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I veterani e gli zombie, di Paul Krugman (New York Times 19 giugno 2014)

 

Veterans and Zombies

The Hype Behind the Health Care Scandal

JUNE 19, 2014 Paul Krugman

You’ve surely heard about the scandal at the Department of Veterans Affairs. A number of veterans found themselves waiting a long time for care, some of them died before they were seen, and some of the agency’s employees falsified records to cover up the extent of the problem. It’s a real scandal; some heads have already rolled, but there’s surely more to clean up.

But the goings-on at Veterans Affairs shouldn’t cause us to lose sight of a much bigger scandal: the almost surreal inefficiency and injustice of the American health care system as a whole. And it’s important to understand that the Veterans Affairs scandal, while real, is being hyped out of proportion by people whose real goal is to block reform of the larger system.

The essential, undeniable fact about American health care is how incredibly expensive it is — twice as costly per capita as the French system, two-and-a-half times as expensive as the British system. You might expect all that money to buy results, but the United States actually ranks low on basic measures of performance; we have low life expectancy and high infant mortality, and despite all that spending many people can’t get health care when they need it. What’s more, Americans seem to realize that they’re getting a bad deal: Surveys show a much smaller percentage of the population satisfied with the health system in America than in other countries.

And, in America, medical costs often cause financial distress to an extent that doesn’t happen in any other advanced nation.

How and why does health care in the United States manage to perform so badly? There have been many studies of the issue, identifying factors that range from high administrative costs, to high drug prices, to excessive testing. The details are fairly complicated, but if you had to identify a common theme behind America’s poor performance, it would be that we suffer from an excess of money-driven medicine. Vast amounts of costly paperwork are generated by for-profit insurers always looking for ways to deny payment; high spending on procedures of dubious medical efficacy is driven by the efforts of for-profit hospitals and providers to generate more revenue; high drug costs are driven by pharmaceutical companies who spend more on advertising and marketing than they do on research.

Other advanced countries don’t suffer from comparable problems because private gain is less of an issue. Outside the U.S., the government generally provides health insurance directly, or ensures that it’s available from tightly regulated nonprofit insurers; often, many hospitals are publicly owned, and many doctors are public employees.

As you might guess, conservatives don’t like the observation that American health care performs worse than other countries’ systems because it relies too much on the private sector and the profit motive. So whenever someone points out the obvious, there is a chorus of denial, of attempts to claim that America does, too, offer better care. It turns out, however, that such claims invariably end up relying on zombie arguments — that is, arguments that have been proved wrong, should be dead, but keep shambling along because they serve a political purpose.

Which brings us to veterans’ care. The system run by the Department of Veterans Affairs is not like the rest of American health care. It is, if you like, an island of socialized medicine, a miniature version of Britain’s National Health Service, in a privatized sea. And until the scandal broke, all indications were that it worked very well, providing high-quality care at low cost.

No wonder, then, that right-wingers have seized on the scandal, viewing it as — to quote Dr. Ben Carson, a rising conservative star — “a gift from God.”

So here’s what you need to know: It’s still true that Veterans Affairs provides excellent care, at low cost. Those waiting lists arise partly because so many veterans want care, but Congress has provided neither clear guidelines on who is entitled to coverage, nor sufficient resources to cover all applicants. And, yes, some officials appear to have responded to incentives to reduce waiting times by falsifying data.

Yet, on average, veterans don’t appear to wait longer for care than other Americans. And does anyone doubt that many Americans have died while waiting for approval from private insurers?

A scandal is a scandal, and wrongdoing must be punished. But beware of people trying to use the veterans’ care scandal to derail health reform.

And here’s the thing: Health reform is working. Too many Americans still lack good insurance, and hence lack access to health care and protection from high medical costs — but not as many as last year, and next year should be better still. Health costs are still far too high, but their growth has slowed dramatically. We’re moving in the right direction, and we shouldn’t let the zombies get in our way.

 

 

I veterani e gli zombie, montature dietro lo scandalo della assistenza sanitaria, di Paul Krugman

New York Times 19 giugno 2014

 

Avete sicuramente sentito dello scandalo al Dipartimento per gli Affari dei Veterani. Un certo numero di veterani si sono ritrovati ad aspettare molto tempo per avere assistenza medica, alcuni di loro sono morti prima di essere visitati, e c’era qualcuno tra gli impiegati dell’agenzia che falsificava i dati per nascondere l’esistenza del problema. Si tratta di uno scandalo reale: alcune teste sono già cadute, ma c’è sicuramente da fare altra pulizia.

Ma le vicende al Dipartimento dei Veterani non dovrebbero farci perdere di vista lo scandalo molto più grande: l’inefficienza e l’ingiustizia quasi surreale del sistema di assistenza sanitaria americano nel suo complesso. Ed è importante comprendere che lo scandalo al dipartimento dei Veterani, se è vero, viene gonfiato nelle sue dimensioni da parte di persone il cui obbiettivo reale è quello di bloccare la riforma del sistema più generale.

