Blog di Krugman

Una grossa faccenda, per dirla con Biden (1 aprile 2014)

 

Apr 1, 2:21 pm

A Big Biden Deal

Now that Obamacare has finished with an amazing surge in signups, apparently passing the 7 million mark for the exchanges, there have been two main responses. Republicans are in full-on denial — the books are cooked! Nobody has paid! It’s only because people have been forced to do it! Benghazi! Vince Foster! Meanwhile, progressives are full of caution. It’s just a start, we don’t know how well this will work in the longer run, too soon to celebrate.

The right-wing reaction is, of course, ludicrous. But the cautious progressives are being too cautious. This really is what Joe Biden would have called a Big Frothing Deal, or something like that.

The key question you need to ask is, what would make Obamacare fail if it did fail?

Contrary to what the right has been saying, there’s nothing at all wrong with the concept of a government guarantee of health insurance — every other advanced country does it, and they all have much cheaper care than we do. The question, instead, was whether the compromises made to get past the political barriers to universal insurance had produced a system too complex to work.

I’ve always thought of Obamacare as a sort of Rube Goldberg device that awkwardly simulates the results of a single-payer system. It’s run through private insurance companies in part to buy off the industry, in part to let most people with good insurance keep it. It relies on a mandate plus subsidies, rather than full funding via the tax system, in part to keep down the headline spending number. And so on. The resulting system isn’t what anyone would design from scratch; it was, however, probably the only kind of system we could get.

So, the risk was that it would be too Rube Goldbergy — that it would be too hard to get the system up and running, that people wouldn’t hear about their options or be able to navigate their way through the choices available. And for a while, with the botched website, it looked as if this worst-case scenario was coming true.

But now we know: despite the initial botch, despite difficulty getting the word out to Latinos and others, we have a lot of people signing up. And that was the hard part. When the next signup window opens, even more of the bugs will have been worked out, and many people who didn’t sign up for 2014 will be hearing word-of-mouth stories about the benefits.

We’ve had proof of concept, and that means we’re over the hump. This was a very big day.

 

Una grossa faccenda, per dirla con Biden

 

Ora che la riforma sanitaria di Obama ha finito col salire sorprendentemente nelle iscrizioni, in apparenza superando il limite dei 7 milioni presso le “borse sanitarie”, ci sono state due principali reazioni. I repubblicani sono nel pieno del negazionismo – “I registri sono stati truccati!”, “Nessuno ha pagato!”, “E’ solo dipeso dal fatto che la gente c’è stata costretta!”, “Bengasi!” [1], “Vince Foster! [2]” Nel frattempo i progressisti sono pieni di cautele. “E’ solo una partenza”, “Non sappiamo bene come tutto questo si risolverà nel più lungo periodo”, “Troppo presto per festeggiare”.

La reazione della destra, naturalmente, è grottesca. Ma i cauti progressisti sono anche troppo cauti. Si tratta di qualcosa che se non sbaglio Joe Biden avrebbe definito “una faccenda grossa e spumeggiante”, o qualcosa del genere.

La domanda cruciale che ci si deve porre è: cosa avrebbe fatto fallire la riforma di Obama, se essa fosse finita male?

Contrariamente a quello che la destra ha sostenuto, non c’è niente di sbagliato nell’idea di una garanzia statale sulla assicurazione sanitaria – ogni altro paese avanzato lo fa, ed hanno una assistenza molto più conveniente della nostra. La domanda, piuttosto, era se i compromessi fatti per superare le barriere politiche alla assicurazione universalistica avessero prodotto un sistema troppo complicato per funzionare.

Ho sempre pensato alla riforma sanitaria di Obama come uno di quegli aggeggi di Rube Goldberg [3] che goffamente simulano i risultati di un sistema con i pagamenti centralizzati. Essa si snoda attraverso le società assicuratrici private in parte per ottenere l’appoggio del settore, in parte per consentire alla maggioranza delle persone con una buona assicurazione di mantenerla. Essa si fonda sul ‘coinvolgimento’ dei singoli in aggiunta ai sussidi, piuttosto che su un completo finanziamento tramite il sistema fiscale, in parte per contenere i dati della spesa sulle prime pagine dei giornali. E così via. Il sistema risultante non è quello che ognuno avrebbe immaginato, potendo partire da zero; tuttavia, era probabilmente l’unico sistema che potevamo avere.

Dunque, il rischio sarebbe stato quello di essere troppo nello stile di Rube Goldberg – qualcosa troppo difficile da metter su e da gestire, con la gente che non sarebbe venuta a sapere delle proprie possibilità o che non sarebbe stata capace per conto suo di navigare attraverso le scelte disponibili. E per un po’, con il sito web raffazzonato, parve che si stesse realizzando lo scenario peggiore.

Ma ora lo sappiamo: nonostante il pasticcio iniziale, nonostante la difficoltà a tirar fuori le parole di bocca dai latino americani e dagli altri, abbiamo avuto una quantità di americani che si sono iscritti. E questa era la parte difficile. Quando si aprirà la prossima finestra delle registrazioni, una quantità anche maggiore di errori sarà stata risolta e molte persone che non si sono registrate nel 2014 ascolteranno dalla viva voce i racconti sui benefici.

Si è trattato di una prova sul campo, il che significa che siamo oltre l’ostacolo. E’ stato davvero un gran giorno.


 

 


[1] “Bengasi” per Krugman è da mesi il sinonimo delle esagerazioni propagandistiche della destra americana che, alla fine, producono gli effetti opposti. Come nel caso dell’assalto al consolato USA di Bengasi, che i repubblicani vollero far diventare un fattore di imbarazzo per Obama, con argomenti inventati.

[2] Quest’ultimo fu lo sfortunato protagonista di una sorta di ‘giallo’ durante la Presidenza Clinton. Consigliere della Casa Bianca, nonché collega di Hillary nella  precedente attività legale, pare che si suicidasse per depressione, ma la destra ne fece un caso, arrivando ad ipotizzare un omicidio con responsabilità della signora Clinton. Il clima all’epoca lo si può dedurre da questa immagine contraffatta, nella quale compare la Clinton con una pisola in mano sotto il titolo “Spiacente Vince!”.

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[3]  Famosi creatore di fumetti statunitense, che disegnava macchine divertenti nelle quali cose semplici venivano realizzate attraverso marchingegni complicatissimi. Come, ad esempio, questa:

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