Jun 17 4:08 pm
A belated reaction to Mark Thoma’s comments on Barry Ritholtz and the issue of pundit accountability. Mark writes:
I would separate those who are honestly wrong from those who take a misleading position (or one they know is wrong) for political purposes. There should be consequences in both cases, those who are honestly wrong again and again should come to be ignored, but those who intend to mislead and deceive should face much higher penalties.
That’s clearly right — but the division between the honestly wrong-headed and the politically motivated is not, I think, as clear-cut as all that. I don’t think there are all that many self-consciously cynical hacks, who privately admit to themselves that what they’re saying is all wrong but do it anyway to serve their masters. Much more common are people who rationalize — who know who they’re working for, but mostly manage to convince themselves that they’re engaged in honest intellectual inquiry that somehow always ends up justifying tax cuts for the rich, benefit cuts for the poor, and freedom to pollute.
You might think that such people would, once in a while, take their self-image of independent thought seriously and break with the party line. And it does happen now and then. But Orwell knew whereof he wrote when he introduced the concept of double-think: many people, including famous economists, are quite capable of being simultaneously cynical and self-righteous.
Il pensiero duplice tra i commentatori
Una reazione in ritardo ai commenti di Mark Thoma su Barry Ritholtz e sul tema della responsabilità degli esperti. Scrive Mark:
“Vorrei distinguere coloro che sbagliano onestamente da coloro che prendono una posizione fuorviante (o che essi sanno essere sbagliata) per ragioni politiche. Ci dovrebbero essere conseguenze in entrambi i casi, quelli che sbagliano onestamente di continuo dovrebbero essere ignorati, ma coloro che intendono fuorviare ed ingannare dovrebbero esser messi dinanzi a punizioni molto maggiori.”
E’ chiaramente giusto – ma la divisione tra coloro che sbagliano onestamente e quelli che hanno motivazioni politiche non è, penso, così evidente. Io non penso che ci siano molti pennivendoli cinicamente autocoscienti, che in privato ammettono con se stessi che quello che stanno dicendo è tutto sbagliato, ma in ogni modo lo fanno per ossequiare i loro padroni. Sono molto più comuni le persone che razionalizzano – che sanno per chi stanno lavorando, ma nella maggioranza dei casi cercano di convincersi di essere impegnati in una onesta indagine intellettuale che in qualche modo finisce sempre per giustificare gli sgravi fiscali ai ricchi, i tagli dei sussidi ai poveri e la libertà di inquinare.
Si potrebbe pensare che persone del genere dovrebbero, una volta ogni tanto, prendere sul serio l’immagine di se stessi come pensatori indipendenti e rompere con la linea del partito. E qua e là ogni tanto accade. Ma Orwell sapeva quello di cui scriveva quando coniò il concetto del ‘pensiero duplice’: molte persone, compresi economisti famosi, non hanno grandi difficoltà ad essere contemporaneamente ciniche e ipocrite con se stesse.
By mm
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