Blog di Krugman

Ha sbagliato tutto, Piketty? (dal blog di Krugman, 24 maggio 2014)

 

May 24 3:15 am

Is Piketty All Wrong?

Great buzz in the blogosphere over Chris Giles’s attack on Thomas Piketty’s Capital in the 21st Century. Giles finds a few clear errors, although they don’t seem to matter much; more important, he questions some of the assumptions and imputations Piketty uses to deal with gaps in the data and the way he switches sources. Neil Irwin and Justin Wolfers have good discussions of the complaints; Piketty will have to answer these questions in detail, and we’ll see how well he does it.

But is it possible that Piketty’s whole thesis of rising wealth inequality is wrong? Giles argues that it is:

The exact level of European inequality in the last fifty years is impossible to determine, as it depends on the sources one uses. However, whichever level one picks, the lines in red in the graph show that – unlike what Prof. Piketty claims – wealth concentration among the richest people has been pretty stable for 50 years in both Europe and theUS.

There is no obvious upward trend. The conclusions of Capital in the 21st century do not appear to be backed by the book’s own sources.

OK, that can’t be right — and the fact that Giles reaches that conclusion is a strong indicator that he himself is doing something wrong.

I don’t know the European evidence too well, but the notion of stable wealth concentration in the United States is at odds with many sources of evidence. Take, for example, the landmark CBO study on the distribution of income; it shows the distribution of income by type, and capital income has become much more concentrated over time:

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It’s just not plausible that this increase in the concentration of income from capital doesn’t reflect a more or less comparable increase in the concentration of capital itself.

Beyond that, we have, as Piketty stresses, evidence from Forbes-type surveys, which show soaring wealth at the very top. And we have other estimates of wealth concentration, like Saez-Zucman, that use completely different methods but point to the same conclusion.

And there’s also the economic story. In the United States, income inequality has soared since 1980 by any measure you use. Unless the affluent starting saving less than the working class, this rise in income disparity must have led to a rise in wealth disparity over time.

The point is that Giles is proving too much; if his attempted reworking of Piketty leads to the conclusion that nothing has happened to wealth inequality, what that really shows is that he’s doing something wrong.

None of this absolves Piketty from the need to respond to each of the individual questions. But anyone imagining that the whole notion of rising wealth inequality has been refuted is almost surely going to be disappointed.

 

24 maggio 2014

 

Ha sbagliato tutto, Piketty?

 

Grande scalpore nella blogosfera per l’attacco di Chris Giles al Capitale nel Ventunesimo Secolo di Thomas Piketty. Chris scopre pochi evidenti errori, sebbene non sembrino molto importanti; più importante, egli avanza interrogativi sugli assunti e sulle imputazioni che Piketty utilizza per misurarsi sulle differenze dei dati e sul modo in cui egli varia le sue fonti. Neil Irwin e Justin Wolfers hanno discusso correttamente quegli addebiti; Piketty dovrà rispondere di queste obiezioni in dettaglio, e vedremo con quanta efficacia lo farà.

Ma è possibile che l’intera tesi di Piketty sulle crescente diseguaglianza nella ricchezza sia sbagliata? Giles sostiene che è così:

“L’esatto livello della ineguaglianza europea negli ultimi cinquanta anni è impossibile da determinare, nella misura in cui dipende dalle fonti che si usano. Tuttavia, qualsiasi livello si scelga, le linee in rosso nel grafico mostrano che – diversamente da quello che sostiene il professor Piketty – la concentrazione della ricchezza tra le persone più ricche è stata abbastanza stabile per 50 anni, sia in Europa che negli Stati Uniti.

Non c’è alcuna evidente tendenza verso l’alto. Le conclusioni di “Il capitale nel Ventunesimo Secolo” non sembrano essere confortate dalle stesse fonti del libro.”

Ebbene, questo non può essere giusto – e il fatto che Giles raggiunga questa conclusione è un forte indicatore che egli stesso sta facendo qualcosa di sbagliato.

Non conosco a sufficienza le prove europee, ma il concetto di stabile concentrazione della ricchezza negli Stati Uniti è all’opposto alla testimonianza di molte fonti. Si prenda, ad esempio, il riferimento fondamentale dello studio del Congressional Budget Office sulla distribuzione del reddito: esso mostra la distribuzione del reddito secondo la tipologia, e il reddito da capitale è diventato molto più concentrato nel corso del tempo:

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E’ semplicemente non plausibile che questo incremento della concentrazione del reddito da capitale non rifletta una più o meno paragonabile concentrazione del capitale stesso.

Oltre a ciò, come Piketty analizza, abbiamo le prove dai sondaggi del genere di quelli di ‘Forbes’, che mostrano una ricchezza crescente tra i molto ricchi. Ed abbiamo altre stime sulla concentrazione della ricchezza, come quelle di Saez-Zucman, che utilizzano metodi completamente differenti ma arrivano alla stessa conclusione.

E c’è anche la storia economica. Negli Stati Uniti, l’ineguaglianza del reddito è fortemente cresciuta qualsiasi misurazione si utilizzi. A meno che i benestanti non abbiano cominciato a risparmiare meno della classe lavoratrice, questa crescita nella disparità del reddito deve aver portato con il tempo ad una crescita nella disparità delle ricchezza.

Il punto è che Giles sta dimostrando troppo; se il suo tentativo di rielaborazione di Piketty porta alla conclusione che non è successo niente quanto a ineguaglianza della ricchezza, quello che egli mostra è che in realtà sta facendo uno sbaglio.

Questo non dispensa per niente Piketty dalla necessità di rispondere a ciascuna delle singole questioni. Ma chiunque si immagini che l’intero concetto di crescente ineguaglianza sia stato confutato, quasi sicuramente è destinato ad essere disilluso.

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