One of the most frustrating aspects of economic debate since 2008 has been the preference of influential people for stories about our troubles that sound serious as opposed to those that actually are serious. The reality, all along, has been that our economy is depressed because there isn’t enough spending, and that what we need is something, almost anything, that increases total spending. But policymakers and pundits want to hear about tough decisions and hard choices, and they just recoil from any suggestion that terrible problems might have easy answers.
The most destructive example is, of course, the deficit obsession that almost completely dominated establishment thinking from late 2009 until very recently, and is still hanging on as a source of bad analysis. Yes, many of the deficit scolds were simply using debt panic as an excuse to dismantle social insurance programs. But many fellow-travelers either sincerely believed that we had a fiscal crisis or felt that it was important to sound as if they believed it, because that was the kind of thing people who make tough decisions and hard choices were expected to say.
As an aside, I think the same kind of policy machismo was an important reason so many people who really, really should have known better supported the Iraq war.
The deficit obsession has faded a bit; but we still have others. And this new EPI report is a useful reminder of the extent to which another doctrine that sounds serious retains a grip on discourse — namely, the notion that we have big problems because our work force lacks essential skills.
This is very much a zombie doctrine — that is, a doctrine that should be dead by now, having been repeatedly refuted by evidence, but just keeps on shambling along. EPI presents some very interesting evidence from a survey of manufacturing, but they’re hardly the first to show that the data don’t at all support the skills-shortage hypothesis. And it’s not just labor-associated think tanks or progressives who have rejected the skill shortage story based on the evidence. The Boston Consulting Group did its own study,and the only hints of a skills shortage it found were in unglamorous skilled blue-collar work:
By BCG’s definition, only five of the nation’s 50 largest manufacturing centers (Baton Rouge, Charlotte, Miami, San Antonio, and Wichita) appear to have significant or severe skills gaps. Occupations in shortest supply are welders, machinists, and industrial-machinery mechanics.
Some readers may recall that when we finally had a really clear-cut example of a skill so much in demand that wages were soaring, the skill was … operating a sewing machine.
And Eddie Lazear, very much a Republican, looked at the evidence and reached the same conclusion (pdf).
Yet the skills story just keeps showing up in supposedly informed discussion. Again, I think that this is because it sounds like the kind of thing serious people should say.
The sad truth is that while disasters brought on by inadequate demand have an easy economic answer — just spend more! — the psychology of policy elites is such that they generally refuse to believe in this answer, and look for tough choices to make instead. And the result is that unless something comes along to jolt them out of that mindset — something like a war — the slump goes on for a very long time.
Lo zombi delle competenze
Uno degli aspetti più frustranti del dibattito economico dal 2008 è stata la preferenza delle persone influenti per racconti sui nostri guai che sembrano seri, al contrario di quelli che sono seri effettivamente. La realtà è sempre stata che la nostra economia è depressa perché non c’è una spesa sufficiente, e che abbiamo bisogno di qualcosa, di una cosa qualsiasi, che incrementi la spesa totale. Ma gli operatori politici ed i commentatori vogliono sentir parlare di decisioni forti e di scelte difficili, e proprio aborriscono ogni suggerimento per il quale problemi terribili potrebbero avere risposte semplici.
L’esempio più distruttivo, naturalmente, è l’ossessione del deficit che ha quasi completamente dominato il pensiero ufficiale dalla fine del 2009 al periodo più recente, e che ancora resta al suo posto come una fonte delle peggiori analisi. E’ vero, molte delle Cassandre del deficit hanno usato il panico del debito solo per smantellare i programmi della sicurezza sociale. Ma molti compagni di viaggio credevano sinceramente che ci fosse una crisi della finanza pubblica, o sentivano che era importante far sembrare che ci credessero, perché era quello il genere di cose che ci si aspetta dicano coloro che prendono decisioni dure e che fanno scelte difficili.
Tra l’altro, io penso che un ‘machismo politico’ dello stesso genere fosse stata una importante ragione per la quale tante persone sostennero la guerra in Iraq, persone che avrebbero dovuto conoscere meglio le cose.
L’ossessione del deficit è un po’ svanita; ma ne abbiamo altre ancora. E questo resoconto dell’ Economic Policy Institute ci rammenta utilmente in quale misura un’altra dottrina che sembra seria mantiene una presa sul dibattito – in particolare, l’idea secondo la quale abbiamo grandi problemi a causa della carenza delle competenze essenziali nella nostra forza di lavoro.
E’ davvero una dottrina zombi – vale a dire una dottrina che dovrebbe ormai essere defunta, essendo stata smentita numerose volte dai fatti, ma continua a camminare come per inerzia. L’EPI presenta alcune prove molto interessanti da un sondaggio sul settore manifatturiero, ma essi non sono i primi a riconoscere che quei dati non supportano affatto l’ipotesi di un a carenza di competenze. E non sono solo i gruppi di ricerca collegati con il mondo del lavoro o i progressisti ad aver respinto le spiegazioni sulla carenza di competenze basandosi sui fatti. Il Boston Consulting Group ha compiuto un proprio studio, ed i soli accenni ad un carenza di competenze ha scoperto che si trovavano nei lavori non entusiasmanti di operai professionalizzati:
“Secondo la definizione del Boston Consulting Group, solo 5 dei 50 più grandi centri manifatturieri del paese (Baton Rouge, Charlotte, Miami, San Antonio e Wichita) sembra abbiano significative o gravi carenze di professionalità. Gli impieghi nelle offerte di più breve durata sono i saldatori, i macchinisti ed i meccanici di macchinari per l’industria.”
Alcuni lettori ricorderanno che quando abbiamo finalmente trovato un esempio lampante di competenze per le quali c’era un domanda tale che i salari salivano molto in alto …. si è trattato di operatori con macchine da cucire.
Ed Eddie Lazear, un repubblicano autentico, ha dato un’occhiata alle testimonianze ed è arrivato alla medesima conclusione (disponibile in pdf).
Tuttavia la storia delle competenze semplicemente continua a dar mostra di sé nei presunti dibattiti tra competenti. Io penso che anche in questo caso dipenda dal fatto che essa assomiglia al genere di cose che le persone serie sentono di dover dire.
La triste verità è che mentre i disastri provocati da una domanda inadeguata hanno una semplice risposta economica – non dovete far altro che spendere di più! – la psicologia della classi dirigenti della politica è tale che esse non vogliono credere a questa risposta, preferiscono cercare scelte dure. E il risultato è che se non interviene qualcosa che dia una scossa a questa loro mentalità – qualcosa come una guerra – la crisi andrà avanti per un tempo lunghissimo.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"