MARCH 16, 2014 Paul Krugman
There are many negative things you can say about Paul Ryan, chairman of the House Budget Committee and the G.O.P.’s de facto intellectual leader. But you have to admit that he’s a very articulate guy, an expert at sounding as if he knows what he’s talking about.
So it’s comical, in a way, to see Mr. Ryan trying to explain away some recent remarks in which he attributed persistent poverty to a “culture, in our inner cities in particular, of men not working and just generations of men not even thinking about working.” He was, he says, simply being “inarticulate.” How could anyone suggest that it was a racial dog-whistle? Why, he even cited the work of serious scholars — people like Charles Murray, most famous for arguing that blacks are genetically inferior to whites. Oh, wait.
Just to be clear, there’s no evidence that Mr. Ryan is personally a racist, and his dog-whistle may not even have been deliberate. But it doesn’t matter. He said what he said because that’s the kind of thing conservatives say to each other all the time. And why do they say such things? Because American conservatism is still, after all these years, largely driven by claims that liberals are taking away your hard-earned money and giving it to Those People.
Indeed, race is the Rosetta Stone that makes sense of many otherwise incomprehensible aspects of U.S. politics.
We are told, for example, that conservatives are against big government and high spending. Yet even as Republican governors and state legislatures block the expansion of Medicaid, the G.O.P. angrily denounces modest cost-saving measures for Medicare. How can this contradiction be explained? Well, what do many Medicaid recipients look like — and I’m talking about the color of their skin, not the content of their character — and how does that compare with the typical Medicare beneficiary? Mystery solved.
Or we’re told that conservatives, the Tea Party in particular, oppose handouts because they believe in personal responsibility, in a society in which people must bear the consequences of their actions. Yet it’s hard to find angry Tea Party denunciations of huge Wall Street bailouts, of huge bonuses paid to executives who were saved from disaster by government backing and guarantees. Instead, all the movement’s passion, starting with Rick Santelli’s famous rant on CNBC, has been directed against any hint of financial relief for low-income borrowers. And what is it about these borrowers that makes them such targets of ire? You know the answer.
One odd consequence of our still-racialized politics is that conservatives are still, in effect, mobilizing against the bums on welfare even though both the bums and the welfare are long gone or never existed. Mr. Santelli’s fury was directed against mortgage relief that never actually happened. Right-wingers rage against tales of food stamp abuse that almost always turn out to be false or at least greatly exaggerated. And Mr. Ryan’s black-men-don’t-want-to-work theory of poverty is decades out of date.
In the 1970s it was still possible to claim in good faith that there was plenty of opportunity in America, and that poverty persisted only because of cultural breakdown among African-Americans. Back then, after all, blue-collar jobs still paid well, and unemployment was low. The reality was that opportunity was much more limited than affluent Americans imagined; as the sociologist William Julius Wilson has documented, the flight of industry from urban centers meant that minority workers literally couldn’t get to those good jobs, and the supposed cultural causes of poverty were actually effects of that lack of opportunity. Still, you could understand why many observers failed to see this.
But over the past 40 years good jobs for ordinary workers have disappeared, not just from inner cities but everywhere: adjusted for inflation, wages have fallen for 60 percent of working American men. And as economic opportunity has shriveled for half the population, many behaviors that used to be held up as demonstrations of black cultural breakdown — the breakdown of marriage, drug abuse, and so on — have spread among working-class whites too.
These awkward facts have not, however, penetrated the world of conservative ideology. Earlier this month the House Budget Committee, under Mr. Ryan’s direction, released a 205-page report on the alleged failure of the War on Poverty. What does the report have to say about the impact of falling real wages? It never mentions the subject at all.
And since conservatives can’t bring themselves to acknowledge the reality of what’s happening to opportunity in America, they’re left with nothing but that old-time dog whistle. Mr. Ryan wasn’t being inarticulate — he said what he said because it’s all that he’s got.
Quel richiamo dei tempi andati, di Paul Krugman
New York Times 16 marzo 2014
Ci sono molte cose negative che si possono dire di Paul Ryan, Presidente della Commissione Bilancio della Camera e in sostanza leader intellettuale del Partito Repubblicano. Ma si deve ammettere che è un tipo molto forbito, un esperto di eloquenza al punto da sembrare che conosca le cose di cui parla.
E’ dunque comico, in un certo senso, osservare il signor Ryan mentre cerca di giustificare alcune osservazioni nelle quali egli aveva attribuito la persistente povertà ad una “cultura, in particolare nelle nostre città dell’interno, di uomini che non lavorano, precisamente di generazioni di uomini che neanche ci pensano a lavorare”. Era stato, ha detto, “incapace di esprimersi”. Come si può pensare che volesse alludere ad un richiamo di tipo razziale [1]? Dato che egli ha persino citato il lavoro di seri studiosi – persone come Charles Murray, particolarmente famose per aver sostenuto che i neri sono geneticamente inferiori ai banchi. Ma, aspettate.
Non c’è alcuna prova, per amor di chiarezza, che il signor Ryan sia personalmente un razzista, ed il suo richiamo potrebbe persino non essere stato intenzionale. Ha detto quello che ha detto perché quelle sono il genere di cose che i conservatori si ripetono in continuazione. E perché dicono cose del genere? Perché il conservatorismo americano, dopo tutti questi anni, è ancora spinto dalla pretesa che i progressisti vogliano portar via i soldi guadagnati a fatica per darli a “Quella Gente” [2].
In effetti, la razza è una specie di ‘stele di Rosetta’ [3] che dà un senso a molti aspetti della politica americana, altrimenti incomprensibili.
