Apr 15, 3:27 pm
Aha. I missed this, from Jürgen Stark, which is one of the most amazing things I’ve ever seen written by a former central banker:
It is likely we are living in an extended period of price stability. This is good news. It boosts real disposable income and will eventually support private consumption. Inflation expectations are well anchored, and there is no evidence households and companies are delaying purchases because of negative expectations. Warnings about outright deflation and calls for ECB action are misguided and irresponsible. The longer this discussion continues, and the more intense it becomes, the more likely the risk of a self-fulfilling prophecy.
So, Stark begins by asserting that low inflation boosts real disposable income. That’s a zero-credit answer on any undergraduate exam: yes, low inflation makes income gains higher for any given rate of increase in nominal income, but low inflation reduces the rate of nominal income growth one for one. The notion that an influential former monetary official doesn’t understand this is breathtaking.
Now, it’s not true that low inflation has no effect; it increases the real value of debt, which is contractionary because debtors cut spending more than creditors raise it, and it raises real interest rates when nominal rates are near the zero lower bound. But these are both demand-depressing effects.
Oh, and low overall European inflation makes the adjustment problem of debtor countries much worse, which Stark doesn’t even mention.
But the real kicker is the claim that even talking about the possibility of deflation is irresponsible, because that can turn into a self-fulfilling prophecy. That’s right: if inadequate ECB action leads Europe into a Japan-style lost decade or two, it’s the fault of all those critics who warned that this might happen; if only everyone had kept clapping, everything would have been OK.
I can understand why some policymakers would like to live in a world like that — a world in which, if critics say that their policies will fail, and then they do fail, it’s the critics’ fault. But it’s hard to imagine the state of mind of someone who would actually state that view in the FT.
Dar la colpa agli ambasciatori, versione euro.
Eccoci! Mi ero perso la frase seguente, a cura di Jürgen Stark, che è una delle cose più strabilianti che abbia mai visto scrivere da parte di un individuo che in precedenza era stato banchiere centrale:
“E’ probabile che si stia vivendo in un prolungato periodo di stabilità dei prezzi. Questa è una buona notizia. Essa rafforza il reddito reale disponibile ed alla fine sostiene il consumo privato. Le aspettative di inflazione sono ben stabilizzate, e non c’è nessuna prova che le famiglie e le imprese stiano rinviando spese a causa di aspettative negative. Le messe in guardia su una imminente deflazione e le richieste di iniziativa alla BCE sono fuorvianti ed irresponsabili. Più a lungo questo dibattito prosegue e più intenso diventa, più probabile è il rischio di una profezia che si autoavvera.”
Dunque, Stark prende le mosse dalla affermazione che la bassa inflazione sostiene il reddito reale disponibile. Questa è una risposta che provocherebbe una bocciatura ad ogni esame per studenti universitari: sì, la bassa inflazione avvantaggia il reddito per ogni determinato tasso di incremento nel reddito nominale, ma la bassa inflazione riduce il tasso di crescita del reddito nominale di pari entità. L’idea che un passato influente dirigente monetario non lo capisca, lascia senza respiro.
Ora, non è vero che la bassa inflazione non abbia effetti; essa accresce il valore reale del debito, la qualcosa ha effetti di contrazione perché i debitori tagliano le spese più di quanto i creditori le innalzino, ed aumenta i tassi di interesse reali quando i tassi di interesse nominali sono al limite inferiore dello zero. Ma questi sono entrambi effetti depressivi sulla domanda.
Infine, una inflazione complessivamente bassa rende il problema della correzione per i paesi debitori molto peggiore, della qual cosa Stark neanche parla.
Ma il vero colpo di grazia è la pretesa che persino il parlare della eventualità della deflazione sia irresponsabile, giacché potrebbe trasformarsi in una profezia che si autoavvera. Perfetto: se una inadeguata iniziativa della BCE porta l’Europa dentro uno o due decenni perduti sul modello del Giappone, la responsabilità sarà tutta di quei critici che hanno messo in guardia che ciò potesse accadere; se tutti semplicemente avessero continuato a batter le mani, ogni cosa sarebbe andata al suo posto.
Io posso capire perché ad alcuni uomini politici faccia piacere vivere in un mondo del genere – un mondo nel quale, se i critici dicono che le loro politiche faranno fallimento, e alla fine fanno davvero fallimento, la colpa è dei critici. Ma per la verità è difficile immaginare la condizione mentale di qualcuno che esprima quel punto di vista sul Financial Times.
By mm
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