April 26, 2014
So both John Cochrane and Martin Wolf are advocating 100% reserve banking. If these two agree on anything, it’s worth taking seriously! (It’s pretty amazing how advocates for narrow banking come from across the political spectrum.) We have some thoughts on banking and private money creation, but you’ll have to read our book to figure out what they are.
Instead, we wanted to provide some history behind the idea. One of the greatest economists of the 20th century (indeed, in our view, perhaps the greatest), Irving Fisher was a strong supporter of the so-called Chicago Plan which would implement 100% reserve banking. Here is a link to the one of the original documents from 1939. The Chicago Plan economists were living in the shadow of the Great Depression, and it had a very strong influence on their thinking.
Some of the document is a bit hard to get through, but we recommend starting on page 14 where the section entitled “The Fractional Reserve System” begins. The economists pulled no punches:
“A chief loose screw in our present American money and banking system is the requirement of only fractional reserves behind demand deposits. Fractional reserves give our thousands of commercial banks power to increase or decrease the volume of our circulating medium by increasing or decreasing bank loans and investments. The banks thus exercise what has always, and justly, been considered a prerogative of sovereign power. As each bank exercises this power independently without any centralized control, the resulting changes in the volume of the circulating medium are largely haphazard. This situation is a most important factor in booms and depressions.”
And here is the core of their proposal:
“Since the fractional reserve system hampers effective control by the Monetary Authority over the volume of our circulating medium it is desirable that any bank or other agency holding deposits subject to check (demand deposits) be required to keep on hand a dollar of reserve for every dollar of such deposit, so that, in effect, deposits subject to check actually represent money held by the bank in trust for the depositor.”
Another excellent read is from Ronnie Phillips entitled “The ‘Chicago Plan’ and New Deal Banking Reform.” He goes through the Chicago Plan and shows just how close it was to being implemented. It’s pretty amazing for many reasons. The idea had a lot of support. Henry Wallace, the Secretary of Agriculture handed the plan over the President Roosevelt in 1933 and wrote the following:
“The memorandum from the Chicago economists which I gave you at [the] Cabinet meeting Tuesday, is really awfully good and I hope that you or [Treasury] Secretary Woodin will have the time and energy to study it. Of course the plan outlined is quite a complete break with our present banking history.”
Phillips also has some quotes from FDR and others during the Chicago Plan debate that are absolute gems. Check this one out from President Roosevelt:
“I wish our banking and economists friends would realize the seriousness of the situation from the point of view of the debtor classes — i.e., 90% of the human beings in this country — and think less from the point of view of the 10% who constitute the creditor classes.”
And another one from Senator Bronson Cutting of New Mexico:
“The fight against the abolition of the credit power of private banks will be a savage one, for their power as a unit is without equal in the country.”
Sound familiar?
Phillips goes through the politics of the Chicago Plan, and why it didn’t end up getting passed. It is a fascinating read that even involves the unexpected death of a Senator that supported the plan. We won’t ruin it for you — just go read it.
Post di Atif Mian e Amir Sufi (dal blog ‘House of Debt’)
Dunque, sia John Cochrane che Martin Wolf sono sostenitori di un sistema bancario con le riserve al 100 per cento. Se questi due personaggi concordano su qualcosa, quel qualcosa merita davvero di essere preso sul serio (è abbastanza sorprendente come i sostenitori di un sistema bancario ristretto passino attraverso l’intero spettro della politica)! Noi abbiamo qualche idea a proposito del sistema bancario e della creazione privata di moneta, ma dovrete leggere il nostro libro per capire di cosa si tratti.
Piuttosto, vogliamo fornire qualche cenno di storia dietro tali idee. Uno dei più grandi economisti del ventesimo secolo (in effetti, secondo il nostro punto di vista, forse il più grande), Irving Fisher fu un forte sostenitore del cosiddetto “Programma di Chicago” che si proponeva di incrementare sino al 100 per cento le riserve del sistema bancario. Ecco una connessione con uno dei documenti originali del 1939. Gli economisti del Programma di Chicago vivevano nell’ombra della Grande Depressione, ed essa ebbe una influenza molto forte sul loro pensiero.
