Blog di Krugman

La guida all’economia degli innalzatori dei tassi (10 marzo 2014)

 

Mar 10, 2:18 pm

The Rate-Hiker’s Guide to the Economy

The big headline on the front page of today’s FT — at least in the U.S. edition — goes to this report about the Bank for International Settlements. According to the article, the BIS is warning that “forward guidance” — the attempt to drive long-term interest rates down by promising to keep short-term rates low for a long time — “could endanger the international financial system.” So I thought, typical BIS — the gnomes of Basel have been consistently against anything that might restore full employment, have been into punishment all the way. And I got ready to write a BIS-bashing post.

But first I thought I should check the actual BIS report — and it’s not very much like the description in the FT. Yes, it mentions possible risks to financial stability, but it also talks about the reasons for forward guidance and the need for some kind of unconventional stimulus; if it seems somewhat down on the policy, it’s more about doubtful effectiveness than about looming doom. In other words, the fear factor here is more the FT projecting its own prejudices onto the BIS than the BIS itself.

And that, I think, is an indicator. The urge to hike rates — the rationale keeps changing, but the demand stays the same — is widespread in the financial press. Why? The ever-changing reasons for a never-changing policy suggest that we aren’t really talking about policy analysis. Instead we’re talking about some mix of class interest (rentiers want their rents) and desire to see economics as a morality play (easy money feels good, therefore it must be bad).

Anyway, quite amazing. And I worry that the incessant drumbeat of demands for rate hikes will eventually wear the central bankers down.

 

La guida all’economia degli innalzatori dei tassi

 

Il titolo principale sulla prima pagina del Financial Times di oggi – almeno nell’edizione statunitense – va a questo resoconto sulla Banca dei Regolamenti Internazionali.  Secondo l’articolo, la BIS sta mettendo in guardia che un “indirizzo anticipato” [1] – il tentativo di abbassare i tassi di interesse a lungo termine promettendo di mantenere quelli a breve termine bassi per un lungo periodo – “potrebbe danneggiare l’intero sistema finanziario”. Dunque, ho pensato, la solita BIS – gli gnomi di Basilea sono stati coerentemente contro ogni cosa potesse ripristinare la piena occupazione, appassionati in tutti i modi ad una soluzione punitiva. Ed ero pronto a scrivere un post di critica feroce alla BIS.

Ma ho pensato che prima avrei dovuto verificare l’effettivo rapporto della BIS – ed esso non è affatto come descritto dal FT. Sì, si parla dei possibili rischi per la stabilità finanziaria, ma si parla anche delle ragioni per un ‘indirizzo anticipato’ e del bisogno di un qualche genere di stimolo non convenzionale; se esso sembra in qualche modo criticare la politica, è più a proposito della sua dubbia efficacia che non di una incombente sventura. In altre parole, il fattore della paura è più nella proiezione da parte del Financial Times dei propri pregiudizi sulla BIS che non nella BIS stessa.

E questo, penso, sia un indicatore. Il bisogno di alzare i tassi – la motivazione cambia in continuazione, ma la richiesta resta la stessa – è generale nella stampa finanziaria. Perché? Le ragioni in continuo cambiamento di una politica che non cambia mai, indicano che propriamente non stiamo parlando di analisi dei contenuti politici. Piuttosto stiamo parlando di una qualche combinazione di interessi di classe (i redditieri vogliono le loro rendite) e del desiderio di riconoscere l’economia come una rappresentazione morale (la moneta facile si percepisce come cosa buona, dunque deve essere cattiva).

In ogni modo è abbastanza sorprendente. E sono preoccupato che l’incessante grancassa delle richieste di innalzamento dei tassi alla fine sfinirà i banchieri centrali.



[1] La “forward guidance” è l’indicazione, da parte di una banca centrale, di come saranno modificati i tassi di interesse in futuro. La Banca centrale europea l’ha introdotta per la prima volta il 4 luglio 2013: con questa svolta, che finora affidava le indicazioni a una sorta di linguaggio in codice per addetti ai lavori, ha reso la comunicazione esplicita, sul modello di quanto fa abitualmente la Federal Reserve. Analoga svolta è arrivata dalla Bank of England di Mark Carney. (Il Sole 24 Ore)

Mi pare che “indirizzo anticipato” sia dunque una traduzione letterale e corretta, e direi anche semplice.

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