Blog di Krugman

Crescita e tassi di interesse: sembra che abbia torto (2 marzo 2014)

 

Mar 2, 10:19 am

Growth and Interest Rates: I Appear To Be Wrong

In my last post I followed Floyd Norris in criticizing the CBO, which has marked down its estimates of future economic growth without marking down its estimates of future interest rates. I still think that’s a fair criticism. But I also offered a hypothesis: that interest rates fall more than one-for-one with slower growth, so that the crucial difference r-g — interest rate minus growth rate — actually falls, making debt easier, not harder, to handle.

So I’ve taken a quick and dirty look at US history, and it doesn’t seem to bear my hypothesis out. Here’s actual r-g — strictly speaking, interest rates minus the rate of growth of GDP over the previous year — since 1952:

zzzz 60

 

 

 

 

 

 

 

 

Interest rate minus GDP growth

Postwar US history broadly breaks into two eras: a fast-growth generation after World War II, and generally slower growth thereafter. If my hypothesis had been right, r-g should have been lower in the second era than the first. Well, it looks as if the opposite was generally true, even if you ignore the spikes around big recessions.

Now that I think about it, the case of Japan — although complicated by the zero lower bound — also counts in this direction: interest rates have been low, but GDP growth even lower.

I still think that a fall in g leads to a fall in r (as it did in Japan), so that the budgetary implications are weaker than CBO seems to think. But lower growth does appear to make debt harder, not easier, to carry.

 

Crescita e tassi di interesse: sembra che abbia torto

 

Nel mio post precedente, avevo seguito Floyd Norris nel criticare il CBO, che aveva abbassato le sue stime sulla futura crescita economica senza abbassare le stime sui tassi di interesse. Penso ancora che fosse una critica giusta. Ma avevo anche avanzato un’ipotesi: che i tassi di interesse cadessero in un rapporto superiore di 1 ad 1 con una crescita più lenta, cosicché la differenza fondamentale tra r e g – ovvero il tasso di interesse meno il tasso di crescita – effettivamente si ridurrebbe, rendendo la gestione del debito più facile, non più difficile.

Così ho dato un’occhiata superficiale alla storia statunitense, ed essa non sembra che confermi la mia ipotesi. Ecco, a partire dal 1952, l’effettivo r – g (strettamente parlando, i tassi di interesse sottratti dei tassi di crescita del PIL degli anni precedenti):

zzzz 60

 

 

 

 

 

 

 

 

Tasso di interesse meno tasso di crescita del PIL

 

La storia post-bellica degli Stati Uniti in generale si scompone in due epoche: la generazione della crescita rapida dopo la II Guerra Mondiale, e la generalmente più lenta crescita successiva. Se la mia ipotesi fosse stata giusta, la differenza tra interessi e crescita avrebbe dovuto essere più lenta nel secondo periodo che non nel primo. Ebbene, sembra che in generale sia stato vero l’opposto, anche ignorando i picchi attorno ai periodi di recessione.

Ora, io penso al caso del Giappone – sebbene complicato dal limite inferiore dello zero – che anch’esso conta in questa direzione: i tassi di interesse sono stati bassi, ma la crescita del PIL è stata persino più bassa.

Penso ancora che una caduta nella crescita comporti una diminuzione nei tassi di interesse (come è accaduto in Giappone), cosicché le implicazioni di bilancio sarebbero inferiori di quelle che il CBO sembra ritenere. Ma la crescita più bassa pare che renda il debito più difficile, e non più facile, da portare.

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