Blog di Krugman

L’austerità Americana, un nuovo diagramma (1 marzo 2014)

 

Mar 1, 11:20 am

American Austerity, Charted Yet Again

OK, I don’t know why I haven’t done this before.

When you’re trying to track federal fiscal policy, a pretty good first cut is to focus on discretionary spending. For one thing, it is in fact the thing that has been moving a lot in recent years. Also, focusing on discretionary helps take out of the picture both spending rises driven by automatic stabilizers — like the slump-induced rise in unemployment benefits and food stamps — and spending driven by things like demography, as baby boomers hit retirement age.

So here’s federal discretionary spending since the 2007 business cycle peak, compared with spending after the 2000 peak:

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Office of Management and Budget

If spending had tracked what happened under Bush II, discretionary spending would be about a third — or more than 2 percent of GDP — higher. Since there is good reason to believe that the multiplier is 1.5 or more, this would mean real GDP 3-plus percent higher, closing much if not most of the output gap, and probably an unemployment rate below 5.5 percent. In short, we would have had a vastly healthier economy but for the de facto victory of disastrous austerity policies.

 

L’austerità Americana, un nuovo diagramma.

 

In effetti, non so perché non l’abbia fatto in precedenza.

Quando state cercando di tracciare la politica federale della spesa pubblica, un primo tentativo abbastanza utile è quello di concentrarsi sulla spesa discrezionale. Da una parte, è un fatto che questo aspetto sia molto variato negli anni recenti. Inoltre, concentrarsi sulle spese discrezionali aiuta a tener fuori gli incrementi di spesa provocati dagli stabilizzatori automatici – come la crescita indotta dalla crisi dei sussidi di disoccupazione e degli aiuti alimentari – nonché spese determinate da aspetti come la demografia, come quando i  baby-boomers raggiungono l’età della pensione [1].

Ecco dunque la spesa federale discrezionale a partire dal punto più alto del ciclo economico del 2007, confrontata con la spesa dopo il punto più alto dell’anno 2000:

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Ufficio della gestione e del Bilancio

 

Se la spesa avesse seguito quello che accadde sotto Bush figlio, la spesa discrezionale sarebbe stata circa un terzo più alta – ovvero più del 2 per cento del PIL. Dato che ci sono buone ragioni per credere che il moltiplicatore sia 1,5 o più ancora, questo significherebbe un PIL reale 3 punti più alto, in gran parte chiudendo, se non del tutto, il differenziale della produzione, e probabilmente un tasso di disoccupazione al di sotto del 5,5 per cento. In poche parole, avremmo un’economia ampiamente più sana, se non fosse per la vittoria di fatto delle disastrose politiche di austerità.



[1] Il “baby-boom” è il periodo di notevole aumento delle nascite che si determinò all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e che durò per alcuni anni. Quel fenomeno naturalmente ha transitato nel successivo mezzo secolo influendo su ogni statistica.

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