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Siete tutti perdenti (13 gennaio 2014, blog Krugman)

 

January 13, 2014, 5:18 am

You’re All Losers

The other day someone — I don’t remember who or where — asked an interesting question: when did it become so common to disparage anyone who hasn’t made it big, hasn’t gotten rich, as a “loser”? Well, that’s actually a question we can answer, using Google Ngrams, which track the frequency with which words or phrases are used in books:

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Sure enough, the term “losers” has become much more common since the 1960s. And I think this word usage reflects something real — a growing contempt for the little people.

This contempt surely isn’t limited to Republican politicians. Still, it’s striking how unable they are to show any empathy for people who are just doing their best to make a modest living. The most famous example, of course, is Mitt Romney, who didn’t just disparage 47 percent of the nation; he urged everyone to borrow money from their parents and start a business. I still think the most revealing example to date was Eric Cantor, who marked Labor Day by tweeting:

Today, we celebrate those who have taken a risk, worked hard, built a business and earned their own success.

But Marco Rubio’s latest speech deserves at least honorable mention, for the airy way he dismissed the idea of raising the minimum wage: “Raising the minimum wage may poll well, but having a job that pays $10 an hour is not the American dream.”

In a sense, he’s right: if the American dream means getting rich, then $10 an hour isn’t living that dream. But most people aren’t and won’t get rich. Raising the minimum wage would mean higher incomes for around 27 million people; in many cases the gains would amount to thousands of dollars a year, which is really a lot in low-income families. So what are all these people, chopped liver? Well, yes, at least in the eyes of the GOP — or maybe make that chopped losers.

OK, I know what the answer will be: conservative policies will lead to economic growth, and that will raise all boats, the way it did in the days of Saint Ronald. Except, you know, it didn’t. Here’s the real wage of nonsupervisory workers:

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Real wage of production and nonsupervisory workers

Even if you give Reagan credit for the 1982-9 business cycle expansion, which you shouldn’t, there’s no way to claim that his policies led to higher wages for ordinary workers.

So what is the GOP agenda to help people who aren’t going to build businesses and get rich? There isn’t one — partly because they really can’t reconcile any real agenda with their overall ideology, but also because, deep in their hearts, they consider ordinary people trying hard to get by a bunch of losers.

 

Siete tutti perdenti

 

L’altro giorno qualcuno – non ricordo chi né dove – pose una domanda interessante: quando ha cominciato a diventare comune denigrare come “perdente” chi non ha fatto grandi cose, chi non è diventato ricco? Ebbene, in effetti a questa domanda si può rispondere, utilizzando il programma Ngrams di Google, che traccia la frequenza con la quale le parole o le frasi sono utilizzate nei libri:

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E’ sicuro che il termine “perdenti” è diventato molto più frequente a partire dagli anni ’60. E credo che l’uso della parola rifletta qualcosa di reale – un disprezzo crescente per la povera gente.

Questo disprezzo certamente non è limitato agli uomini politici repubblicani. Eppure, è sorprendente come essi siano incapaci di mostrare una qualche empatia per persone che stanno semplicemente facendo del loro meglio per condurre una vita modesta. L’esempio più famoso, naturalmente, è Mitt Romney, che non si limitò a denigrare il 47 per cento della nazione; voleva che tutti prendessero soldi a prestito dai genitori ed avviassero un’impresa. Penso ancora che l’esempio più rivelatore a cui risalire sia stato Eric Cantor, che scrisse questo tweet per definire il Giorno del Lavoro:

“Celebriamo oggi coloro che si sono assunti rischi, che hanno lavorato duramente, hanno costruito un’impresa ed hanno ricevuto profitti dal loro successo personale.”

Ma l’ultimo discorso di Marco Rubio merita almeno un premio di consolazione, per il modo borioso con il quale ha liquidato l’idea di aumentare i minimi salariali: “Aumentare i minimi salariali può godere di buoni sondaggi, ma avere un posto di lavoro da 10 dollari all’ora non è il sogno americano.”

In un certo senso ha ragione:  se per sogno americano si intende diventare ricchi, allora dieci dollari all’ora non sono la realizzazione di quel sogno. Ma la maggior parte delle persone non sono ricche né lo diventeranno. Aumentare i minimi salariali significano redditi più elevati per circa 27 milioni di persone; in molti casi i guadagni ammonterebbero a migliaia di dollari all’anno, che sono realmente tanti in famiglie a bassi redditi. Chi sono tutte queste persone, figli di nessuno? Ebbene, sì, almeno agli occhi del Partito Repubblicano – o meglio sfigati figli di nessuno [1].

Va bene, so quale sarà la risposta: le politiche conservatrici porteranno alla crescita economica, e quella crescita sarà un bene per tutti [2], come fu ai tempi di San Ronaldo [3]. Sennonché, come sapete, non andò così. Ecco il salario reale dei lavoratori con funzioni non direzionali:

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Salari reali dei lavoratori alla produzione e con funzioni non direzionali

 

Anche se volete assegnare a Reagan il merito del ciclo espansivo dal 1982 al 1989, cosa che non dovreste fare, non potete in alcun modo sostenere che le sue politiche abbiano portato salari più alti per i lavoratori comuni.

Qual è dunque il programma del Partito Repubblicano per aiutare la gente che non è destinata a metter su imprese e a diventare ricca? Nessuno – in parte perché essi non possono per davvero riconciliare alcun programma effettivo con la loro ideologia complessiva, ma anche perché, dal profondo dei loro cuori, sono convinti che le persone ordinarie difficilmente possono essere altro che una accozzaglia di perdenti.



[1] “Chopped liver” sarebbe uno “spezzatino di fegato”, ovvero un piatto di importanza molto secondaria, per gli americani che non conoscono il ‘fegato alla veneta’. In Italia si potrebbe tradurre in mille modi, uno per regione: genericamente, con “figlio della serva” o con “ultima ruota del carro”; nel nordest “fiò de la gesa” (figlio della Chiesa); in Veneto “figlio della lattaia”; in Toscana il più rude “figlio della maiala” o, in Versilia, “figliolo della schifosa” etc etc.

[2] Letteralmente: “alzerà tutte le barche”. Una espressione adoperata in una occasione, se non sbaglio, da Clinton, per significare che il benessere è come l’alta marea, che alza ogni barca.

[3] Ovviamente, Reagan.

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