Blog di Krugman

Il conforto del carbone (2 giugno 2014)

 

Jun 2 5:09 am

Coal Comfort

I recently had a discussion with someone who felt disappointed in Obama; he had not, this person complained, lived up to the high hopes of his supporters. My response apparently came as a surprise: I’m liking Obama more and more as he slogs through his second term.

Of course you’re disappointed if you believed that soaring rhetoric could transform our political life, or if you believed that Obama could, by sheer force of will, turn crazy right-wingers into centrists. But I never bought into all of that. In fact, I was always exasperated by the inspiring speeches, which suggested to me that Obama didn’t understand what he was facing.

What mattered instead were concrete achievements, things that would shape America for the better over time. And in the end, Obama has delivered. Health reform is working, and the repeal crowd is slinking slowly away. And now, the environment.

The power-plant proposal isn’t enough, by itself, to save the planet; and like heath reform, it could be undone if enough justices on the Supreme Court decide that their partisan loyalty trumps the law and sound policy. But if the plan does go into effect, it could have huge implications. Climate diplomacy could resume; and if something like cap and trade is actually implemented, it will prove far cheaper than the doomsayers claim, undermining anti-environmentalists in much the way that the success of the ACA has undermined enemies of universal coverage.

So this is really encouraging. I just hope the president sticks to his guns — and the good news is that I’m starting to believe that he will.

 

2 giugno 2014

 

Il conforto del carbone

 

Recentemente ho avuto una discussione con una persona che si sentiva delusa da Obama: questa persona che si lamentava, non condivideva la soddisfazione dei suoi sostenitori. In apparenza la mia risposta fu una sorpresa: a me Obama sta piacendo sempre di più, nel mentre si affatica nel corso del suo secondo mandato.

Naturalmente si è delusi se si è creduto che una montante retorica poteva trasformare la nostra vita politica, o se si è creduto che Obama avrebbe potuto, sulla base della sola forza di volontà, trasformare pazzeschi individui di destra in centristi. Non ho mai abboccato a niente del genere. Di fatto, sono sempre stato esasperato dai discorsi ispirati, che mi davano l’impressione che Obama non stesse comprendendo quello che stava facendo.

Quello che invece era importante erano le realizzazioni concrete, cose che avrebbero trasformata in meglio l’America nel tempo. E, alla fine, le ha messe a segno. La riforma sanitaria è funzionante, e la folla di quelli che la vogliono abrogare sta lentamente ritirandosi. Ed ora l’ambiente.

La proposta sulle centrali elettriche non è sufficiente, da sola, a salvare il pianeta; e, come la riforma sanitaria, potrà essere disfatta se un numero sufficiente di giudici della Suprema Corte decide che la loro faziosa fedeltà può averla vinta sulla legge e sulla buona politica. Ma se il piano si concretizza, potrebbe avere vaste implicazioni. La diplomazia del clima potrebbe rialzare la testa; e se qualcosa del genere del “cap-and-trade” [1] fosse effettivamente messo in atto, esso si dimostrerebbe molto più economico di quello che i profeti di disgrazie sostengono, sgominando gli antiambientalisti come il successo delle legge della riforma sanitaria ha sgominato i nemici della assistenza universale.

Questo, dunque, è realmente incoraggiante. Io spero proprio che il Presidente mantenga il suo impegno – e la buona notizia è che sto cominciando a credere che lo farà.

 

 

[1] Ovvero, un sistema mirante alla limitazione delle emissioni che si basa sulla definizione di un limite (“cap”) e sulla possibilità successiva di aprire un commercio tra le imprese, facendo diventare il rispetto o il superamento qualitativo di tale limite un valore, ed il non-rispetto un costo. Vale a dire che chi realizza buone prestazioni può “venderle” a chi non le realizza, per consentire a questi ultimi di continuare ad operare. In altre parole, ci sarebbero limiti e su quei limiti si avvierebbe una competizione economica reale, essendo interesse di tutti – almeno in teoria – di comportarsi nel migliore dei modi, per guadagnare ed evitare costi, ed anche – se virtuosi – di ‘rivendere’ i propri buoni risultati.

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"