March 16, 2014, 11:37 am
Canon to right of me, canon to left of me — actually, scratch that, it’s all canon to right of me.
Noah Smith writes about what he calls the “finance macro canon.” It’s mainly the view that money-printing and deficits lead inexorably to runaway inflation, plus assorted other arguments about why easy money is a terrible thing even in a depressed economy.
And Noah is right — it’s still a view that is dominant on much of Wall Street. I’ve had several recent conversations with finance-industry people — including traders — who talk with some wonderment about the failure of high inflation and a plunging dollar to materialize, because “all the experts” told them to expect that outcome. When I found myself on CNBC with Joe Kernan, he described me as a “unicorn” — he couldn’t believe that there was anyone out there who didn’t believe that deficits and QE were going to lead to rapid doom.
Now, it’s interesting to note that the really smart Wall Street money doesn’t buy into this canon. Jan Hatzius and the rest of the economics group at Goldman have an underlying macroeconomic framework pretty much indistinguishable from mine, and have consistently talked down the risks from easy money and deficits. But the great Armani-suited unwashed apparently don’t know that; they think that “everyone” shares their springtime-for-Weimar vision.
What makes this even more peculiar is the way the canon continues to dominate despite having failed the reality test in the most dramatic way possible. Here’s the budget deficit as a percent of GDP (red line) and the rate of growth of the monetary base (currency plus bank reserves; blue line) in recent years:
Both exploded to unprecedented levels — yet inflation went nowhere, and is in fact running below the Fed’s target.
So how can this disastrous a failure of the canon’s predictions have failed to make a debt in its dominance — especially when us unicorns were predicting exactly this result?
Actually, an aside on prediction failures: there are failures, and then there are failures. Some people seem to think that something like Spain’s slight recovery this year — the best estimates now are that it may grow 1.5 percent — are as big a failure for the critics of austerity as the kind of thing I show above is a failure of the finance canon. But lots of stuff can cause the economy to grow a percentage point or two more or less than your forecast. On the other hand, if you believe that prices should move in proportion to the monetary base, there’s simply no way to rationalize triple-digit money growth associated with 2 percent or less inflation.
Anyway, what lies behind the canon’s continuing hold?
Class interest arguably explains the policy demands: tight money is what rentiers always want. But most of the consumers of this bad analysis are trying to make money, not influence policy, so what’s in it for them?
Noah suggests that it’s the need for the illusion of knowledge; but this in itself doesn’t explain why goldbug cranks should dominate so completely. Why haven’t the kind of people who listened to Peter Hyperinflation-by-2010 Schiff switched to, say, Warren Mosler?
It has to be in some sense political; the canon appeals to certain kinds of prejudices, in particular the prejudices of angry old white men with money to invest. But it remains amazing how little those prejudices have been dented by their failure to meet the most decisive real-world test you could imagine.
La carica della Brigata della destra
Regole alla mia destra, regole alla mia sinistra – in verità, gratta gratta, è tutta una regola alla mia destra.
Noah Smith scrive su quella che definisce “la regola macro della finanza”. Si tratta principalmente del punto di vista secondo il quale lo stampare moneta ed i deficit portano inesorabilmente all’inflazione, con l’aggiunta di altri argomenti assortiti sul perché la moneta facile sia una cosa terribile anche in una economia depressa.
E Noah ha ragione – esso è ancora un punto di vista dominante in gran parte di Wall Street. Ho avuto alcune recenti conversazioni con alcune persone del settore finanziario – inclusi operatori – che parlano con qualche meraviglia del fatto che non si siano materializzate una elevata inflazione ed un crollo del dollaro, perché “tutti gli esperti” avevano detto loro di aspettarsi un esito del genere. Quando mi ritrovai alla CNBC con Joe Kernan, egli mi descrisse come un “unicorno” – egli non poteva ammettere che ci fosse qualcuno in circolazione che non aveva creduto che i deficit e la “Facilitazione Quantitativa” non stessero portando ad un rapido disastro.
