Feb 10, 11:11 am
John Quiggin looks at a recent book that purports to explain the big ideas in macroeconomics, but doesn’t contain any, well, macroeconomics. His meditation on how that can happen involves a useful take on what happened to the profession in the decades that preceded the 2008 crisis, and a very interesting take on the current state of affairs (DSGE is “dynamic stochastic general equilibrium” — basically, the particular form of modeling that is more or less the only thing one can publish in journals these days):
Broadly speaking, as far as academic macroeconomics is concerned, DSGE has won the day, not so much by force of argument as by maintaining control of the criteria for publication of journal articles in the field: it’s OK to assume full employment, and ignore inflation, but not to omit rigorous microfoundations for your model. On the other hand, with the collapse of the intellectual case for austerity (though not its political dominance), the terms of public debate are set almost entirely by New Old Keynesians like Krugman and DeLong (that’s true, even if you don’t believe, as I do, that the outcome of that debate has been a knockout win for the Keynesian side).
It’s a pretty strange situation; and it implies, I think, that somebody is going to end up in the dustbin of history. I wonder who?
Vincitori e perdenti in macroeconomia (implicitamente per esperti)
John Quiggin si riferisce ad un libro recente che si propone di spiegare le grandi idee in macroeconomia, ma che non contiene di fatto niente di macroeconomia. La sua meditazione su come ciò possa accadere riguarda una utile presa di posizione su cosa è successo nella disciplina nei decenni che hanno preceduto la crisi del 2008 ed una affermazione molto interessante sull’attuale stato dell’arte (DSGE sta per “equilibrio dinamico stocastico generale” – fondamentalmente, la particolare forma di utilizzo di modelli che è più o meno l’unica cosa che si può pubblicare sulle riviste di questi tempi):
“Parlando in generale, per quanto riguarda la macroeconomia accademica, il DSGE ha avuto completo successo, non tanto per la forza dell’argomentazione quanto per aver mantenuto il controllo dei criteri nel settore per la pubblicazione degli articoli sulle riviste: è corretto supporre la piena occupazione, e ignorare l’inflazione, ma non omettere rigorosi fondamenti microeconomici per il vostro modello. D’altra parte, con il collasso della argomentazione intellettuale a favore dell’austerità (sebbene non del suo dominio politico), i termini del dibattito pubblico sono fissati quasi per intero dai nuovi paleo keynesiani come Krugman e DeLong (quello è un fatto, anche se non credete, come me, che il risultato di quel dibattito sia stata una vittoria per KO dello schieramento keynesiano).”
E’ una situazione abbastanza strana: ed implica, io penso, che qualcuno sia destinato a finire nel cestino dei rifiuti della storia. Chi sarà, mi chiedo?
By mm
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