Feb 5, 9:35 am
Because I was teaching from 6 to 9 last night, I’m behind on the big wonkverse thing of the day, the new CBO report that, among other things, increases the budget office estimates of labor supply effects; it now says that affordable care will reduce labor supply by the equivalent of 2 million jobs.
That’s a valid point. And CBO, wich has been burned before on this sort of thing, really needs to be more careful in how it states things — a lot of the press ran with the headline “Obamacare costs 2 million jobs”, and it will become part of what everyone on the right “knows”, yet is totally untrue. First of all, we’re mainly talking about reduced hours rather than quitting the work force. Second, as Greg Sargent and Jonathan Cohn try to explain, we’re talking about a voluntary, supply-side response here — people choosing to work less — not about job destruction.
Still, don’t we have a problem with incentive effects here? Maybe, but maybe not. I’ll write this up at greater length later, but the basic point here is that we started with a system in which incentives were already strongly distorted by the deductibility of employer-paid health insurance premiums. This was a significant benefit, but one in general available only to full-time workers.
The result was to create something like the infamous “notches” sometimes created by welfare state benefits — but in reverse. The traditional notch comes when, say, housing subsidies are available as long as you’re below 150 percent of the poverty line — which means that you have a strong disincentive to move your income from slightly below to slightly above that threshold. What we had here was, instead, a system in which subsidies were available only if you worked more than a certain amount, surely leading some people to work more than they would have wanted to otherwise.
And that’s not a hypothetical — I know a fair number of people in just that situation. I also know some people in “job lock” — feeling trapped in their current job because they aren’t sure they could get implicitly subsidized health insurance if they moved.
Does the reverse notch plus job lock mean that the CBO’s estimate of work reduction (NOT job loss) actually represents a gain in welfare? It might or might not — the traditional tradeoffs surely apply to many workers too. But you don’t want to assume that it’s obviously a bad thing. Health reform isn’t an intervention in a previously undistorted economy; you might say that it replaces one set of distortions with a different set of distortions.
And the one thing that remains clear is that it will be a big plus for the people who most need help.
La riforma di Obama e la “soglia” inversa
Poiché dalle 18 alle 21 della sera scorsa stavo insegnando, sono in ritardo sul grande ingorgo informatico [1] della giornata, il nuovo rapporto del Congressional Budget Office che, tra le altre cose, innalza le stime dell’Ufficio del Bilancio sugli effetti sull’offerta di lavoro; esso ora dice che l’assistenza sostenibile (legge della) ridurrà l’offerta di lavoro per l’equivalente di 2 milioni di posti di lavoro.
Si tratta di un argomento fondato. Ed il CBO, che già in precedenza si è scottato su cose di questo genere, ha veramente bisogno di stare più attento quando fa certe affermazioni – gran parte della stampa si è precipitata con il titolo “La riforma di Obama costa due milioni di posti di lavoro” [2], e ciò diventerà un aspetto di quello che ognuno a destra “sa con certezza”, pur essendo completamente falso. In primo luogo, stiamo principalmente parlando di riduzione delle ore lavorate, non di abbandono di posti di lavoro. In secondo luogo, come Greg Sargent e Jonathan Cohn cercano di spiegare, stiamo in questo caso parlando di una risposta volontaria, dal lato dell’offerta – persone che scelgono di lavorare di meno – non della distruzione di posti di lavoro.
Eppure, non abbiamo in questo caso un problema con gli effetti degli incentivi? Forse, ma forse no. Scriverò su questo in modo più preciso successivamente, ma il punto fondamentale è che siamo partiti con un sistema nel quale gli incentivi erano già fortemente distorti dalla deducibilità dei premi delle assicurazioni sanitarie pagati dai datori di lavoro. Si trattava di un beneficio significativo, ma in generale a disposizione soltanto dei lavoratori a tempo pieno.
Il risultato è stato creare qualcosa come le famigerate “soglie” [3] che talvolta vengono create dai sussidi dello stato assistenziale – ma all’opposto. Una soglia tradizionale è quella che si ha, ad esempio, quando i sussidi per le abitazioni sono disponibili sinché siete al di sotto del 150 per cento della linea di povertà – il che significa che avete un forte disincentivo a spostare il vostro reddito da un livello leggermente al di sotto ad uno leggermente al di sopra di quella soglia. Quello che avevamo in questo caso era, invece, un sistema nel quale i sussidi erano disponibili solo se si lavorava più di una certa quantità di tempo, sicuramente inducendo molte persone a lavorare di più di quello che avrebbero voluto altrimenti.
E non si tratta di una ipotesi – conosco un discreto numero di persone proprio in quella situazione. Conosco anche alcune persone che si trovano ‘bloccate, in un posto di lavoro – ovvero si sentono intrappolate nel loro posto attuale perché non sono sicure di ottenere implicitamente una assicurazione sanitaria sussidiata se si spostano.
La soglia inversa in aggiunta al posto di lavoro bloccato significa che la stima del CBO di una riduzione del lavoro (non di una perdita di posti di lavoro) rappresenti effettivamente un vantaggio nello stato assistenziale? Può essere così oppure no – i tradizionali scambi certamente si applicano anche a molti lavoratori. Ma non si deve dare per scontato che questa sia necessariamente una cosa negativa. La riforma sanitaria non è un intervento su una economia in precedenza ben regolata; si può dire che essa rimpiazza un complesso di storture con un differente complesso di storture.
È l’unica cosa che resta chiara è che ci sarà un forte miglioramento per le persone che maggiormente hanno bisogno di aiuto.
[1] Procedo un po’ a tentoni. “Wonkvert”, e solo su alcuni dizionari, significa pasticciare sino a far diventare astruso un file nel tentativo di trasferirlo da un programma all’altro.
[2] Ad esempio l’ha fatto Rampini su La Repubblica di ieri, il quale ‘informa’ del crollo di due milioni di posti di lavoro a causa della riforma sanitaria, senza neppure spiegare il meccanismo, ed anzi stabilendo una sorta di automatismo tra la convenienza a lavorare meno e la sicura sostituzione da parte delle imprese di lavoratori a pieno tempo con lavoratori a tempo parziale.
[3] Uno dei significati di “notch” è “grado, livello”, precisamente quello che in casi del genere noi definiamo “soglia”. In realtà si potrebbe benissimo dire “threshold” che significa proprio ‘soglia'; se si usa in gergo il termine “notch” tra virgolette, probabilmente è perché lo si usa nel suo significato più comune di “tacca, intaglio”. Quei livelli ai quali scattano condizioni peggiori (o, all’inverso, migliori) nel linguaggio comune devono essere detti “tacche”. Forse.
By mm
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