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Illusioni di fallimento, di Paul Krugman New York Times 2 febbraio 2014

 

Delusions of Failure

FEB. 2, 2014 Paul Krugman

The Republican response to the State of the Union was delivered by Cathy McMorris Rodgers, Republican representative from Washington — and it was remarkable for its lack of content. A bit of uplifting personal biography, a check list of good things her party wants to happen with no hint of how it plans to make them happen.

The closest she came to substance was when she described a constituent, “Bette in Spokane,” who supposedly faced a $700-a-month premium hike after her policy was canceled. “This law is not working,” intoned Ms. McMorris Rodgers. And right there we see a perfect illustration of just how Republicans are trying to deceive voters — and are, in the process, deceiving themselves.

I’ll get back to “Bette in Spokane” in a minute, but first, is Obamacare “not working”?

Everyone knows about the disastrous rollout, but that was months ago. Since then, health reform has been steadily making up lost ground. At this point enrollments in the health exchanges are only about a million below Congressional Budget Office projections, and rising faster than projected. So a best guess is that by the time 2014 enrollment closes on March 31, there will be more than six million Americans signed up through the exchanges, versus seven million projected. Sign-ups might even meet the projection.

But isn’t Obamacare in a “death spiral,” in which only the old and sick are signing up, so that premiums will soon soar? Not according to the people who should know — the insurance companies. True, one company, Humana, says that the risk pool is worse than it expected. But others, including WellPoint and Aetna, are optimistic (which isn’t a contradiction: different companies could be having different experiences). And the Kaiser Family Foundation, which has run the numbers, finds that even a bad risk pool would have only a minor effect on premiums.

 

Now, some, perhaps many, of those signing up on the exchanges aren’t newly insured; they’re replacing their existing policies, either voluntarily or because those policies didn’t meet the law’s standards. But those standards are there for a reason — the same reason health insurance is now mandatory. Health reform won’t work if people go uninsured, then sign up when they get sick. It also can’t work if currently healthy people only buy fig-leaf insurance, which offers hardly any coverage.

 

 

And what this means, in turn, is that while we don’t know yet how many people will be newly insured under reform, we do know that even those who already had insurance are, on average, getting much better insurance. Since the goal of health reform was to make Americans more secure — to reduce their risk of being unable to afford needed health care, or of facing financial ruin if they get sick — the law is doing its job.

Which brings me back to Bette in Spokane.

Bette’s tale had policy wonks scratching their heads; it was hard to see, given what we know about premiums and how the health law works, how anyone could face that large a rate increase. Sure enough, when a local newspaper, The Spokesman-Review, contacted Bette Grenier, it discovered that the real story was very different from the image Ms. McMorris Rodgers conveyed. First of all, she was comparing her previous policy with one of the pricier alternatives her insurance company was offering — and she refused to look for cheaper alternatives on the Washington insurance exchange, declaring, “I wouldn’t go on that Obama website.”

 

Even more important, all Ms. Grenier and her husband had before was a minimalist insurance plan, with a $10,000 deductible, offering very little financial protection. So yes, the new law requires that they spend more, but they would get far better coverage in return.

 

So was this the best story Ms. McMorris Rodgers could come up with? The answer, probably, is yes, since just about every tale of health reform horror the G.O.P. has tried to peddle has similarly fallen apart once the details were revealed. The truth is that the campaign against Obamacare relies on misleading stories at best, and often on outright deceit.

Who pays the price for this deceit? In many cases, American families. Although health care enrollment is actually going pretty well at this point, thousands and maybe millions of Americans have failed to sign up for coverage because they believe the false horror stories they keep hearing.

But conservative politicians aren’t just deceiving their constituents; they’re also deceiving themselves. Right now, Republican political strategy seems to be to stall on every issue, and reap the rewards from Obamacare’s inevitable collapse. Well, Obamacare isn’t collapsing — it’s recovering pretty well from a terrible start. And by the time that reality sinks in on the right, health reform will be irreversible.