Un parte del documento è piuttosto difficile da intendere, ma noi raccomandiamo di partire dalla pagina 14, laddove ha inizio la sezione intitolata “Il sistema frazionale delle riserve”. Gli economisti non si tirarono centro indietro:
“Una vite allentata di primaria importanza nel nostro attuale sistema bancario e monetario è il requisito di riserve solo frazionali a copertura dei fondi richiedibili [1]. Le riserve frazionali danno alle nostre migliaia di banche commerciali il potere di incrementare o decrementare il volume delle risorse in circolazione incrementando e decrementando i prestiti bancari e gli investimenti. Le banche, di conseguenza esercitano quella che è stata, spesso e giustamente, considerata una prerogativa del potere sovrano. Dal momento che ogni banca esercita questo potere indipendentemente e senza un controllo centralizzato, i cambiamenti risultanti nel volume dei mezzi circolanti sono largamente casuali. Questa situazione è un fattore della massima importanza nei periodi di grandi espansioni e depressioni.”
E questo era il cuore della loro proposta:
“Dal momento che il sistema frazionale delle riserve ostacola l’effettivo controllo da parte della autorità monetaria sul volume dei nostri mezzi circolanti, è desiderabile che ad ogni banca od agenzia di altro genere che detenga depositi soggetti a verifiche (fondi richiedibili) sia richiesto di tenere a portata di mano un dollaro di riserve per ogni dollaro di tali depositi, cosicché, in sostanza, i depositi soggetti a controllo rappresentino in effetti denaro detenuto dalla banca sulla fiducia dei depositanti.”
Un’altra eccellente lettura deriva dal testo di Ronnie Phillips intitolato: “Il programma di Chicago e la riforma bancaria del New Deal”. L’autore ripercorre il Programma di Chicago e mostra quanto esso fosse vicino ad essere messo in atto. L’idea aveva un vasto sostegno. Henry Wallace, il Segretario all’Agricoltura trasmise il programma al Presidente Roosevelt nel 1933 e scrisse le parole seguenti:
“Il memorandum degli economisti di Chicago che ti ho dato durante l’incontro del Gabinetto di martedì, è davvero un’ottima cosa e spero che tu o il Segretario (al Tesoro) Woodin avrete il tempo e la voglia di studiarlo. E’ chiaro che il programma delineato è quasi una rottura completa con la storia del sistema bancario che abbiamo oggi.”
Phillips presenta anche alcune citazioni di Franklin Delano Roosevelt e di altri durante il dibattito sul Programma di Chicago che sono delle vere e proprie gemme. Ne scegliamo una da parte del Presidente Roosevelt:
“Io vorrei che il nostro sistema bancario e gli economisti ad esso vicini comprendessero la serietà della situazione dal punto di vista delle classi dei debitori – vale a dire del 90 per cento degli esseri umani di questo paese – e ragionassero meno dal punto di vista del 10 per cento che costituisce la classe dei creditori.”
Ed un’altra da parte del Senatore Bronson Cutting del Nuovo Messico:
“La lotta contro l’abolizione del potere creditizio delle banche private sarà furiosa, perché il loro potere è un sindacato senza eguali nel paese.”
Vi suona familiare?
Phillips ripercorre le vicende politiche del Programma di Chicago e le ragioni per le quali esso alla fine non fu approvato. E’ una lettura affascinante, che include persino la morte inaspettata di un Senatore che aveva sostenuto quel programma. Ma non vogliamo guastarvi il piacere – semplicemente, andate a leggerlo.
[1] Traduco in questo modo l’espressione “demand deposits”, che significa l’ammontare dei fondi depositati che può essere prelevato in ogni momento dal titolare di un conto, senza alcun preavviso all’istituzione bancaria.
By mm
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