Blog di Krugman

Stupidità asimmetrica (7 aprile 2014)

 

Apr 7, 5:05 pm

Asymmetric Stupidity

Ezra Klein’s new venture Vox is up, and so far, so OK — some fairly interesting pieces, and nothing like Nate Silver’s lamentable decision to make a professional concern troll his chief writer on climate. I am troubled by Ezra’s big inauguratory think piece, but that’s because I think the piece raises a genuine intellectual puzzle.

What Ezra does is cite research showing that people understand the world in ways that suit their tribal identities: in controlled experiments both conservatives and liberals systematically misread facts in a way that confirms their biases. And more information doesn’t help: people screen out or discount facts that don’t fit their worldview. Politics, as he says, makes us stupid.

But here’s the thing: the lived experience is that this effect is not, in fact, symmetric between liberals and conservatives. Yes, liberals are sometimes subject to bouts of wishful thinking. But can anyone point to a liberal equivalent of conservative denial of climate change, or the “unskewing” mania late in the 2012 campaign, or the frantic efforts to deny that Obamacare is in fact covering a lot of previously uninsured Americans? I don’t mean liberals taking positions you personally disagree with — I mean examples of overwhelming rejection of something that shouldn’t even be in dispute.

Or look at how liberals reacted to the woes of healthcare.gov. We heard a lot of talk about how it was Obama’s Katrina, or his Iraq. But was there anything like Bush’s “heckuva job” moment — which was matched by widespread insistence on the right that he was actually doing a great job? Was there anything like the years-long denial that anything was going wrong with the Iraq occupation? On the contrary, liberals were quick to acknowledge that the rollout was a disaster, and in fact sort of freaked out — which, as Noam Scheiber says, is what they usually do in the face of setbacks. And what’s more, as Scheiber says, that’s a good thing: faced with setbacks, liberals rush to fix things, rather than denying the problem. Hence the stunning Obamacare comeback.

 

 

At this point I could castigate Ezra for his both-sides-do-it article — but instead, let me pose this as a question: why are the two sides so asymmetric? People want to believe what suits their preconceptions, so why the big difference between left and right on the extent to which this desire trumps facts?

One possible answer would be that liberals and conservatives are very different kinds of people — that liberalism goes along with a skeptical, doubting — even self-doubting — frame of mind; “a liberal is someone who won’t take his own side in an argument.”

Another possible answer is that it’s institutional, that liberals don’t have the same kind of monolithic, oligarch-financed network of media organizations and think tanks as the right.

Whatever it is, I think it’s important: people are people, but politics doesn’t seem to have the same stupiditizing effect on left and right.

 

Stupidità asimmetrica

 

La nuova avventura di Ezra Klein è partita e sinora va tutto bene – alcuni pezzi discretamente interessanti e niente di simile alla deprecabile decisione di Nate Silver di mettere un provocatore [1] di preoccupazioni scientifiche come suo principale scrittore in materia di clima. Sono impensierito dal notevole articolo di indirizzo inaugurale, ma perché penso che esso sollevi un genuino interrogativo di natura intellettuale.

Quello che Ezra fa è citare ricerche che mostrano come le gente capisca il mondo in modi che si adattano alle proprie identità tribali: negli esperimenti verificabili sia i conservatori che i progressisti sistematicamente fraintendono i fatti in modi che confermano i loro pregiudizi. Ed una maggiore informazione non aiuta: la gente scarta o ridimensiona i fatti che non si adattano alla sua visione del mondo. La politica, come lui dice, ci rende stupidi.

Ma qua è il punto: l’esperienza vissuta è che l’effetto, di fatto, non è simmetrico tra progressisti e conservatori. Sì, i liberals talora sono soggetti a scambiare il pensiero con i propri desideri. Ma chi può indicare l’equivalente liberal del negazionismo conservatore in materia di cambiamento climatico, o della mania del “non truccare” i sondaggi nella campagna presidenziale del 2012 [2], oppure degli sforzi convulsi per negare che la riforma sanitaria di Obama sta di fatto proteggendo molti americani in precedenza non assicurati? Io non mi riferisco ai progressisti che prendono posizioni con le quali si può non concordare – intendo esempi di irresistibile rigetto di qualcosa che non dovrebbe neppure essere posto in discussione.

Oppure, si guardi come i liberals hanno reagito ai guai del sito governativo sulla riforma sanitaria. Abbiamo sentito una quantità di discorsi sul fatto che esso fosse paragonabile ad una Katrina di Obama, o ad un suo Iraq. Ma ci fu niente di paragonabile all’episodio di Bush passato alla storia con la sua frase sul “tremendo lavoro” – che fece il pari con la generalizzata insistenza a destra sul fatto che egli stesse davvero facendo un buon lavoro? [3] Ci fu qualcosa di paragonabile alla negazione durata per anni che ci fosse qualcosa di sbagliato nell’occupazione dell’Iraq? Al contrario, i progressisti furono veloci nel riconoscere che l’avvio (della riforma sanitaria) era stato un disastro, di fatto una sorta di follia collettiva – il che, come dice Noam Scheiber, è quello che essi normalmente fanno di fronte ai rovesci. E la cosa in più, come dice sempre Scheiber,  è che essa è una reazione positiva: di fronte alle batoste, i progressisti corrono a cercar di aggiustare le cose, non a negare i problemi. Da qua lo stupefacente ritorno sulla scena della riforma sanitaria di Obama.

A questo punto potrei prendermela con Ezra per il suo articolo equidistante – ma, invece, consentitemi di risolverlo in una domanda: perché le due parti sono così asimmetriche? Se le persone vogliono credere a quello che si adatta ai loro preconcetti, perché tale grande differenza tra destra e sinistra sulla misura in cui quel desiderio prevale sui fatti?

Una possibile risposta sarebbe che progressisti e conservatori rimandano a generi molto diversi di schemi mentali delle persone: il liberalismo procede con lo scetticismo del dubitare – persino del dubitare su se stessi; “un progressista è qualcuno che non difenderà la sua parte in una discussione”.

Un’altra possibile risposta è di natura istituzionale: i progressisti non hanno lo stesso tipo di rete di organizzazioni mediatiche e di gruppi di ricerca monolitica e finanziata da oligarchi della destra.

Di qualunque cosa si tratti, penso che sia importante: le persone sono simili, ma la politica non sembra avere lo stesso effetto di istupidimento sulla destra e sulla sinistra.



[1] Forse esiste un modo più chiaro di rendere il significato di “troll”, che, oltre ad essere una figura della mitologia scandinava, è la qualifica che si dà a coloro che intervengono aggressivamente o provocatoriamente nei dibattiti on-line.

[2] Ovvero, la mania per la quale i sondaggi che davano Obama in netto vantaggio erano soltanto propaganda avversaria, che lasciò i repubblicani sino alla fine speranzosi in un successo che era negato dai migliori esperti.

[3] Quando la disfatta degli interventi di protezione civile nella occasione della inondazione di New Orleans a seguito dell’uragano Katrina divenne evidente, Bush ebbe l’ardire di rivolgersi al suo responsabile del coordinamento degli interventi complimentandosi per il “tremendo lavoro” fatto. Dove “hakuva job” stava per impressionante, strabiliante lavoro.

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