 

Illusioni di fallimento, di Paul Krugman

New York Times 2 febbraio 2014

 

La risposta repubblicana al discorso sullo Stato dell’Unione è stata pronunciata da Cathy McMorris Rodgers, congressista repubblicana eletta a Washington – ed è stata rilevante l’assenza di ogni contenuto. Un po’ di edificante biografia personale, una lista della spesa di tutto quello di buono che il suo partito vuole che accada, senza alcun cenno su come esso intenda farlo accadere.

L’argomento più somigliante alla sostanza è venuto quando ha descritto la situazione della signora “Bette in Spokane” [1], che a suo dire ha dovuto far fronte ad un rialzo della polizza assicurativa mensile per 700 dollari, dopo che la precedente era stata cancellata. “Questa legge non sta funzionando”, ha esclamato ispirata la signora McMorris Rodgers. E proprio a quel punto abbiamo avuto la perfetta prova di come i repubblicani stiano cercando di ingannare gli elettori, e di come su quella strada ingannino se stessi.

Tornerò subito a “Bette in Spokane”, ma prima: davvero la riforma di Obama “non sta funzionando”?

Tutti sanno del disastroso avvio [2], ma quello è avvenuto mesi orsono. Da allora, la riforma sanitaria sta regolarmente recuperando il terreno perduto. A questo punto le registrazioni alle “borse sanitarie” [3] sono soltanto di un milione al di sotto delle previsioni del Congressional Budget Office, e stanno crescendo più velocemente del previsto. Dunque, una stima più corretta è che al momento in cui, al 31 marzo, si chiuderanno le registrazioni  per il 2014, ci saranno più di sei milioni di americani iscritti alle “borse”, contro i sette milioni previsti. Le iscrizioni potrebbero addirittura eguagliare le previsioni.

Ma la riforma sanitaria non si trova in una “spirale fatale”, per la quale si stanno registrando solo i vecchi e le persone di salute cagionevole, cosicché le polizze saliranno alle stelle? E’ vero, una società assicurativa, la Humana, afferma che l’ ‘aggregato di rischio’ [4] è peggiore di quello che ci si aspettasse. Ma altre, incluse WellPoint e Aetna, sono ottimiste (non è una contraddizione, perché diverse compagnie possono avere esperienze diverse). E la Kaiser Family Foundation [5], che ha fatto i conti, pensa che persino un aggregato di rischio negativo potrebbe avere un effetto soltanto modesto sui prezzi delle polizze.

Ora, alcuni, forse molti, di coloro che si registrano alle borse non sono nuovi assicurati; sono persone che stanno sostituendo le loro polizze preesistenti, volontariamente o anche perché quelle polizze non corrispondono agli standard della legge. Ma quegli standard ci sono per una ragione – che è la stessa ragione per la quale l’assicurazione sanitaria è oggi obbligatoria. La riforma sanitaria non funzionerà se la gente decide di non assicurarsi, per iscriversi solo quando si ammala. Inoltre, non può funzionare se le persone attualmente in salute acquistano le assicurazioni solo come una foglia di fico, ovvero quelle che offrono appena una qualche copertura.

E ciò a sua volta significa che, mentre non conosciamo ancora in quanti saranno i nuovi assicurati con la riforma, sappiamo che persino coloro che già avevano una assicurazione, in media, ne stanno ottenendo una molto migliore. Dal momento che l’obbiettivo della riforma sanitaria era quello di rendere gli americani più sicuri – di ridurre il rischio di non potersi permettere la assistenza sanitaria necessaria, o di dover incorrere in un disastro finanziario se si ammalano – la legge sta corrispondendo a quello che si voleva.

La qualcosa mi riporta al caso di Bette in Spokane.

Il racconto di Bette aveva creato grandi perplessità negli esperti di politica sanitaria; era difficile capire, una volta che si conoscono i premi assicurativi e come la legge sanitaria funziona, come qualcuno potesse trovarsi di fronte ad un incremento così alto delle aliquote. Come previsto, quando il giornale locale The Spokesman-Review ha contattato Bette Grenier [6], ha scoperto che la storia vera era molto diversa dall’immagine trasmessa dalla congressista McMorris Rodgers. Prima di tutto, ella stava confrontando la sua precedente polizza con una delle alternative più care che la sua assicurazione stava offrendo – e si rifiutava di cercare diverse soluzioni più convenienti sulla borsa assicurativa di Washington, dichiarando “io non volevo andare sul sito di Obama”.

