Blog di Krugman

Eufemismi al Fondo Monetario Internazionale (dal blog di Krugman, 4 aprile 2014)

 

Apr 4, 7:43 am

Euphemistic At The IMF

Ever since the financial crisis struck, we’ve suffered grievously from the tyranny of respectable opinion. As I’ve often argued, the problem with our inadequate and often perverse response to mass unemployment isn’t that we lack a workable economic framework; basic IS-LMish macroeconomics has, in fact, provided quite good guidance.The problem, instead, has been that following economic logic has been deemed unserious. Serious people want balanced budgets and price stability, never mind what the textbooks say. This has among other things led to the peculiar result that respectable people grab on to academic papers that present dubious nonstandard results — expansionary austerity! A debt cliff at 90 percent! — while radicals like me are the ones citing Econ 101.

In all of this, the IMF has played a somewhat strange role. It is, institutionally, the very model of respectability; historically, its main role has arguably been to impose austerity of one kind or another. Yet it has a sophisticated, fairly Keynesian research department — and management that actually listens to that department (as opposed to, say, the European Commission, whose attitude seems to be,”If I want your opinion I’ll tell you what it is.”) You might imagine that the IMF would therefore take the lead in challenging respectable opinion when it’s dead wrong. But it obviously feels constrained; its rebellions against respectability have to be discreet.

And the result is a proliferation of euphemisms.

There’s a fine example in the latest World Economic Outlook, which makes a strong case that “normal” real interest rates have fallen substantially over time, and not just because of the financial crisis:

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What does this imply for policy? Here we go:

With respect to monetary policy, a period of continued low real interest rates could mean that the neutral policy rate will be lower than it was in the 1990s or the early 2000s. It could also increase the probability that the nominal interest rate will hit the zero lower bound in the event of adverse shocks to demand with inflation targets of about 2 percent. This, in turn, could have implications for the appropriate monetary policy framework.

What does that actually say? Well, my subtitled version says this: Raise the inflation target to 4 percent, dummies. But the IMF wouldn’t,and presumably can’t, say that outright. And I suspect that the people who need to hear that won’t at all get what the Fund is really saying.

Secular stagnation, here we come.

 

Eufemismi al Fondo Monetario Internazionale

 

Da quando fummo colpiti dalla crisi finanziaria, abbiamo gravemente sofferto della tirannia delle opinioni rispettabili. Come abbiamo spesso argomentato, il problema della nostra inadeguata e spesso colpevole risposta alla disoccupazione di massa non è che difettiamo di uno schema di interpretazione  funzionante; di fondo, il modello macroeconomico IS-LM ha, in sostanza, fornito una buona guida. Il problema, piuttosto, è stato che si è ritenuto non serio seguire una logica economica. Le Persone Serie vogliono bilanci in pareggio e prezzi stabili, non conta quello che dicono i libri di testo. Questo tra le altre cose ha portato al peculiare risultato che le persone rispettabili si attaccano a studi accademici che presentano dubbi risultati irrituali – l’austerità espansiva! Il limite del debito al 90 per cento! – mentre i radicali come me sono quelli che citano i testi universitari.

In tutto questo, il FMI ha giocato in qualche modo un ruolo strano. Istituzionalmente, esso è il modello assoluto di rispettabilità; storicamente, il suo ruolo principale è stato probabilmente quello di imporre l’austerità, in un modo o nell’altro. Tuttavia, esso possiede un dipartimento di ricerca  discretamente keynesiano – ed una dirigenza che per la verità ascolta quel dipartimento (all’opposto, diciamo, della Commissione Europea, il cui metodo sembra il seguente: “Se vorrò una vostra opinione, vi dirò io quale deve essere”). Ci si sarebbe di conseguenza immaginati che il FMI avrebbe preso la guida nello sfidare le opinioni rispettabili, una volta accertato che avevano torto marcio. Ma esso ovviamente ha dei limiti; le sue ribellioni contro la rispettabilità devono essere discrete.

E il risultato è una proliferazione di eufemismi.

C’è un bell’esempio nell’ultimo World Economic Outlook, che avanza il rilevante argomento secondo il quale i “normali” tassi di interesse reali sarebbero in sostanza caduti nel corso del tempo, e non solo a causa della crisi finanziaria:

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Cosa implica questo per la politica? Eccolo:

“Rispetto alla politica monetaria, un periodo di prolungati tassi di interesse reali bassi potrebbe significare che il tasso di riferimento neutro sarà più basso di quello che fu negli anni ’90 o nei prima anni 2000. Potrebbe anche aumentare la probabilità che i tassi di interessi nominali tocchino il limite inferiore dello zero, nella prospettiva di shocks negativi sulla domanda, con tassi di inflazione attorno al 2 per cento. Questo, a sua volta, potrebbe avere implicazioni per un modello adeguato di politica monetaria.”

Che cosa vuol dire effettivamente? Ebbene, la mia versione con i sottotitoli è la seguente: “Alzate l’obbiettivo di inflazione al 4 per cento, scemi!”. Ma il Fondo non potrebbe dirlo, e presumibilmente non può dirlo, così apertamente. Ed io ho il sospetto che la gente che deve ascoltare non capirà affatto quello che il Fondo sta realmente dicendo.

Stagnazione secolare, siamo in arrivo.

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