JULY 13, 2014 Paul Krugman
How many Americans know how health reform is going? For that matter, how many people in the news media are following the positive developments?
I suspect that the answer to the first question is “Not many,” while the answer to the second is “Possibly even fewer,” for reasons I’ll get to later. And if I’m right, it’s a remarkable thing — an immense policy success is improving the lives of millions of Americans, but it’s largely slipping under the radar.
How is that possible? Think relentless negativity without accountability. The Affordable Care Act has faced nonstop attacks from partisans and right-wing media, with mainstream news also tending to harp on the act’s troubles. Many of the attacks have involved predictions of disaster, none of which have come true. But absence of disaster doesn’t make a compelling headline, and the people who falsely predicted doom just keep coming back with dire new warnings.
Consider, in particular, the impact of Obamacare on the number of Americans without health insurance. The initial debacle of the federal website produced much glee on the right and many negative reports from the mainstream press as well; at the beginning of 2014, many reports confidently asserted that first-year enrollments would fall far short of White House projections.
Then came the remarkable late surge in enrollment. Did the pessimists face tough questions about why they got it so wrong? Of course not. Instead, the same people just came out with a mix of conspiracy theories and new predictions of doom. The administration was “cooking the books,” said Senator John Barrasso of Wyoming; people who signed up wouldn’t actually pay their premiums, declared an array of “experts”; more people were losing insurance than gaining it, declared Senator Ted Cruz of Texas.
But the great majority of those who signed up did indeed pay up, and we now have multiple independent surveys — from Gallup, the Urban Institute and the Commonwealth Fund — all showing a sharp reduction in the number of uninsured Americans since last fall.
I’ve been seeing some claims on the right that the dramatic reduction in the number of uninsured was caused by economic recovery, not health reform (so now conservatives are praising the Obama economy?). But that’s pretty lame, and also demonstrably wrong.
For one thing, the decline is too sharp to be explained by what is at best a modest improvement in the employment picture. For another, that Urban Institute survey shows a striking difference between the experience in states that expanded Medicaid — which are also, in general, states that have done their best to make health care reform work — and those that refused to let the federal government cover their poor. Sure enough, the decline in uninsured residents has been three times as large in Medicaid-expansion states as in Medicaid-expansion rejecters. It’s not the economy; it’s the policy, stupid.
What about the cost? Last year there were many claims about “rate shock” from soaring insurance premiums. But last month the Department of Health and Human Services reported that among those receiving federal subsidies — the great majority of those signing up — the average net premium was only $82 a month.
Yes, there are losers from Obamacare. If you’re young, healthy, and affluent enough that you don’t qualify for a subsidy (and don’t get insurance from your employer), your premium probably did rise. And if you’re rich enough to pay the extra taxes that finance those subsidies, you have taken a financial hit. But it’s telling that even reform’s opponents aren’t trying to highlight these stories. Instead, they keep looking for older, sicker, middle-class victims, and keep failing to find them.
Oh, and according to Commonwealth, the overwhelming majority of the newly insured, including 74 percent of Republicans, are satisfied with their coverage.
You might ask why, if health reform is going so well, it continues to poll badly. It’s crucial, I’d argue, to realize that Obamacare, by design, by and large doesn’t affect Americans who already have good insurance. As a result, many peoples’ views are shaped by the mainly negative coverage in the news media. Still, the latest tracking survey from the Kaiser Family Foundation shows that a rising number of Americans are hearing about reform from family and friends, which means that they’re starting to hear from the program’s beneficiaries.
And as I suggested earlier, people in the media — especially elite pundits — may be the last to hear the good news, simply because they’re in a socioeconomic bracket in which people generally have good coverage.
For the less fortunate, however, the Affordable Care Act has already made a big positive difference. The usual suspects will keep crying failure, but the truth is that health reform is — gasp! — working.
La riforma sanitaria di Obama funziona, di Paul Krugman
New York Times 13 luglio 2014
Quanti americani sono al corrente di come sta procedendo la riforma sanitaria? Quante persone sui mezzi di informazione, sempre a quel proposito, ne stanno seguendo i positivi sviluppi?
