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La trappola della bassa inflazione (blog di Paul Krugman, 31 gennaio 2014)

 

Jan 31, 3:09 pm

The Low-inflationary Trap

Dean Baker is, of course, completely right here. There isn’t a red line you cross when going from positive to negative inflation, with all sorts of bad things suddenly happening. What matters is inflation relative to the rate that best suits your circumstances. Since the euro area would clearly be best off with an inflation rate well above current levels, this is a disastrous report:

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To restate Dean’s points slightly, there are three reasons low inflation is bad for the euro area. First, the euro area as a whole remains depressed, with core interest rates near zero; falling inflation raises real rates, and deepens the slump. Second, many players in Europe, private and public, are burdened by an overhang of debt; inflation makes it easier to work down this debt, so low inflation makes things harder. Finally, Europe still needs large adjustments in relative wages, with wages in Club Med falling relative to wages in Germany; it’s much easier to do this via rising German wages than falling Club Med wages, so low inflation makes this much harder.

 

 

And yes, Europe is very much in a trap. Inflation is falling because the economy is weak, and the economy is being weakened in part by falling inflation. That’s the Japan syndrome. It leads eventually to actual deflation, but to the extent that there’s a red line (or more accurately, an event horizon), it’s crossed when monetary policy starts being limited by the zero lower bound, which happened years ago.

 

La trappola della bassa inflazione

 

In questo caso Dean Baker ha completamente ragione, come è evidente. Non c’è una linea rossa che si attraversa quando si passa dalla inflazione positiva a quella negativa, con tutti i tipi di cose cattive che avvengono all’improvviso. Quello che conta è l’inflazione in relazione al tasso che meglio si attaglia alle vostre circostanze. Dal momento che l’area euro starebbe chiaramente meglio lontana da una tasso di inflazione al di sotto dei livelli attuali, questo è un quadro disastroso (cliccare sulla tabella per ottenere una immagine migliore):

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Per riformulare leggermente i punti di Dean, ci sono tre ragioni per le quali la bassa inflazione è negativa per l’area euro. In primo luogo, l’area euro nel suo complesso resta depressa, con i tassi di interesse principali vicini allo zero; una inflazione in caduta fa crescere i tassi reali e approfondisce la crisi. In secondo luogo, molti protagonisti privati e pubblici in Europa sono appesantiti da un eccesso di debito; l’inflazione rende più facile far scendere questo debito, nello stesso modo la bassa inflazione rende le cose più difficili. Infine, l’Europa ha ancora bisogno di una ampia correzione nei salari reali, abbassando i salari del Club Med in rapporto a quelli della Germania; è molto più facile farlo alzando i salari tedeschi che non abbassando quelli delle nazioni del Sud Europa, dunque la bassa inflazione rende tutto questo più difficile.

Infine, è vero che l’Europa è proprio in una trappola. L’inflazione sta calando perché l’economia è debole e l’economia sta diventando debole in parte per la discesa dell’inflazione. Questa è la sindrome giapponese. Alla fine essa conduce ad una vera e propria deflazione, ma nella misura in cui si può parlare di una linea rossa (o più precisamente un punto di non ritorno), esso si attraversa quando la politica monetaria comincia ad essere condizionata dal limite inferiore dello zero [1], la qual cosa avvenne anni orsono.

 


[1] Dei tassi di interesse. Vedi “zero lower bound” sulle note della traduzione.

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