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Ho capito la terza frase del discorso di Osborne, dii Simon Wren-Lewis (Mainly Macro, 19 marzo 2014)

Wednesday, 19 March 2014

 

Di Simon Wren-Lewis

wren lewis

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I got to the third sentence of Osborne’s speech

 

The second and third sentences of the Chancellor’s budget speech today were: “We set out our plan. And together with the British people, we held our nerve.”

In other words, it was Plan A all the way. None of the easing of austerity that fuddy-duddy old Keynesians were asking for.

Everyone knows this is true because the Chancellor keeps telling us it is, and is rarely challenged when he does so. The only problem is that the numbers tell a different story. The best simple way of seeing how fiscal policy actions might influence the economy is to look at the cyclically adjusted primary balance: that is, spending minus taxes adjusted for the state of the economic cycle, and excluding interest payments on government debt. The first column presents the OBR estimates and forecast of that series from today’s budget. We start with the peak deficit in 2009/10, when the last government was trying to minimise the impact of the recession. We then see substantial fiscal tightening until 2012/13. Fiscal tightening essentially stopped in 2012/3 and 2013/4. (The figures exclude Royal Mail and other distortions: the headline figures that include this effect are in brackets.)

 

2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 2014-15 2018-19
Cyclically adjusted primary balance -6.8 -4.4 -2.9 -2.8(-1.0) -2.5 -1.9 3.2(3.0)
Cyclically adjusted net borrowing 8.7 7.1 6.0 5.3(3.1) 5.0(4.3) 4.5(3.8) -0.3(-0.1)
Above, March 2011 budget 8.9 7.4 5.3 3.7 2.0 1.0 n.a.

 

 

The second row shows the same figures for the balance including debt interest payments, and the pattern is much the same. The final row shows what was planned in the March 2011 budget. That shows continuing fiscal contraction in 2012/13 and 2013/4. That was Plan A, and the table shows clearly how Plan A was abandoned as the recovery failed to come.

 

So the government did not ‘hold its nerve’. Thankfully it realised its mistake, and put its policy of austerity on hold. But it wants to keep that quiet, and continues to pretend it never happened. Why? The reason is that these numbers clearly indicate the original policy was damaging. Frontloading austerity was not meant to help derail the recovery. It did, so after a couple of years fiscal tightening stopped. The economy recovered. If the initial austerity was supposed to have no impact, why was it stopped in 2012/3? The Chancellor keeps telling us there is much more to do.

 

 

So we have a blatant misrepresentation by the third sentence of the budget speech. Is this a record? I may get beyond that in later posts, but as Tim Harford writes, it really is all politics and precious little economics.

 

 

 

 

 

 

 

19 marzo 2014

 

Ho capito la terza frase del discorso di Osborne

 di Simon Wren-Lewis

 

La seconda e la terza frase del discorso del Cancelliere di oggi erano: “Noi abbiamo stabilito il nostro programma. E assieme col popolo britannico abbiamo mantenuto a posto i nostri nervi”.

In altre parole, c’era solo il Piano A sino alla fine. Nessuna delle facilitazioni dell’austerità che gli antiquati vecchi keynesiani chiedevano.

Tutti sanno che questo è vero, perché il Cancelliere ci ripete che è così, e raramente si mette in dubbio quello che lui dice. L’unico problema è che i dati raccontano un’altra storia. Il più semplice modo di osservare come le iniziative di politica della finanza pubblica possano influenzare l’economia è guardare al bilancio primario corretto in relazione al ciclo economico: vale a dire, la spesa meno le tasse corretta in considerazione della condizione del ciclo economico, ed escludendo il pagamento degli interessi sul debito dello Stato. La prima colonna presenta le stime dell’ Office for Budget Responsability e le previsioni di quelle serie desunte dal bilancio odierno. Cominciamo col picco del deficit nel 2009-2011, quando l’ultimo Governo stava cercando di minimizzare l’impatto della recessione. Poi osserviamo il sostanziale restringimento della finanza pubblica sino al 2012–2013. Il restringimento della spesa pubblica essenzialmente si è fermato nel 2012-2013 e nel 2013-2014 (la Tabella esclude le Poste britanniche ed altre distorsioni: i dati riassuntivi che includono questi effetti sono tra parentesi):

 

2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 2014-15 2018-19
Cyclically adjusted primary balance -6.8 -4.4 -2.9 -2.8(-1.0) -2.5 -1.9 3.2(3.0)
Cyclically adjusted net borrowing 8.7 7.1 6.0 5.3(3.1) 5.0(4.3) 4.5(3.8) -0.3(-0.1)
Above, March 2011 budget 8.9 7.4 5.3 3.7 2.0 1.0 n.a.

 

 

La seconda riga mostra gli stessi dati di bilancio inclusi i pagamenti per gli interessi, e lo schema è grosso modo lo stesso. La riga finale mostra quello che era stato programmato nel bilancio del marzo 2011. Essa indica la perdurante contrazione della finanza pubblica nel 2012-2013 e nel 2013-2014. Quello era il Piano A, e la Tabella mostra chiaramente come il Piano A sia stato abbandonato nel momento in cui la ripresa non è intervenuta.

Dunque, il Governo non ha “tenuto i nervi a posto”. Fortunatamente, esso ha compreso il proprio errore ed ha sospeso la sua politica di austerità. Ma non vuole parlarne e continua a fingere che non sia accaduto. Perché? La ragione è che questi numeri indicano chiaramente che la politica originaria stava facendo danno. La concentrazione della austerità non era concepita per contribuire al deragliamento della ripresa economica. E’ accaduto, così dopo un paio di anni il restringimento della spesa pubblica si è interrotto. L’economia è ripresa.  Se si supponeva che l’austerità iniziale non avesse alcun impatto, perché è stata fermata nel 2012-2013? Il Cancelliere continua a dirci che c’è molto altro da fare.

Dunque, abbiamo una macroscopica falsificazione nella terza frase del discorso sul bilancio. E’ indicativo di qualcosa? Andrò oltre in un post successivo, ma come scrive Tim Harford, davvero è tutta politica e ben poca economia.

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