Sospetto che la risposta alla prima domanda sia “Non molti”, mentre la risposta alla seconda sia “Forse anche meno”, per ragioni che spiegherò più avanti. E se ho ragione, si tratta di una cosa importante – un enorme successo politico sta migliorando la vita di milioni di americani, ma scivola nella disattenzione generale.
Come è possibile? Si pensi ad una condizione di implacabile negatività, senza alcun senso di responsabilità. La Legge sulla Assistenza Sostenibile ha fatto i conti con faziosi attacchi continui e con i media della destra, con i principali notiziari che anch’essi tendono a battere il tasto dei guai della legge. Molti degli attacchi erano relativi alle previsioni di un disastro che non si è per niente avverato. Ma l’assenza del disastro non costituisce una informazione persuasiva, e le persone che avevano falsamente previsto disgrazie semplicemente si riaffacciano con nuovi terribili ammonimenti.
Si consideri, in particolare, l’impatto della riforma di Obama sulla quota di americani che sono privi della assicurazione sanitaria. L’iniziale debacle del sito governativo ha prodotto grande soddisfazione a destra ed anche molte informazioni negative da parte della stampa principale; agli inizi del 2014, molti resoconti asserivano con certezza che le iscrizioni del primo anno sarebbero state molto inferiori alle previsioni della Casa Bianca.
Poi è arrivato il rilevante recente rialzo delle registrazioni. Si sono misurati, i catastrofisti, con le difficili domande sul perché avevano fatto tali sbagli? No, ovviamente. Piuttosto, le stesse persone se ne sono semplicemente venute fuori con un misto di teorie delle cospirazione e con nuove previsioni di sventura. L’Amministrazione stava “truccando i dati”, ha detto il Senatore John Barrasso del Wyoming; la gente che si era iscritta non avrebbe pagato le proprie polizze, è stato dichiarato da una congerie di “esperti”; erano più le persone che perdevano l’assicurazione di quelle che la guadagnavano, ha stabilito il Senatore Ted Cruz del Texas.
Ma la grande maggioranza dei neo-iscritti in effetti ha pagato, ed abbiamo oggi una varietà di sondaggi indipendenti – da Gallup, ad Urban Institute ed a Commonwealth Fund [1] – che mostrano tutti, a partire dall’autunno passato, una brusca diminuzione del numero di americani non assicurati.
Vedo che alcuni a destra sostengono che la spettacolare riduzione del numero dei non assicurati sia stata provocata dalla ripresa economica, non dalla riforma sanitaria (dunque, a questo punto i conservatori stanno elogiando l’economia di Obama?). Ma ciò è ben poco convincente, ed anzi palesemente infondato.
Da una parte, il declino è troppo brusco per essere spiegato con quello che nel migliore dei casi è un modesto miglioramento del quadro dell’occupazione. Dall’altra, il sondaggio di Urban Institute mostra una impressionante differenza tra l’esperienza degli Stati che hanno ampliato Medicare – che sono anche gli Stati che hanno fatto del loro meglio per far funzionare la riforma della assistenza sanitaria – e coloro che si sono rifiutati di consentire al Governo Federale di dare una copertura assicurativa ai loro poveri. Quello che è certo è che il declino dei residenti non assicurati è stato tre volte più grande negli Stati con l’espansione di Medicare che negli Stati che l’hanno respinta. Non è l’economia, stupidi [2], è la politica!
Cosa dire dei costi? L’anno scorso ci furono molte affermazioni a proposito di uno “shock delle aliquote” derivante dalle polizze assicurative che andavano alle stelle. Ma l’ultimo mese il Dipartimento della Salute e dei Servizi alla Persona ha dato conto che tra coloro che ricevono i sussidi federali – la grande maggioranza di coloro che si sono iscritti – la polizza media netta mensile era soltanto di 82 dollari.
