mind a point I think I’ve made before, but which seems especially appropriate for recent debates. It is this: Today’s right wing never gives up on a politically convenient argument, no matter how thoroughly it may have been refuted by analysis and evidence. It may downplay that argument for a while — though often even that doesn’t happen — but it always comes back.
Inequality is a clear though not at all unique example. Consider three arguments one might make against 21st-century populism:
1. Inequality isn’t increasing.
2. OK, inequality is increasing, but it’s not a problem.
3. OK, it would be nice to have lower inequality, but any proposed solutions would do more harm than good.
Which of these arguments does the right choose, when making its stand? The answer is, all three. Argument 1 faded away briefly when the CBO published its landmark study documenting the rise of the one percent, but as we’ve just seen, it’s back (this is an illustration of the concept of cockroach ideas.) Argument 2 doesn’t stand up under scrutiny, but it just keeps being made anyway — it’s a zombie. But meanwhile, argument 3 is made against anyone like, say, the new mayor of New York who proposes even the slightest effort to equalize opportunity.
This kind of thing flummoxes many people, who imagine that we’re having a real debate. It makes perfect sense, however, once you realize that the other side here isn’t engaged in good-faith argument, just looking for anything that comes to hand, with no regard for consistency.
Much the same thing takes place in macroeconomics. There are several arguments you could make for austerity in a depressed economy:
1. As a matter of principle, government borrowing must crowd out an equal amount of private spending.
2. OK, maybe that’s not true. But confidence!
3. OK, maybe no confidence fairy. But debt! 90 percent!
In this case, argument 1 is again a cockroach — Heritage angrily denies making any such argument, insisting that it’s dong sophisticated intertemporal somethingorother, then makes the same argument all over again. And the WSJ does it too. Argument 2 is a zombie, thoroughly refuted by evidence, but continually asserted all the same. And 3 is part-zombie, part highly dubious assertion. Again, however, none of these arguments is ever taken off the table.
Incidentally, I love the sneering way the Wall Street Journal talks about the “notorious ‘multiplier’”, implying that this is a ridiculous notion only ignorant fools could take seriously — ignorant fools like the researchers at the International Monetary Fund …
I’d love to be having real debates on these issues. But we aren’t having and can’t have such debates, because the cockroaches and zombies get in the way.
Guardie del corpo degli zombi, gli scarafaggi contrattaccano
Il pezzo [1] sul perdurante negazionismo del Wall Street Journal sulla crescente ineguaglianza mi ricorda un punto che penso di aver avanzato in precedenza, ma che sembra particolarmente appropriato per i dibattiti recenti. Si tratta di questo: le destre odierne non rinunciano mai ad un argomento conveniente, a prescindere da quanto esso possa essere stato confutato in modo esauriente dall’analisi e dai fatti. Possono deporre per un po’ quell’argomento – sebbene di solito non succeda neanche questo – ma esso si ripresenta in continuazione.
L’ineguaglianza è chiaramente un esempio, sebbene niente affatto l’unico. Si considerino i tre argomenti che uno potrebbe avanzare contro il populismo [2] del 21° secolo:
Con quale di questi argomenti si fa la scelta giusta, quando si prende posizione? La risposta è: con tutti e tre. L’argomento numero uno è temporaneamente uscito di scena quando il Congressional Budget Office ha pubblicato il suo decisivo studio che documenta la crescita dei redditi dell’1 per cento dei più ricchi, ma come si è visto è tornato (questa è una illustrazione del concetto delle idee scarafaggio). L’argomento numero 2 non regge ad una seria analisi, ma continua ad essere avanzato in tutti i modi – è uno zombi. Ma nel frattempo l’argomento numero 3 viene avanzato contro chiunque, come ad esempio il nuovo sindaco di New York, proponga anche il più leggero sforzo per rendere eguali le opportunità.
Questo genere di cose sconcerta molta gente, che si immagina che sia in corso una discussione vera. E’ tutto ben comprensibile, tuttavia, una volta che si comprenda che sull’altro fronte in questo caso non si è impegnati in argomenti in buona fede, si cerca soltanto quello che c’è a portata di mano, senza alcun riguardo al suo fondamento.
La stessa cosa in gran parte avviene sulla macroeconomia. Ci sono vari argomenti che potreste avanzare a favore della austerità in una economia depressa:
In questo caso, l’argomento 1 è ancora una scarafaggio – l’Heritage nega indignata di aver mai usato un simile argomento, sostenendo di essere impegnata a realizzare in un modo o nell’altro sofisticati modelli intertemporali, poi ripresenta lo stesso argomento dappertutto. E il Wall Street Journal fa lo stesso. L’argomento 2 è uno zombi, completamente confutato dai fatti, ma continuamente riformulato nello stesso modo. E il terzo è una asserzione in parte zombi, in parte altamente dubbia. Ancora una volta, tuttavia, nessuno di questi argomenti viene tolto dal tavolo.
Per inciso, sono affascinato dal modo beffardo nel quale il Wall Street Journal parla del “famigerato ‘moltiplicatore’ “, intendendo che questo sia un concetto che solo sciocchi ignoranti possono prendere sul serio – sciocchi ignoranti come i ricercatori del Fondo Monetario Internazionale …
Mi piacerebbe avere discussioni vere si questi temi. Ma non abbiamo dibattiti di questa natura, perché scarafaggi e zombi ci stanno tra i piedi.
[1] Si riferisce al post precedente.
[2] E’ possibile che definire il tema della ineguaglianza come ‘populistico’ contenga in questo caso dell’ironia, ovvero sia una espressione utilizzata dal punto di vista della destra, del suo armamentario polemico. Ciononostante si deve considerare che il termine ‘populistico’ non ha nel linguaggio politico americano quel connotato chiaramente negativo che ha in italiano, al pari di ‘demagogico’. Ho osservato in vari casi che ha un senso più oggettivo: il ‘populismo’ è una politica che cerca di ottenere il favore delle persone, per la sua efficacia e semplicità. In un certo senso anche il New Deal era ‘populista’. La politica in certi casi può essere consapevolmente populista senza essere definitivamente demagogica.
By mm
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