Ci viene raccontato, ad esempio, che i conservatori sono contrari alle ampie funzioni dei governi ed alle spese elevate. Tuttavia, nel mentre i Governatori repubblicani e le legislazioni statali bloccano l’ampliamento di Medicaid, il Partito Repubblicano denuncia con toni irati le modeste misure di risparmio su Medicare. Come si può spiegare questa contraddizione? Ebbene, a chi assomigliano molti assistiti di Medicaid – e sto parlando del colore della loro pelle, non degli aspetti del loro carattere – e come risultano ad un confronto con il beneficiario tipico di Medicare? Mistero risolto.
Oppure ci viene raccontato che i conservatori, il Tea Party in particolare, si oppongono ai sussidi perché credono nella responsabilità personale, in una società nella quale le persone debbono sopportare le conseguenze delle loro azioni. Tuttavia è difficile trovare denunce indignate del Tea Party per gli ampi salvataggi di Wall Street, per le generose gratifiche agli amministratori che furono salvati dal disastro dal sostegno e dalle garanzie del Governo. Piuttosto, tutta la passione del movimento, a cominciare dalla famigerata filippica di Rick Santelli alla CNBC, è stata rivolta contro ogni accenno di attenuazione del peso finanziario per i debitori con bassi redditi. E cos’è che rende questi debitori in tal modo oggetto di indignazione? Sapete la risposta.
Una delle bizzarre conseguenze della nostra politica ancora soggetta al razzismo è che i conservatori, in sostanza, si stanno ancora mobilitando contro coloro che si approfittano dello stato assistenziale, quando sia gli scrocconi che lo stato assistenziale se ne sono andati da tempo, se mai sono esistiti. La furia del signor Santelli era diretta contro un alleggerimento dei mutui che non c’è mai stato. La rabbia della destra contro i racconti di abusi negli aiuti alimentari risulta quasi sempre falsa o almeno grandemente esagerata. E la teoria della povertà basata sui ‘neri-che-non-vogliono-lavorare’ di Ryan è superata da decenni.
Nel 1970 era ancora possibile sostenere in buona fede che c’erano molte opportunità in America, e che la povertà sussisteva solo a causa di un collasso culturale tra gli afroamericani. A quei tempi, dopo tutto, i posti di lavoro dei colletti blu erano ancora ben pagati e la disoccupazione era bassa. La verità era che le opportunità erano molto più limitate di quello che gli americani benestanti si immaginavano; come documentò il sociologo William Julius Wilson, la fuga dell’industria dai centri urbani comportò che le minoranze dei lavoratori non potevano materialmente ottenere quei posti [4], e le supposte cause culturali della povertà erano in effetti conseguenze di quella mancanza di opportunità. Tuttavia, non è impossibile capire perché molti osservatori non se ne accorgevano.
Ma nel corso dei 40 anni passati i buoni posti di lavoro per i lavoratori comuni sono scomparsi, non solo all’interno dei centri urbani ma dappertutto: corretti per l’inflazione, i salari sono caduti per il 60 per cento degli americani che lavorano. E come le opportunità economiche si sono esaurite per metà della popolazione, molti comportamenti che si era soliti indicare come dimostrazioni della crisi culturale dei neri – le crisi nei matrimoni, l’abuso di droghe e così via – si sono diffusi anche nella classe operaia bianca.
Questi fatti scomodi, tuttavia, non sono penetrati nell’universo della ideologia conservatrice. Agli inizi di questo mese la Commissione Bilancio della Camera, sotto la direzione del signor Ryan, ha rilasciato un rapporto di 250 pagine sul preteso fallimento della “guerra alla povertà” [5]. Trova da dire qualcosa, quel rapporto, a proposito della caduta dei salari reali? Non fa nemmeno menzione a quel tema.
E dal momento che i conservatori non possono riconoscere la realtà di quello che sta accadendo in America in tema di opportunità, non resta loro niente altro se non gli ammiccamenti razzisti dei tempi andati. Il signor Ryan non è stato incapace di esprimersi – ha detto quello che ha detto perché è tutto quello che ha.
[1] Nel linguaggio politico, precisamente, il “dog-whistle” è una sorta di ‘ammiccamento’ con il quale si “indirizzano messaggi discutibili ad alcuni elettori cercando di evitare di offendere quegli altri elettori per i quali i messaggi potrebbero non essere popolari”. ‘(The Free Dictionary’)
[2] Ovvero ai poveri, alle persone di colore, agli emarginati; questo è il significato giornalistico di “Quella Gente” con le maiuscole.
[3] La ‘Stele di Rosetta’ è un pietra di granito scuro delle dimensioni di meno di un metro che reca scritte in tre caratteri (geroglifici egizi, una più tarda lingua egizia e greco antico) che furono preziose nel lungo lavoro di interpretazione dei caratteri egizi. La pietra venne trovata nel 1799, nel corso della campagna napoleonica in Egitto, presso la città portuale di Rosetta (la attuale Rashid). Attualmente è esposta al British Museum.
[4] Secondo la spiegazione di Wilson, sulla quale Krugman è tornato con alcuni posts nei mesi scorsi, si produsse un vero e proprio impedimento materiale, derivante dalla concentrazione della popolazione di colore in zone centrali urbane e dalla difficoltà spesso insuperabile a raggiungere i nuovi posti di lavoro lontani anche molte decine di chilometri.
[5] Il termine di riferisce ad un complesso di iniziative di natura sociale che furono intraprese sotto la Presidenza di Lyndon Johnson in materia di povertà, sulla metà degli anni ’60.
By mm
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