Blog di Krugman

La riforma sanitaria di Obama, l’ideale sconosciuto. Continuazione. (dal blog di Krugman, 14 aprile 2014)

 

Apr 14, 8:08 am

Obamacare, The Unknown Ideal, Continued

The current state of public opinion on health reform is really peculiar. If you’ve been following the issue at all closely, you know that the Affordable Care Act is one of the great comeback stories of public policy: after a terrible start, it has dramatically exceeded expectations. But hardly anyone seems to know that.

It’s easy to understand how that happens for Fox-watchers and Rush-listeners, who are fed a steady diet of supposed Obamacare disaster stories. Remember this?

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But the real story hasn’t even gotten through to many people who should know better.

Over the weekend I had dinner in NYC with some very smart, sophisticated people; yes, all of them liberals. And almost everyone in the group was under the impression that Obamacare is still going badly — they wanted me to tell them whether it could still be turned around.

Meanwhile, New York (which created its own exchange) is a huge success story: enrollment is 60 percent higher than federal projections, premiums have been cut in half.

An aside: New York was already a community-rating state, where insurers weren’t allowed to discriminate based on medical history. But the result of that system was that healthy people tended to stay out of the individual market, creating a bad risk pool that drove up rates. Now everyone has to be in, dramatically improving the risk pool. As such, the New York experiences demonstrates the essential role of the individual mandate for reform.

But anyway, back to the mystery: here we have smart, pro-reform people living in a state where reform is going really well. And they don’t know it!

In part this may reflect the Obama administration’s lackluster job so far in getting the word out. But it also, I think, reflects a persistent anti-ACA tilt in news coverage. In the final days of March I wrote about the de facto blackout on the obvious surge in enrollments; if you weren’t reading Charles Gaba and/or bloggers who followed him, you were in the dark about a huge developing story. And this tilt has continued.

Just FYI: the article I linked above, about the spectacular success of New York reform, was on page A16 …

 

La riforma sanitaria di Obama, l’ideale sconosciuto. Continuazione.

 

La situazione attuale della opinione pubblica in materia di riforma sanitaria è davvero peculiare. Se avete seguito la faccenda in modo proprio ravvicinato, saprete che la Legge sulla Assistenza Sostenibile è una delle storie di grande riscossa del governo della cosa pubblica: dopo un tremendo avvio, essa ha superato ogni aspettativa in modo spettacolare. Ma pare che tutti facciano fatica a riconoscerlo.

E’ facile capire come questo succeda per gli spettatori di Fox e per coloro che ascoltano Rush (Limbaugh) [1] alla radio, che sono stati alimentati sulla base di una dieta costante di racconti sul presunto disastro della riforma della assistenza di Obama. Ricordate questo? [2]

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Ma la storia vera non è arrivata neppure alle persone che pur dovrebbero conoscere meglio le cose.

Nel corso del fine settimana ho avuto una cena a New York con alcune persone intelligenti ed evolute; sì, tutti progressisti. E quasi tutti in quel gruppo subivano l’impressione  che la riforma della sanità di Obama stesse procedendo male – volevano che gli raccontassi se ancora potesse determinarsi una svolta.

Nel frattempo, New York (che aveva creato la sua propria “borsa sanitaria” [3]) è un racconto di pieno successo: le iscrizioni sono del 60 per cento più alte delle previsioni federali, i premi assicurativi hanno ricevuto una riduzione della metà.

Un inciso: New York aveva già una situazione di “valutazione comunitaria” [4], dove agli assicuratori non era consentito di discriminare sulla base delle patologie passate degli assistiti. Ma il risultato di quel sistema era che le persone tendevano a star fuori dal mercato individuale [5], determinando  una stima complessiva del rischio negativa che alzava le aliquote delle polizze. Come tale, l’esperienza di New York dimostra il ruolo essenziale del coinvolgimento delle singole persone nella riforma. [6]

Ma in ogni modo, torniamo al mistero: in questo caso abbiamo persone intelligenti e favorevoli alla riforma che vivono in uno Stato nel quale la riforma sta andando davvero bene. E loro non lo sanno!

In parte questo dipende dal lavoro scialbo, sino a questo punto, della Amministrazione Obama nel diffondere le informazioni. Ma riflette anche, io penso, un persistente orientamento ostile alla riforma nelle cronache giornalistiche. Nei giorni finali di marzo io scrissi a proposito del sostanziale oscuramento della evidente crescita delle iscrizioni; se non stavate leggendo Charles Gaba [7] o i bloggers che lo seguono, eravate all’oscuro sui rilevanti sviluppi di quella vicenda. E questa ostilità è proseguita.

Solo per vostra informazione: l’articolo del quale ho sopra fornito la connessione [8] sullo spettacolare successo della riforma a New York, era a pagina A 16 …..



[1] Noto conduttore radiofonico e giornalista di destra.

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[2] Una immagine teletrasmessa su Fox News che, agli inizi del mese di marzo, metteva in evidenza il grande divario tra il risultato presunto al 27 di marzo di persone registrate nel nuovo sistema sanitario, e l’obbiettivo governativo annunciato in precedenza. In realtà, nei giorni successivi l’obbiettivo è stato raggiunto e superato.

[3] Ovvero, una sede nella quale si danno informazioni sulla riforma, si prende visione delle proposte assicurative e ci si iscrive. Alcuni Stati l’hanno messa su per conto proprio, altrimenti si accedeva a quella del sito informatico federale, che aveva notoriamente avuto un avvio molto difficoltoso.

[4] Ovvero, una stima dei costi assicurativi presunti – e dunque dei prezzi delle assicurazioni – che si basa su una valutazione media sugli individui di una intera comunità, e non sulle storie sanitarie personali.

[5] Suppongo che significhi il mercato al quale si rivolgono le persone singole, che è altra cosa dalla situazione nella quale sono le imprese a provvedere per la assicurazione dei propri dipendenti.

[6] Come abbiamo notato più volte, il “mandate” – ovvero la “delega” agli individui – significa che le persone hanno l’obbligo di acquistare la assicurazione sanitaria, la qualcosa assicura costi assicurativi medi ragionevoli (giacché, se fosse proseguita la prassi per la quale le persone più giovani ed in buona salute non acquistavano l’assicurazione, o la acquistavano con poca protezione, i costi medi sarebbero stati molto elevati e si sarebbe tornati alla situazione precedente, dove i più cagionevoli di salute subivano gravi discriminazioni). Il termine “mandate” ha un significato giuridico preciso (gli individui sono “delegati”, in un certo senso, a far funzionare un pezzo della riforma sanitaria), che noi semplifichiamo traducendolo con “coinvolgimento”.

[7] Gaba dirige un blog che in questi mesi si è specializzato nel dare informazioni dettagliate sull’andamento delle registrazioni al nuovo sistema sanitario, al punto che aveva da tempo previsto il positivo risultato di fine marzo.

[8] L’articolo del quale viene fornita la connessione è del New York Times, ed è evidente che Krugman si lamenta anche per l’atteggiamento in specie del principale giornale progressista americano (non tanto nella sezione dei commenti, che in buona parte è sempre stata coperta da Krugman stesso, quanto nelle cronache).

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