Il fatto essenziale ed innegabile del sistema americano di assistenza sanitaria è quanto essa sia costosa – due volte il costo procapite del sistema francese, due volte e mezzo di quello inglese. Ci si aspetterebbe che tutto questo denaro serva a qualche scopo, ma in verità gli Stati Uniti sono ai posti più bassi nelle prestazioni dal punto di vista dei criteri fondamentali; abbiamo una bassa aspettativa di vita ed un’alta mortalità infantile, e nonostante tutta quella spesa molte persone non possono ottenere assistenza sanitaria quando ne hanno bisogno. Di più, gli americani sembrano rendersi conto di star facendo un pessimo affare: i sondaggi indicano una percentuale molto più piccola di persone soddisfatte del sistema sanitario in America rispetto agli altri paesi.

E in America i costi sanitari spesso provocano difficoltà finanziarie in una misura che non si riscontra in nessun’altra nazione avanzata.

In che modo e per quale ragione l’assistenza sanitaria negli Stati Uniti ha prestazioni così negative? Su questo tema ci sono molti studi, che identificano fattori che vanno dagli alti costi amministrativi agli alti prezzi dei medicinali, ai controlli eccessivi. I dettagli sono piuttosto complicati, ma se si volesse identificare un tema comune per le modeste prestazioni in America, si potrebbe dire che soffriamo di un eccesso di medicina comandata dal denaro. Gli assicuratori che per i loro profitti cercano sempre i modi per negare i rimborsi, sono all’origine di enormi quantità di costose scartoffie: una elevata spesa su procedure di dubbia efficacia sanitaria è provocata dagli sforzi degli ospedali di procurarsi profitti e dei fornitori di produrre più entrate; gli alti costi dei medicinali sono generati da imprese farmaceutiche che spendono più sulla pubblicità e sulla competizione che non sulla ricerca.

Altri paesi avanzati non soffrono di problemi paragonabili perché il guadagno privato è una faccenda minore. All’estero, gli Stati generalmente forniscono direttamente l’assistenza, oppure assicurano che essa sia disponibile presso assicuratori che operano non a scopo di lucro e con regole stringenti: molti ospedali sono spesso di proprietà pubblica e molti medici sono impiegati pubblici.

Come vi potere immaginare, ai conservatori non piace la constatazione che l’assistenza sanitaria americana ha prestazioni peggiori che dei sistemi di altri paesi in quanto si basa troppo sul settore privato e sul tema del profitto. Cosicché, ogni volta che qualcuno mette in evidenza ciò che è evidente, c’è un coro di dinieghi, di tentativi di sostenere che, per giunta, l’America offrirebbe una assistenza migliore. Si scopre tuttavia che tali pretese, invariabilmente, finiscono col basarsi su argomenti ‘zombi’ – vale a dire, argomenti che sono smascherati nella loro falsità, e dunque dovrebbero essere morti, sennonché continuano a deambulare, essendo utili ad un proposito politico.

La qualcosa mi conduce al tema della assistenza per i veterani. Il sistema gestito dal Dipartimento per gli Affari dei Veterani non è gestito come il resto della assistenza sanitaria. E’, se si vuol dire così, un’isola di medicina socializzata in un mare privatizzato, una versione in miniatura del Sistema Sanitario Nazionale dell’Inghilterra. E finché non è esploso lo scandalo, tutto indicava che stesse funzionando assai bene, fornendo alta qualità a basso costo.

Nessuna sorpresa, dunque, se la destra abbia colto al volo lo scandalo, giudicandolo – secondo una citazione del Dottor Ben Carson, un astro nascente dei conservatori – “un dono di Dio”.

Ecco dunque che cosa vi serve sapere: è ancora vero che il Dipartimento dei Veterani fornisce assistenza eccellente a costi bassi. Quelle liste di attesa derivano in parte dal fatto che molti soldati in congedo vogliono assistenza, ma il Congresso non ha fornito alcuna linea guida su chi abbia titolo a riceverla, e neppure risorse sufficienti per dare risposte a tutti coloro che ne fanno richiesta. E, sì, sembra che alcuni dirigenti abbiano risposto agli incentivi per ridurre i tempi di attesa falsificando i dati.

Tuttavia, in media, i soldati in congedo non sembra attendano più a lungo per l’assistenza degli altri americani. E c’è qualcuno che può mettere in dubbio che molti americani siano morti nel mentre attendevano la approvazione di assicuratori privati?

Uno scandalo è uno scandalo e le malefatte debbono essere punite. Ma stiamo attenti a coloro che cercano di utilizzare lo scandalo sull’assistenza ai veterani per far deragliare la riforma sanitaria.

E il punto è proprio lì: la riforma sanitaria sta funzionando. Troppi americani ancora non sono provvisti di una buona assicurazione, e dunque non hanno accesso alla assistenza sanitaria ed alla protezione dagli alti costi medici – ma non tanti quanto l’anno passato, e il prossimo anno dovrebbe andare ancora meglio. I costi della sanità sono ancora troppo elevati, ma la loro crescita è rallentata in modo spettacolare. Ci stiamo muovendo nella direzione giusta, e non dovremmo permettere che gli zombi si mettano di traverso.

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