Blog di Krugman

Preferire la ricchezza al lavoro (22 marzo 2014)

 

Mar 22, 4:22 pm

Favoring Wealth Over Work

In my last post I tried to document the extent to which modern Republican rhetoric has already adopted the values of “patrimonial capitalism”, even though America’s top one percent still owes its high incomes largely to compensation rather than wealth. On reflection, I thought I should also document the extent to which the GOP has put its money — or, actually, taxpayers’ money — where its mouth is, with concrete policies that favor wealth over work.

Consider, as Exhibit A, the Bush tax cuts. Bush did cut the top tax rate on earned income from 39.6 to 35 percent, a 12 percent reduction. But he cut the rate on capital gains from 21 to 15, a 28 percent reduction; he cut the rate on dividends from 39.6 (because dividends were previously taxed as ordinary income) to 15, a reduction of more than 60 percent. And he put the estate tax on a path toward zero — a 100 percent reduction.

The estate tax made a partial comeback thanks to the awkward fact that a Democrat was in the White House, and there have been some tax hikes on capital income. The point, however, was that Bush tried to give people living off wealth, inherited wealth in particular, much bigger tax cuts than he gave high earners.

And the efforts go on. I know that Paul Ryan likes to lecture the poor about the dignity of work; but his famous initial “roadmap” called for the complete elimination of taxes on interest, capital gains, and dividends, plus elimination of the estate tax. In other words, he proposed eliminating all taxes on income derived from wealth.

Now, Ryan casts this as policy that favors saving. But the truth is that it would mainly favor people born on third base or beyond. Even now, 6 of the 10 wealthiest Americans are heirs rather than self-made entrepreneurs — the Koch brothers plus a bunch of Waltons. There’s every reason to believe that the role of inheritance will only grow over time.

And if it does, half our political system will be cheering it on and offering the ever-more-empowered heirs as much assistance as possible.

 

Preferire la ricchezza al lavoro

 

Nel mio post precedente ho cercato di documentare come la retorica contemporanea dei repubblicani abbia già adottato i valori del “capitalismo patrimoniale”, anche se l’uno per cento degli americani più ricchi deriva ancora largamente i suoi redditi elevati dai compensi piuttosto che dai patrimoni. Riflettendoci meglio, ho pensato che dovrei anche documentare in quale misura il Partito Repubblicano abbia fatto seguire i fatti – o meglio, i soldi dei contribuenti – alle parole, con concrete politiche  che favoriscono la ricchezza sul lavoro.

Si considerino, come prima prova, i tagli fiscali di Bush. Bush tagliò l’aliquota fiscale più elevata sui redditi dalla attività lavorativa dal 39,6 al 35 per cento, una riduzione del 12 per cento. Ma egli tagliò l’aliquota dei redditi da capitale dal 21 al 15 per cento, una riduzione del 28 per cento; tagliò l’aliquota sui dividendi dal 39,6 (perché in precedenza i dividendi erano tassati come redditi ordinari) al 15 per cento, una riduzione di più del 60 per cento. E pose la tassa di successione nella prospettiva di un azzeramento – una riduzione del 100 per cento.

La tassa di successione ebbe un parziale ritorno grazie alla spiacevole circostanza che un democratico era alla Casa Bianca, e c’è stato un qualche aumento della tassa sui redditi da capitale. Il punto, tuttavia, è che Bush cercò di far vivere la gente della propria ricchezza, in particolare della ricchezza ereditata, molto di più di quanto non consentì sgravi fiscali agli elevati guadagni da attività lavorativa.

E gli sforzi continuano. So che a Paul Ryan piace fare prediche ai poveri sulla dignità del lavoro; ma la sua famosa iniziale “road map” si pronunciava per la completa eliminazione delle tasse sugli interessi, sui profitti da capitale, sui dividendi, in aggiunta alla eliminazione della tassa di successione. In altre parole, egli propose di eliminare tutte le tasse sui redditi che provenissero dalla ricchezza.

Ora, Ryan presenta questa come una politica a favore del risparmio. Ma la verità è che essa favorisce soprattutto le persone che sono nate in ‘terza base’ [1] o oltre. Anche oggi, sei dei dieci americani più ricchi sono eredi, non imprenditori che si sono fatti da soli – i fratelli Koch più un mazzo di Walton [2]. Ci sono tutte le ragioni per credere che il ruolo dell’eredità non farà altro che crescere col tempo.

E se succede, metà del nostro sistema politico sarà di sostegno ed offrirà ai sempre più potenti eredi tutta l’assistenza possibile.



[1] Ovvero, particolarmente agiate.

[2] Ovvero, di proprietari della Walmart.

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