Jan 21, 8:48 pm
Ezra Klein of Wonkblog is leaving the Washington Post. Not news, exactly — the impending move has been all over the blogs for a while. But now it’s official. And may I say respectfully to the Post: You idiots!
You see, Ezra and his team filled a huge gap. That gap exists throughout the news media, although the Times has, I believe, largely closed it in other ways. But it was especially severe at the Post.
Here’s the problem: When you’re covering policy, the usual tools of journalism — cultivating sources, pounding the pavement, pulling out the Rolodex — just won’t cut it. You have to have people who actually understand the policy issues — people who can pound a spreadsheet, or whose Rolodex includes academic experts as well as DC flacks.
Otherwise what you get at best is he-said-she-said reporting — what I mocked many years ago as responding to claims that the earth is flat with the headline “Views differ on shape of planet.” Or, even worse, you rely on people who seem like authority figures because of their style or their official position, but are in reality just guys with an agenda, and often completely untrustworthy.
The Post — I really don’t think I’m being unfair here — has been particularly guilty of the latter sin. Colin Powell says Iraq is building WMD — well, that settles it, doesn’t it? The Committee for a Responsible Federal Budget says we have a fiscal crisis — well, they’re the authorities, aren’t they?
What Ezra and company brought was a combination of sophistication about policy issues and skepticism toward the Very Serious People. Ezra and Sarah Kliff really understood health policy, and knew that if you needed to know more, you called Gruber or Cutler, not Senator Bomfog. Others on the team actually understood macroeconomic policy, and knew that you shouldn’t treat the hacks at Heritage as if they were symmetrical with, say, the careful wonks at the Center on Budget and Policy Priorities.
Wonkblog has generally come off as liberal-leaning, but that’s just because the facts have a well-known liberal bias.
I have to say, I wonder — based on nothing at all — whether there wasn’t some hostility to Wonkblog among older-line journalists at the Post. Just a feeling, based on extrapolation from some other cases I know about.
Anyway, I wish Ezra best of luck in his new venture. And let’s hope that the Post understands what it has lost, and needs to replace as best it can.
Il Washington Post si “de-Kleinizza”
Ezra Klein di Wonkblog sta lasciando il Washington Post [1]. Non è esattamente una notizia – che lo spostamento fosse incombente è stato per un po’ su tutti i blog. Ma ora è ufficiale. Ed io posso rispettosamente dire al Post: siete degli idioti!
Vedete, Ezra e la sua squadra riempivano un gran buco. Questo buco esiste in tutti i giornali di informazione, sebbene il Times, io credo,l’abbia ampiamente chiuso in altri modi. Ma esso era particolarmente grave al Post.
Il problema è il seguente: quando vi occupate di politica, gli strumenti normali del giornalismo – coltivare le proprie fonti, battere ogni pista, tirar fuori il Rolodex [2] – proprio non sono adatti. Dovete avere persone che davvero comprendano i contenuti della politica – persone che possano lavorare su un foglio elettronico, o i cui Rolodex contengano esperti universitari e non solo portavoce della Capitale.
Altrimenti, quello che potete avere è un giornalismo del genere “lui ha detto/lei ha detto” [3] – quello che molti anni fa prendevo in giro come se si rispondesse alla pretesa che la Terra sia piatta con un titolo di giornale del genere “Punti di vista diversi sulla forma del pianeta”. Oppure, anche peggio, basandosi su persone che sembrano individui autorevoli a causa del loro stile di vita o della loro posizione ufficiale, ma in realtà sono soltanto individui con i loro programmi, e spesso completamente inaffidabili
Il Post – e penso di non essere ingiusto nel dirlo – in particolare ha commesso peccati del secondo genere. Colin Powell dice che l’Iraq sta costruendo armi di distruzione di massa – bene, a posto così, non è vero? La Commissione per un Bilancio Federale Responsabile dice che abbiamo una crisi della finanza pubblica – ebbene, le autorità sono loro, non è così?
Quello che Ezra e compagni avevano portato era stata una combinazione di raffinatezza sui contenuti della politica e di scetticismo nei confronti delle Persone Molto Serie. Ezra e Sarah Kliff capivano per davvero la politica sanitaria e sapevano che se avevate bisogno di saperne di più, dovevate chiamare Gruber o Cutler, non il Senatore Bomfog [4]. Nel suo gruppo, altri in effetti si intendevano di politica macroeconomica, e sapevano che non potevate trattare i ‘falchi’ dell’Heritage [5] come se fossero simmetrici, diciamo, con gli scrupolosi esperti del Centro per il Bilancio e le Priorità Politiche.
Wonkblog, in generale, è apparso avere una tendenza liberal, ma questo è dipeso soltanto dal fatto che gli eventi hanno una ben nota inclinazione progressista.
Devo dire, mi chiedo – basandomi su niente di preciso – se ci fosse una qualche ostilità verso Wonkblog tra gli altri giornalisti di più vecchia data al Post. Solo una sensazione, basata su una estrapolazione da qualche altro caso che conosco.
In ogni modo, auguro tanta fortuna a Ezra nella sua nuova impresa. E speriamo che il Post capisca cosa ha perso, e senta il bisogno di rimpiazzarlo come meglio può.
[1] Come è noto, Ezra Klen in questi anni è stato un interlocutore costante dei posts di Krugman. Eccolo:
[2] Il Rolodex è questo, e pare venga o venisse usato per archiviare informazioni, come uno schedario:
[3] Intende dire un giornalismo che resoconta dando informazioni dei commenti di vari esponenti politici, senza mai correre il rischio di capire e di approfondire.
[4] Il Senatore BOMFOG significa un uomo politico che ripete frasi trite, dette e ridette. L’origine della espressione è questa: BOMFOG è l’acronimo della frase “the brotherhood of man, under the fatherhood of God” (che significa “spirito fraterno dell’uomo, avendo Dio come Padre”). Era un espressione che il Governatore di New York Nelson Rockfeller usava infilare in tutti i suoi discorsi, al punto tale che i giornalisti avevano preso a riferirla con l’acronimo. Dopodiché è diventata sinonimo di un “Quaquaraquà”, come più o meno diremmo noi, ovvero di qualcuno che chiacchiera a vuoto, anche se nel gergo mafioso ha il significato più specifico di “delatore”.
[5] Fondazione della destra americana.
By mm
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