Ora, è interessante notare che gli uomini potenti veramente intelligenti di Wall Street non abboccano a questa regola. Jan Hatzius e gli altri della squadra di economisti della Goldman hanno uno schema macroeconomico di base in gran parte indistinguibile dal mio, ed hanno continuamente trattato con sufficienza i rischi della moneta facile e dei deficit. Ma a quanto pare la folla di tutti coloro che vestono Armani non lo sa; essi pensano che “tutti” condividano la loro visione sull’avvento di una situazione come quella di Weimar.
Quello che rende tutto questo anche più peculiare è il modo in cui la regola continua a imperversare, nonostante che sia venuta meno alla prova dei fatti nel modo più spettacolare possibile. Ecco il deficit di bilancio come percentuale del PIL (linea rossa) ed il tasso di crescita della base monetaria (contante più riserve bancarie; linea blu) negli anni recenti:
Sono entrambi esplosi a livelli senza precedenti . tuttavia l’inflazione non è andata da nessuna parte, e di fatto sta procedendo al di sotto dell’obbiettivo della Fed.
Dunque, come può un tale disastroso fallimento delle previsioni canoniche non essere riuscito a mettere il debito sotto la sua influenza – specialmente quando noi unicorni avevamo previsto esattamente questo risultato?
Occorre effettivamente una digressione sui fallimenti: c’è fallimento e fallimento. Alcune persone sembrano pensare che qualcosa come la leggera ripresa della Spagna di quest’anno – le stime migliori ora dicono che essa potrebbe crescere dell’1,5 per cento – sia un fallimento per i critici dell’austerità altrettanto grande del genere di situazione, relativa al disastro della regola della finanza, che ho sopra mostrato. Ma un sacco di cose possono spingere l’economia a crescere di un punto percentuale o due in più o in meno delle vostre previsioni. D’altra parte, se credete che i prezzi debbano muoversi in proporzione alla base monetaria, semplicemente non c’è alcun modo di concepire una crescita della moneta a tre cifre associata con una inflazione al due per cento o meno ancora.
In ogni caso, cosa sta dietro la perdurante capacità di reggere delle regole?
Interessi di classe probabilmente spiegano le richieste politiche: una restrizione monetaria è quello che i redditieri vogliono sempre. Ma la maggioranza di coloro che si abbeverano a questa pessima analisi stanno cercando di far soldi, non di guadagnare influenza politica, dunque cosa c’è in ballo per loro?
Noah suggerisce che si tratti del bisogno di una illusione di conoscenza; ma in se stesso questo non spiega perché gli stravaganti fanatici dell’oro dovrebbero avere un dominio così completo. Perché il genere di persone che ascoltavano la storia della “iperinflazione-entro-il-2010” di Peter Schiff non sono passati, diciamo, ad ascoltare Warren Mosler? [1]
In qualche senso la spiegazione deve essere politica: la “regola” fa appello ad un certo genere di pregiudizi di anziani uomini bianchi con soldi da investire. Ma resta sorprendente quanto poco questi pregiudizi siano stati scalfiti dalla loro incapacità a fare i conti con il più decisivo test del mondo reale che si possa immaginare.
[1] Schiff e Mosler sono qua indicati come due rilevanti figure del capitalismo americano – ma in un certo senso anche due commentatori economici di una certa autorevolezza – con caratteristiche opposte.
Il primo – che oltre ad essere un commentatore finanziario è anche un operatore finanziario potente – è l’antesignano repubblicano di una lettura economica conservatrice, ed aveva completamente aderito ad una concezione per la quale le politiche monetarie e della finanza pubblica contro la crisi avrebbero portato ad una “iperinflazione”.
Il secondo – Presidente della società automobilistica Mosler, ma anche autore di spicco della Teoria Monetaria Moderna, e dunque sostenitore di una concezione opposta sul ruolo della politica monetaria, nonché ispiratore di una vasta attività di promozione delle ricerca economica a livello universitario – può essere considerato come espressione del punto di vista opposto. Peraltro, egli ha pubblicato i libro “Le sette innocenti frodi capitali della politica economica”, con una prefazione di James Kenneth Galbraith.
By mm
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