May 13, 7:22 am
A followup to my post about Jaime Caruana at the BIS. One other thing that struck me was his claim that
policymakers respond asymmetrically over successive business and financial cycles, hardly tightening or even easing during booms and easing aggressively and persistently during busts
Is this true? Anyway, is symmetry in policy responses inherently desirable?
The claim that policymakers have an easy-money bias is one of those things usually said with an air of worldy wisdom; of course people don’t want to take away the punchbowl when everyone is having fun. But the reality doesn’t look at all like that. After all, if policy were consistently doing too much to fight slumps and not enough to curb booms, what you would expect is a steady ratcheting up of inflation — which isn’t at all what has happened over the past 35 years. This supposed piece of wisdom is actually a cliche from the 1970s, which hasn’t been remotely true for a generation.
And look at the ECB in particular. Twice since the crisis hit it has raised rates at the merest hint of above-target inflation, despite good reason to believe that these were just blips driven by commodity prices. But as inflation slides ever further below target, what we get is equivocation and persistent failure to act. If there’s an asymmetry here, it’s in the opposite direction: hasty action against dubious inflation threats, inaction against deflationary threats.
Incidentally, the fake wisdom on monetary policy resembles a corresponding piece of fake wisdom on fiscal policy — the claim that fiscal stimulus inevitably turns into a permanent rise in government spending, because the programs never go away. That didn’t happen this time:
And in fact it has never happened in the United States, as far as I can tell — the WPA and the CCC did not, in fact, become permanent fixtures.
Beyond that, there are in fact good reasons for asymmetry in the response to booms and slumps, even if central banks don’t actually do that. Suppose that central banks wait too long to raise rates in a boom, so that the inflation rate rises above target. Well, we have the tools to reduce inflation: just raise rates enough to create a recession. It’s not nice, and you might worry a bit about the political economy — but see above on how little of a problem that has posed in practice.
On the other hand, suppose you wait too long to fight a slump, and the economy develops a case of deflation or at least lowflation. Turning that around is really hard — it depends on either fiscal policy (which tends not to happen) or unconventional monetary policy of uncertain effectiveness.
So there are good reasons to believe that it’s much more crucial to act quickly and forcefully to head off deflation than it is to head off inflation. Symmetry is not a virtue.
Travisamenti asimmetrici
Un seguito al mio post su Jaime Caruana, della Banca dei Regolamenti Internazionali. Un’altra cosa che mi ha colpito è stata la sua affermazione:
“gli uomini politici rispondono in modo asimmetrico ai cicli economici e finanziari che si succedono, raramente con restrizioni o persino con facilitazioni durante le espansioni e con facilitazioni aggressive e persistenti durante le crisi.”
E’ proprio così? In ogni modo, è intrinsecamente desiderabile l’asimmetria nelle risposte politiche?
La pretesa che gli uomini politici inclinino alla moneta facile è una di quelle cose che usualmente si dicono con un’aria di saggezza mondana: naturalmente le persone non vogliono togliere di mezzo la tazza del punch [1] quando tutti cominciano a divertirsi. Dopo tutto, se la politica con coerenza facesse troppo per combattere le crisi e non abbastanza per tenere a freno le espansioni, ciò che ci si aspetterebbe sarebbe un ininterrotto progresso dell’inflazione – che non è affatto quello che è accaduto nei passati 35 anni. Questo tratto di supposta saggezza è per la verità un cliché degli anni ’70, che per un generazione non è stato neanche lontanamente vero.
E si guardi alla BCE in particolare. Dal momento che la crisi ha colpito, essa per due volte ha elevato i tassi al minimo cenno di una inflazione sopra l’obbiettivo, nonostante buone ragioni per credere che si trattasse soltanto di ritocchi derivanti dai prezzi delle materie prime. Ma tutte le volte che l’inflazione scivola al di sotto dell’obbiettivo, quello che si ha sono reazioni ambigue e indisponibilità continua a fare alcunché. Se c’è una asimmetria, in questo caso, è nella direzione opposta: frettolosa azione a fronte di dubbie minacce di inflazione, inerzia contro le minacce deflattive.
Tra parentesi, la falsa saggezza sulla politica monetaria assomiglia ad una componente della falsa saggezza nella politica della finanza pubblica – la pretesa che le misure di sostegno pubbliche inevitabilmente si trasformino in una crescita permanente della spesa pubblica, perché i programmi (di quella spesa) durano all’infinito. Non è quello che sta accadendo in questo caso [2]:
E, in sostanza, per quanto io sappia, non era mai accaduto negli Stati Uniti – la WPA [3] ed il CCC [4] non divennero, di fatto, istituzioni permanenti.
Oltre a ciò, ci sono nei fatti buone ragioni per una asimmetria nella riposta alle espansioni ed alle crisi, anche se le banche centrali non si comportano in tal modo. Supponiamo che le banche centrali aspettino troppo a lungo ad elevare i tassi di interesse in una espansione, al punto che il tasso di inflazione cresca oltre l’obbiettivo. Ebbene, abbiamo gli strumenti per ridurre l’inflazione: è sufficiente soltanto elevare i tassi per determinare una recessione. Non è un buon comportamento, e nel caso ci si dovrebbe un po’ preoccupare della gestione economica – ma si consideri quanto sia modesto in pratica il problema che si crea.
D’altra parte, si supponga di aspettare troppo a lungo nel combattere una recessione, e che l’economia sviluppi una situazione di deflazione o di bassa inflazione. Tornare indietro è davvero difficile – dipende o dalla politica della finanza pubblica (la qualcosa tende a non accadere) o da una politica monetaria non convenzionale di una certa efficacia.
Ci sono dunque buone ragioni per credere che sia assai più importante agire rapidamente e con energia per sbarrare la strada alla deflazione che per sbarrare la strada all’inflazione. La simmetria non è una virtù.
[1] E’ una espressione frequentemente usata per indicare il comportamento al quale si dovrebbero attenere, in particolare, le banche centrali, che dinanzi a segni di ripresa e di espansione dovrebbero restringere la politica monetaria, come quando una festa comincia a ‘riscaldarsi’ ed è consigliabile togliere di mezzo la zuppiera del punch.
[2] La tabella mostra gli effetti della legge dello ‘stimulus’ di Obama sul totale delle spese del Governo federale.
[3] La Works Progress Administration (ribattezzata nel corso del 1939, Work Projects Administration; WPA) è stata la più grande agenzia del New Deal che diede lavoro a milioni di persone nella costruzione di opere pubbliche, come edifici, strade e nella realizzazione di grandi progetti nelle arti, teatro, media e alfabetizzazione. Sfamò bambini e distribuì alimenti, vestiti e alloggi. Quasi ogni comunità negli Stati Uniti ha un parco, un ponte o una scuola costruiti dalla WPA, soprattutto negli Stati occidentali e tra le popolazioni rurali. Per questi aiuti tra il 1936 e il 1939 spese circa 7 miliardi di dollari. (Wikipedia)
[4] Altro programma del New Deal, rivolto ai disoccupati, agli uomini non sposati ed ai giovani dai 18 ai 25 anni (l’obbiettivo era principalmente quello di sollevare le famiglie dal mantenimento di persone disoccupate, fornendo loro cibo e un modesto salario, spesso lontano dai luoghi di residenza), e consistente nel realizzare progetti infrastrutturali e di conservazione dell’ambiente. In nove anni parteciparono 9 milioni di persone.
By mm
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