Jul 1 4:48 pmJul 1 4:48 pm
Simon Wren-Lewis is harsh about the current tight-money crowd, exemplified by the Bank for International Settlements, who are urging tight money despite weak economies, for fear that investors will take excessive risks. But he’s not harsh enough.
He’s right that it’s more or less insane to argue that the economy must be kept persistently depressed for fear that investors will be too exuberant — and at the same time to argue against fiscal expansion or anything else that might offset rising rates. What he doesn’t note, however, is that while the BIS has argued for raising interest rates at least since 2010, it keeps changing its reasoning. Here’s what it said in 2011 (pdf):
Tighter global monetary policy is needed in order to contain inflation pressures and ward off financial stability risks. It is also crucial if central banks are to preserve their hard-won inflation fighting credibility, which is particularly important now, when high public and private sector debt may be perceived as constraining the ability of central banks to maintain price stability. Central banks may have to be prepared to raise policy rates at a faster pace than in previous tightening episodes.
And it praised the ECB for what we now know was a terrible decision to raise rates.
So, that was three years ago, and Europe in particular is struggling with dangerously low inflation. Has the BIS changed its prescriptions? No, it’s just changed the reason for demanding the same thing.
What all this suggests is that the BIS basically just wants to raise rates, and is always looking for a reason. It’s about sadomonetarism, not stability.
Stabilità o sadomonetarismo?
Simon Wren-Lewis è duro sulla attuale affollamento a favore di politiche di restrizione monetaria esemplificato dalla Banca Internazionale dei Regolamenti, che stanno premendo per tali politiche nonostante le economie deboli, per paura che gli investitori assumano rischi eccessivi. Ma non è duro abbastanza.
Ha ragione che è più o meno pazzesco sostenere che l’economia debba essere tenuta costantemente depressa per paura che gli investitori diventino troppo esuberanti – e nello stesso tempo pronunciarsi contro una politica di espansione della spesa pubblica o qualsiasi altra cosa possa bilanciare i tassi crescenti. Quello che non nota, tuttavia, è che mentre la BIR si era pronunciata a favore di tassi di interesse crescenti almeno sin dal 2010, essa continua a cambiare il suo ragionamento. Ecco quello che disse nel 2010 (connessione in pdf):
“Una politica monetaria più restrittiva è necessaria allo scopo di contenere le spinte dell’inflazione e tener lontani i rischi per la stabilità finanziaria. E’ anche cruciale che le banche vogliano preservare la loro credibilità, conquistata con fatica, nel combattere l’inflazione, cosa che è particolarmente importante oggi, quando l’elevato debito pubblico e del settore privato può essere percepito come una limitazione alla capacità delle banche centrali nel mantenere la stabilità dei prezzi. E’ possibile che le banche centrali debbano essere pronte ad elevare i tassi di riferimento con un ritmo più rapido di quanto fatto in episodi precedenti di restrizione.”
Ed essa elogiava la BCE per quella che oggi sappiamo essere stata la decisione terribile di elevare i tassi.
Dunque, questo avveniva tre anni fa, e l’Europa in particolare sta combattendo contro una inflazione pericolosamente bassa. La BIR ha cambiato le sue prescrizioni? No, ha solo cambiato l’argomento per chiedere la medesima cosa.
Ciò che tutto questo suggerisce è che la BIR fondamentalmente vuole soltanto elevare i tassi, ed è alla permanente ricerca di un pretesto. Questo riguarda il sadomonetarismo, non la stabilità.
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"