Blog di Krugman

Il confronto francese (9 marzo 2014)

 

Mar 9, 10:15 am

The French Comparison

I promised that I would share some nagging concerns about the Ostry et al paper on redistribution and growth (pdf); I think I can usefull phrase my concerns in terms of my favorite comparison on these matters, which is between the United States and France.

Why this pair? Because we’re talking about two advanced countries that clearly have similar levels of technological competence but have made very different social choices; in particular, France not only does much more redistribution, it has expanded its redistribution over time, limiting the rise in overall inequality, while the United States has not (see Table 4 here (pdf)).

So how have the countries’ destinies compared during the New Gilded Age? French growth actually has been somewhat slower, although hardly the catastrophe the country’s incessant bad press might lead you to expect:

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Even more strikingly, however, the level as opposed to the growth rate of French GDP per capita is substantially lower than that of the US.

This is my main concern about Ostry et al. Suppose we think that strong redistributionist policies reduce the level of output — but that it’s a one-time shift, not a permanent depression of growth. Then you could accept their result of a lack of impact on growth while still believing in serious output effects.

Now, the IMF researchers arguably have answered this objection by also including the current level of GDP per capita in their regressions; their regressions indicate that a country with lower GDP per capita than the US should be growing faster than the US, other things equal. So any level-depressing effect of redistribution should show up as a failure of this faster growth to materialize, i.e., as a negative coefficient on redistribution. But I’m uneasy about whether this is good enough.

Interestingly, French underperformance is a matter of low labor input rather than low productivity:

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Once you delve into this low labor input, it starts to look like the result of some very specific policies rather than redistribution in general: a pension system that encourages early retirement, regulations that give the French shorter hours and much more vacation time than we get.

Overall, I am still mostly persuaded by the Ostry et al work, but I think we need to acknowledge that it’s not quite as slam-dunky as liberals might like.

 

Il confronto francese

 

Avevo promesso che avrei messo in comune qualche assillante preoccupazione sul saggio di Ostry ed altri sulla redistribuzione e la crescita (disponibile in pdf); penso di poter utilmente formulare le mie preoccupazioni nei termini del mio confronto preferito su questa materia, che è quello tra gli Stati Uniti e la Francia.

Perché questo accoppiamento? Perché stiamo parlando di due paesi avanzati che hanno chiaramente livelli simili di competenza tecnologica e che hanno fatto scelte sociali molto diverse; in particolare, la Francia non ha soltanto una redistribuzione dei redditi molto maggiore, essa ha ampliato la sua redistribuzione nel corso del tempo, mentre gli Stati Uniti non l’hanno fatto (vedi in questa connessione, disponibile i pdf, alla Tabella 4).

Dunque, come si sono confrontati i destini di questi paesi durante la Nuova Età dell’Oro? La crescita francese effettivamente è stata in una certa misura più lenta, sebbene non si tratti affatto della catastrofe che la incessante pessima stampa su quel paese poteva indurvi ad immaginare:

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Ancora più considerevolmente, tuttavia, il livello del PIL francese procapite, in alternativa al tasso di crescita, è stato sostanzialmente più lento che negli Stati Uniti.

Questa è la mia principale preoccupazione a proposito di Ostry ed altri. Supponiamo che forti politiche redistribuzioniste riducano il livello della produzione – ma che  questa sia una variazione occasionale e non una depressione permanente della crescita. In quel caso si potrebbe accettare il loro risultato di una assenza di impatto sulla crescita pur credendo ancora in seri effetti sulla produzione.

Ora, probabilmente i ricercatori del FMI hanno risposto a questa obiezione anche con l’inclusione degli attuali livelli del PIL procapite nelle loro regressioni [1]; le loro regressioni indicano che un paese con un PIL procapite più basso degli Stati Uniti dovrebbe crescere più velocemente degli Stati Uniti, a parità delle altre condizioni. Dunque, ogni effetto di livello depressivo della redistribuzione dovrebbe mostrarsi nella forma di una mancata materializzazione di una crescita più veloce, ovvero come un coefficiente negativo sulla redistribuzione.

In modo interessante, la prestazione inferiore della Francia è più una questione di basso input del lavoro che di bassa produttività:

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Una volta che andate a vagliare questo basso input del lavoro, esso comincia ad apparire come la conseguenza di alcune politiche molto specifiche, piuttosto che della redistribuzione in generale: un sistema pensionistico che incoraggia i pensionamenti precoci, regolamenti che danno ai francesi orari più corti e periodi di vacanza molto maggiori di quelli che noi abbiamo.

In generale, sono ancora in gran parte persuaso dallo studio di Ostry ed altri, ma penso che si debba riconoscere che esso non è esattamente quel colpo definitivo [2] che potrebbe far piacere ai progressisti.



[1] L’analisi della regressione è una tecnica usata per analizzare una serie di dati che consistono in una variabile dipendente e una o più variabili indipendenti. La variabile dipendente nella equazione di regressione è modellata come una funzione delle variabili indipendenti più un termine d’errore. (Wikipedia)

[2] “Slam-dunk” in termini sportivi è una “schiacciata”.

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