Jun 10 8:16 am
OK, we’re obviously in for a lot of breathless hype about the new conservatism, as supposedly exemplified by Room to Grow, which self-consciously lays out what are supposed to be bold new conservative policy ideas. One thing you don’t find amid the hype, however, is much actual description of the new ideas in question. That’s because the ideas don’t bear too much scrutiny.
The truth is that conservatives have a big intellectual problem. Thirty-five years ago they really did have something new to say — basically, the claim that tax cuts and deregulation would produce widely shared economic gains, a rising tide that would lift all boats, etc.. That hasn’t happened, of course, although the Paul Ryans will never admit it and just keep pushing for more of the same. The new conservatives are at least aware that things haven’t quite worked out as promised — but they’re not willing to challenge fundamental assumptions. So what they write conveys a kind of desperate feeling — they’re trying to tweak the paradigm at the edges, but without straying over the invisible border that would make them basically modern liberals.
If you look at the health care chapter, for example, it does two main things. First, it tries to trash Obamacare with borderline dishonest claims — it will leave 31 million American uninsured! It will cost $2 trillion! If you look at the CBO estimates (pdf) these claims are based on, you learn that about a third of those remaining uninsured are unauthorized immigrants the law was never intended to reach, a significant number will be uninsured because Republican-controlled states are refusing to expand Medicaid, and the rest will be uninsured because for whatever reason they choose not to sign up. Oh, and it’s $1.8 trillion, fully offset by cost savings and additional revenue.
And the conservative alternative is the Coburn plan, which claims to cover as many people as Obamacare much more cheaply. But aside from doubts about the analysis — and would you really want to describe Douglas Holtz-Eakin’s operation as “nonpartisan”? — as far as we can tell the low cost comes from the fact that many of those who would be supposedly insured would have policies offering very little protection. The point is that the whole thing feels a lot like supply-side snake oil, promising something for nothing.
The chapter on tax reform does break some new ground, but some ground shouldn’t be broken. It suggests that the big problem with the welfare state is that people no longer count on their children to support them when they’re old, so birth rates drop — because nothing makes children feel loved and valued like knowing that their parents viewed them as organic 401(k)s. And the answer is tax credits — nonrefundable, of course, so only worthwhile to people with enough income.
There’s more. But really, this is all about conservatives trying to deal with the fact that their policy agenda has left ordinary families behind without challenging the mindset and prejudices behind that agenda. As you might guess, the results aren’t impressive.
Nuovo e non migliorato
E’ vero, siamo stati un bel po’ in attesa per il lancio pubblicitario mozzafiato del nuovo conservatorismo, che sembra sia rappresentato dal blog Room to Grow [1], che con autocompiacimento espone quelle che pare siano le nuove coraggiose idee politiche di conservatori. Una cosa che non si trova, tuttavia, nel lancio pubblicitario, è una particolare descrizione delle nuove idee in questione. La qualcosa dipende dal fatto che quelle idee non reggono granché alla prova dei fatti.
La verità è che i conservatori hanno un grande problema intellettuale. Trentacinque anni orsono, avevano effettivamente qualcosa di nuovo da dire – fondamentalmente, la pretesa che gli sgravi fiscali e la deregolamentazione avrebbero prodotto una generale condivisione dei vantaggi economici, la marea montante che alza tutte le barche … e così via. Non accadde, naturalmente, sebbene i Paul Ryan non lo ammetteranno mai e continuino semplicemente a spingere per dosi maggiori della stessa cosa. I nuovi conservatori sono almeno consapevoli che le cose sono andate abbastanza diversamente da come promesso – ma non hanno intenzione di mettere in discussione le premesse fondamentali. Cosicché quello che scrivono trasmette una specie di sentimento disperato – stanno cercando di aggiustare quel paradigma negli aspetti più spigolosi, ma senza allontanarsi dal confine invisibile che li renderebbe fondamentalmente liberali moderni.
Se guardate, ad esempio, al capitolo sulla assistenza sanitaria, esso presenta due aspetti principali. Il primo, cerca di distruggere la riforma dell’assistenza di Obama con argomenti al limite della disonestà – lascerà senza assicurazione 31 milioni di americani! Costerà duemila miliardi di dollari! Se guardate alle stime del Congressional Budget Office sulla cui base queste pretese sono basate, apprendete che circa un terzo dei non assicurati residui sono immigranti senza permesso che la legge non aveva mai inteso ricomprendere, che un numero significativo di non assicurati dipenderà dagli Stati controllati dai repubblicani che rifiutano di espandere Medicare, è che i restanti saranno non assicurati perché per una qualsiasi ragione hanno scelto di non iscriversi. E, infine, la spesa è di 1.800 miliardi di dollari, pienamente bilanciata dai risparmi nei costi e dalle entrate aggiuntive.
E l’alternativa dei conservatori sarebbe il ‘Piano Coburn’ [2], che pretende di assistere le stesse persone della riforma di Obama molto più economicamente. Ma, a parte i dubbi sulla analisi – descrivereste sul serio l’operazione di Douglas Holtz-Eakin come “obbiettiva”? – per quello che si può dire il basso costo deriva dal fatto che molti di coloro che si dovrebbero immaginare assicurati avrebbero polizze con una protezione modestissima. Il fatto è che l’intera operazione appare molto come una ‘vendita di fumo’ nella logica dell’economia dell’offerta, un promettere qualcosa in cambio di niente.
Il capitolo sulla riforma fiscale apre qualche nuovo prospettiva, ma alcune prospettive sarebbe il caso di non aprirle. Suggerisce che il grande problema con gli stati assistenziali è che la gente non conta più sui propri figli per essere sostenuta al momento in cui diventerà vecchia, cosicché i tassi di natalità diminuiscono – giacché niente fa meno sentire i figli amati ed apprezzati del sapere di essere considerati dai genitori alla stregua di qualcosa di simile ad un programma previdenziale. E la risposta sono i crediti di imposta – naturalmente non rimborsabili, e dunque proficui solo per le persone che hanno redditi sufficiente.
C’è qualcosa di più. Ma in realtà, esso riguarda interamente il tentativo dei conservatori di fare i conti con il fatto che la loro agenda politica lascia indietro le famiglie comuni, senza mettere in discussione l’atteggiamento mentale ed i pregiudizi che stanno dietro tale agenda. Come potete immaginare, i risultati non sono impressionanti.
[1] Forse, oltre alla presentazione on-line, il programma è anche pubblicato nella forma seguente. Da notare che l’altro commentatore del New York Times, David Brooks – che rappresenta l’anima “centrista” del giornale – ha presentato tale iniziativa come “la più coerente e convincente agenda politica che la destra americana abbia prodotto in questo secolo”.
[2] Un Senatore dell’Oklahoma repubblicano, diacono di una chiesa battista e medico.
By mm
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