E’ vero, ci sono coloro che dalla riforma di Obama ci rimettono. Se siete giovani, in buona salute e sufficientemente benestanti da non poter ricevere un sussidio (e non avete l’assicurazione a carico del vostro datore di lavoro) la vostra polizza probabilmente crescerà. E se siete abbastanza ricchi da dover pagare le tasse straordinarie [3], finanziariamente subite un colpo. Ma è istruttivo che gli oppositori della riforma non stiano cercando di mettere in evidenza queste storie. Piuttosto, continuano ad occuparsi degli anziani, degli ammalati, delle vittime della classe media, e continuano a non riuscire a trovarli.
Infine, secondo quello che dice Commonwealth, la schiacciante maggioranza dei nuovi assicurati, incluso il 74 per cento dei repubblicani, sono soddisfatti della loro copertura assicurativa.
Vi dovreste chiedere perché, se la riforma sanitaria va così bene, continui ad avere un indice di gradimento così negativo. Direi che è fondamentale comprendere che la riforma della assistenza di Obama, per le sue intenzioni, in linea di massima non interessava gli americani che hanno già una buona assicurazione. Di conseguenza, i punti di vista di molte persone si conformano ai resoconti principalmente negativi dei media. Ancora, l’ultimo sondaggio di rilevazione della Kaiser Family Foundation [4] mostra che un crescente numero di americani sentono parlare delle riforma in famiglia e dagli amici, il che significa che stanno appena cominciando a sentirne parlare dai beneficiari del programma.
E, come ho suggerito agli inizi, è possibile che coloro che operano nei media – specialmente l’élite dei commentatori – siano gli ultimi a ricevere le buone notizie, semplicemente perché sono in una fascia socioeconomica nella quale in genere le persone hanno una buona assistenza.
Per i meno fortunati, tuttavia, la Legge sulla Assistenza Sostenibile ha già fatto grande differenza. I soliti noti continueranno a strepitare sul suo fallimento, ma la verità è che la riforma sanitaria – tiriamo un respiro! [5] – sta funzionando.
[1] Si tratta di tre istituti che si occupano attualmente in particolare dello stato della riforma sanitaria in America, le cui ricerche sono in genere pubblicate sui rispettivi blog. Può essere interessante mostrare il seguente diagramma, tratto da Urban Institute e al quale Krugman si riferisce nelle frasi successive, che mostra i diversi andamenti dei ‘non-assicurati’ negli Stati che hanno aderito alla espansione di Medicaid ed in quelli, governati dai repubblicani, che l’hanno sabotata. L’espansione di Medicaid – che è il programma di sanità pubblica rivolto ai poveri ed ai redditi più bassi – sostanzialmente amplia la platea dei possibili fruitori. In tal modo tale espansione integra l’aspetto fondamentale della riforma, che si riferisce ai cittadini che hanno necessità di ricorrere ad una assicurazione privata. Una parte delle persone con redditi insufficienti, dunque, anziché ricorrere alle assicurazioni private godendo di sussidi pubblici, è ammissibile direttamente al programma sanitario pubblico per i più poveri. La condizione, però, è che gli Stati ‘accettino’ l’aiuto federale, e molti Stati repubblicani l’hanno rifiutato al solo scopo di mettere in difficoltà la riforma.
Come si vede, la differenza dei non assicurati tra gli Stati che hanno aderito all’ampliamento e quelli che l’hanno sabotato è oggi abbastanza impressionante:
[2] Espressione un po’ brusca, se non fosse una citazione di una risposta diventata famosa nel linguaggio politico americano (in una occasione Bill Clinton sbottò ad una suo interlocutore che “Si tratta dell’economia, stupido!”.
[3] Ovvero, le tasse straordinarie sui redditi più alti che sono state istituite dalla legge di riforma e che hanno in pare pagato i costi della riforma stessa.
[4] Altra Fondazione indipendente che si occupa principalmente di temi connessi con la assistenza sociale.
[5] “Gasp” e un’altra espressione onomatopeica connessa con il respiro profondo (per sorpresa, per disperazione o per altro).
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"