Ancora più importante, tutto quello che la signora Grenier e suo marito avevano un precedenza era un programma assicurativo minimo, con un deducibilità dalle tasse di 10.000 dollari, che offriva una protezione finanziaria molto piccola [7]. Dunque è vero, la nuova legge richiede che quei coniugi spendano di più, ma avrebbero in cambio un copertura assicurativa di gran lunga migliore.

Era dunque questa in buona sostanza la storia che la signora McMorris è riuscita a mettere insieme? La risposta, probabilmente, è affermativa, considerato che proprio tutti i racconti sull’orrore della riforma sanitaria che il Partito Repubblicano  ha cercato di spacciare, sono in egual modo andati in frantumi una volta che sono stati resi noti i dettagli. La verità è che la campagna contro la riforma di Obama si basa nel migliore dei casi su storie fuorvianti, e spesso su completi inganni.

Chi paga il prezzo di questi imbrogli? In molti casi le famiglie americane. Sebbene le registrazioni alla assistenza sanitaria, a questo punto, stiano per la verità andando abbastanza bene, migliaia e forse milioni di americani non si sono iscritti ad una copertura assicurativa perché credono ai racconti dell’orrore che continuano a sentire.

Ma i politici conservatori non stanno soltanto ingannando i loro elettori; stanno anche ingannando se stessi. In questo momento, la strategia repubblicana sembra consistere nel prendere tempo su ogni tema, e nel puntare a trarre profitto dall’inevitabile collasso della riforma sanitaria di Obama. Ebbene, quella riforma non sta collassando – sta riprendendosi abbastanza bene da un avvio terribile. E al momento in cui quella verità sarà assimilata dalla destra, la riforma sanitaria sarà diventata irreversibile.  



[1] E’ uno dei vari casi che sono stati utilizzati per mostrare l’impraticabilità della riforma sanitaria di Obama. In una intervista, tale signora aveva dichiarato un costo molto elevato della sua nuova polizza, e Krugman aveva, in alcuni posts, espresso alcuni dubbi su come quel costo fosse possibile.

[2] Come è noto, l’avvio della riforma sanitaria è stato segnato da gravi difficoltà del sistema informatico federale, che hanno per alcuni mesi  messo in ‘tilt’ le procedure. Andamento diverso si è registrato, invece, nelle situazioni nelle quali si operava con sistemi informatici ai livelli dei singoli Stati.

[3] Ovvero quelle istituzioni, create ex novo dalla legge di riforma, che al livello degli Stati costituiscono un sorta di punto di incontro tra potenziali assistiti, assicurazioni private e Governo Federale. Presso di esse – ovviamente di solito sui loro siti – gli assistiti vengono a conoscenza dei programmi e dei prezzi offerti dalle varie assicurazioni, possono di conseguenza scegliere la soluzione che giudicano più adatta alle loro esigenze, ed inoltre possono comprendere quali diritti hanno per ottenere una partecipazione del Governo federale ai costi della assistenza, attraverso i sussidi alle famiglie con redditi più bassi.

[4] Ovvero, il risultato del calcolo che indica l’equilibrio costi/ricavi prevedibile, sulla base del numero, dell’età e delle condizioni di salute degli iscritti.

[5] Si tratta di una fondazione di ricerca, in questo caso particolarmente orientata sui temi socio sanitari.

[6] Questo dovrebbe essere il cognome da signorina.

[7] Le assicurazioni – quelle buone – pare che offrano anche forme di protezione finanziaria in caso di malattia o di morte, o almeno a seguito di difficoltà economiche che sono provocate dall’utilizzo della assistenza medica. Naturalmente, tutte le assicurazioni che erano scadenti sotto questo profilo aggravavano notevolmente il rischio di povertà per i cittadini con redditi minori colpiti da una malattia (questa è la spiegazione che dà Adam  Wagstaff, della World Bank).

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