Apr 19, 10:02 am
As I noted yesterday, Sweden is now experiencing deflation, which is bad for a number of reasons — including the fact that household debt is very high, and deflation (or even low inflation) increases the burden of that debt. (This makes it even more ironic that the Riksbank’s justification for ignoring Econ 101 and raising rates in a depressed economy was concern about excessive household debt and financial stability.) Lars Svensson, who has been a prophet without honor throughout, offers more.
The thing is, this is a problem throughout Europe. You sometimes hear defenders of the ECB declaring that low overall inflation isn’t a problem, because it’s mainly caused by very low inflation or deflation in debtor countries that are in the process of adjusting. This is 180 degrees wrong: low inflation is a much bigger problem than the aggregate number suggests, precisely because it’s concentrated in debtor nations, and is therefore imposing a bigger burden on debtors than the overall number reveals.
Here’s a quick and dirty version. I’ve taken the sum of public debt as % of GDP and household debt as % of income, both from OECD factbook — I should do a more careful number, but this is probably good enough for a first pass — and compared it with core inflation in the year ending last month, from Eurostat. (Sorry, don’t have software for country labels accessible right now.) The picture, for euro area countries, looks like this:
First of all, almost nobody has inflation running at the ECB’s “close to but less than 2%” target; second, on average, countries with large debt burdens are experiencing especially low inflation or even deflation. This is not an accident: during the euro bubble, capital flooded into some countries fueling debt expansion, and these are precisely the countries being forced into internal devaluation via deflation now.
The result is that even though the euro area doesn’t have outright deflation (yet), it’s very much experiencing Fisherian debt deflation already.
Deflazione da debito in Europa
Come ho notato ieri, la Svezia sta ora conoscendo la deflazione, che è una cosa negative per varie ragioni – incluso il fatto che il debito delle famiglie è molto alto, e la deflazione (o persino la bassa inflazione) accresce il peso di quel debito (il che rende anche più comica la giustificazione della Riksbank, secondo la quale aver ignorato quello che prescrivono i libri di testi ed aver alzato i tassi in una economia depressa, era derivato dalla preoccupazione per il debito eccessivo delle famiglie e per la stabilità finanziaria). Lars Svensson, che nel frattempo è stato profeta senza alcun riconoscimento, ci dice di più [1].
Il punto è che questo è dappertutto un problema in Europa. Qualche volta si sentono i difensori della BCE dichiarare che la deflazione complessivamente bassa non è un problema, perché è provocata dalla inflazione molto bassa o dalla deflazione nei paesi debitori, che hanno una correzione in corso. Questo è sbagliato a 180 gradi: la bassa inflazione è un problema molto più grande di quello che il dato aggregato suggerisce, precisamente perché è concentrata nelle nazioni debitrici, e di conseguenza impone un peso sui debitori assai maggiore di quello che il dato complessivo rivela.
Ecco qua una stima fatta su due piedi. Ho preso la somma del debito pubblico come percentuale del PIL e del debito delle famiglie come percentuale del reddito, entrambi dal sito OCSE factbook – dovrei elaborare un dato più scrupoloso, ma questo è abbastanza buono per cominciare – e l’ho confrontato con l’inflazione sostanziale nell’anno che terminava col mese passato, desunta da Eurostat (spiacente, non ho in questo momento il software accessibile con le etichette dei paesi). Il quadro, per i paesi dell’area euro, appare in questo modo:
Prima di tutto, quasi nessuno ha un’inflazione che procede sull’obbiettivo “prossimo ma inferiore al 2 per cento” di cui parla la BCE; in secondo luogo, i paesi con grandi oneri del debito stanno sperimentando una inflazione particolarmente bassa o addirittura una deflazione. Questo non è un caso: durante la bolla dell’euro, ci sono stati flussi di capitali in questi paesi che hanno acceso una espansione del debito, e questi sono esattamente i paesi che oggi vengono costretti ad una svalutazione interna tramite la deflazione.
Il risultato è che se anche l’area euro non ha ancora una aperta deflazione, essa sta già conoscendo una deflazione da debito fisheriana [2].
[1] Il riferimento è ad un post di Lars Svensson pubblicato sul suo blog il 14 di aprile, di prossima traduzione su “Fataturchina”.
[2] Per conoscere meglio le riflessioni di Irving Fisher sulla deflazione da debito, si potrebbe leggere il suo discorso alla American Economic Association del 1919.
By mm
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